Giotto: via al Mistero (scheda 1)
L’equinozio della storia- Autore:
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(Fig. 1) Il viaggio del Verbo inizia nel grembo della Vergine e compie fin dal suo concepimento il primo pellegrinaggio verso Gerusalemme, fermandosi però a Karin, città della Giudea dove vive Elisabetta.
L’anziana madre del Battista riconosce la Madre del Suo Signore. Giovanni nel grembo esulta per il frutto di Lei: è il saluto dell’uomo all’irrompere di Dio nella storia. È il Mistero della grazia.
(Fig. 2) Sul lato opposto, sopra l’altro coretto, il tradimento di Giuda. Notiamo come le due scene si richiamino: in entrambe vediamo un incontro e sugli abiti dei personaggi corrono gli stessi colori: il giallo il rosso, il verde e il violetto, eppure quale differenza tra le due scene!
Sotto la vergine annunciata, si vede Maria correre da Elisabetta, il cui nome significa giuramento di Dio o pienezza di Dio. Maria corre verso la pienezza divina ed è il percorso a cui Giotto ci invita.La cugina si china e riconosce il suo Signore. Maria veste il rosso della carità che la muove, Elisabetta l’oro della grazia che l’avvolge grazie alla miracolosa maternità. Due damigelle vestono il verde della speranza e il violetto della sapienza divina.
Dall’altro lato, sotto l’arcangelo Gabriele (trasfigurato dalla luce), una controfigura, un angelo che ha perso del tutto la sua luminosità, nero come la pece: satana. Sembra anche lui portare il suo annuncio, nel profilo e nella posa della mano ripete la sagoma di Gabriele: ma quale diversità!
Giuda toccato da quell’annuncio nefasto corre al Sinedrio, non per riconoscere il Signore Gesù, ma per tradirlo. Anche Giuda è vestito di giallo, ma è il giallo dell’invidia che tradisce e della gelosia che uccide. Per contro, il sacerdote Anna, veste il rosso, non della carità ma dell’omicidio, del sangue innocente versato. Accanto a lui Caifa, verde di rabbia con un altro membro del Sinedrio il cui abito violetto indica il livore.
Nella prima scena, quella della visitazione, le mani sono tutte nascoste dentro l’abbraccio, dentro il dono delle fasce per il neonato: si avverte un grande silenzio nella scena preludio all’esplosione del giubilo.
Nell’altra scena il gioco delle mani è evidentissimo ed esprime agitazione, furtività, il bisbiglio di chi trama di chi agisce nell’ombra.
Sopra con l’annunciazione iniziava la corsa del Verbo, è il 25 marzo, cioè l’equinozio di primavera, con 12 ore di oscurità e 12 di luce. Sotto l’equinozio della storia: la lotta tra il regno della luce, rappresentato da Maria e da Elisabetta e l’impero delle tenebre, rappresentato da Satana che tenta Giuda e i capi del popolo.
(Fig. 3) Da questo punto la storia si dipana su tre registri:
Nel registro superiore: la storia di Maria che precede l’annuncio. Le scene sono tratte dai Vangeli apocrifi e narrano prima la vicenda dei genitori di Maria e poi quelli della Vergine fino alle nozze con Giuseppe .
Nel registro intermedio: altri dodici episodi che narrano la vita di Gesù .
Nel registro inferiore: dodici riquadri per narrare gli ultimi giorni della vita di Gesù, i più importanti quelli che danno senso e spessore alla storia successiva .
È in questi trentasei riquadri che si disegna l’equinozio della storia, tra l’oscurità dell’attesa e la luce del compimento. Un equinozio che ribalta i termini della realtà: alla luce della preparazione (la storia di Maria) e quella fulgida dell’Incarnazione e si oppone l’oscurità dei giorni della passione e morte di Cristo i quali però si riveleranno con la morte la vera luce dell’uomo. Il desiderio di eternità così prepotentemente illustrato dal tetto della Cappella tempestato di stelle.
- Elenco affreschi 23KElenco affreschi dei tre registri