Giotto: via al Mistero

Cappella degli Scrovegni. Padova
Fonte:
CulturaCattolica.it

«Dalla secolare tradizione conciliare apprendiamo che anche l’immagine è predicazione evangelica. Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e di trasmissione del messaggio evangelico.» Così troviamo nell'Introduzione al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, ed è questa la ragione del nostro lavoro, e della presente sezione su Giotto.

La lettura dello straordinario ciclo di affreschi della Cappella degli Scrovegni di Giotto che qui proponiamo non segue lo scorrere cronologico degli eventi, cerca piuttosto di indagare sulle rispondenze di cui l’artista ha volutamente disseminato la sua opera. Sebbene questo lavoro non sia esaustivo, tali e tanti sono i registri della narrazione pittorica giottesca, che si può già cogliere in questo excursus, quale straordinario mezzo di catechesi e di comunicazione fosse un tempo l’arte religiosa. La croce è allo zenit della storia e chi, alla scuola delle Vergine, passa per essa troverà l’abbraccio di Cristo e dei suoi Santi dentro la salvazione eterna. Questo il messaggio di Giotto, fine teologo e artista meraviglioso, poetico e robusto ad un tempo.




Siamo nel 1300, Enrico Scrovegni un ricco padovano, acquista la zona dell'Arena Romana per farvi costruire il suo palazzo. A fianco della dimora desidera edificare una cappella dedicata alla Beata Vergine. Si dice, ma per qualcuno non è vero che la voglia erigere in suffragio dell'anima di suo padre Reginaldo, l'usuraio ricordato da Dante nel Canto XVII dell'Inferno.
Lo Scrovegni aveva visto Giotto lavorare nella Basilica di Sant’Antonio e ne era rimasto impressionato, decide pertanto di commissionare a Giotto la decorazione murale della sua Cappella.
Giotto perfezionando una tecnica già sperimentata nel ciclo di affreschi assisiani organizza il lavoro dell’affrescatura dell’edificio a giornate realizzando l’opera in soli due anni.

La storia: Dio entra nel tempo.
Una data, una storia: 25 marzo. Cristo non un mito, ma l’Eterno che entra nel tempo, l’infinito che abbraccia il limite, l’Immortale che sposa la mortalità della carne. Tutto dentro il segreto di una stanza, dentro il grembo silenzioso di una donna.
Giotto comincia così a raccontare il suo Vangelo. Il 25 marzo 1303 è il giorno della prima dedicazione della Cappella degli Scrovegni, il giorno della seconda dedicazione, ad affreschi ultimati è il 25 marzo 1305 (Fig. 1). Dalla trifora entra il sole che batte sulla parte alta dell’arco trionfale e illumina Dio padre che istruisce l’angelo Gabriele circa l’annunzio che deve portare (Fig. 2). Prima Gabriele sta in attesa, con le braccia conserte, alla sinistra del Padre e poi, a destra, tutto proteso al volere divino, mentre riceve le istruzioni. Sotto, l’angelo irrompe nella casa della Vergine, nella storia degli uomini.
Lassù in alto il trono di Dio è avvolto di luce dorata, senza prospettiva. È il Cielo altissimo fuori dal tempo e dalla spazio, vi si accede attraverso una predella ottagonale, vi si accede cioè attraverso quell’ottavo giorno che solo il Verbo possiede e rende presente nella storia settenaria dell’Uomo.
Sotto invece, nel regno degli uomini, lo spazio architettonico è ben segnalato. Il luogo dove avviene l’annuncio è costituito da due straordinarie edicole in prospettiva rovesciata-discendente. Più sotto ai piedi dell’arco trionfale due coretti resi con uno scorcio prospettico perfetto 150 prima degli “inventori” della prospettiva (Mantegna, Masaccio, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti). Due coretti che attestano, con la casa di Maria, la dimensione terrena, ma che nel contempo orientano lo sguardo verso il Cielo, verso il Mistero che ci attende, il Mistero che sta all’origine della Buona Novella. Dio abita nel mondo, cammina sulle strade della storia, trasformando il cuore dell’uomo.

Cenni Biografici di Giotto