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I programmi non sono tutti uguali

Fonte:
CulturaCattolica.it

Anche se poi vengono trattati come carta straccia e buttati all’aria in tanti coriandoli, i programmi elettorali dei partiti rappresentano un utile criterio di discernimento tra le varie forze politiche: “scripta manent”. Libri dei sogni o liste della spesa, non sempre sono adeguatamente conosciuti dagli elettori; da questo punto di vista il popolo di Internet è privilegiato perché può accedere con facilità alla consultazione dei programmi elettorali, anche in forma comparata.
Sotto questo aspetto è da segnalare l’iniziativa meritoria di SamizdatOnLine, che ha diffuso nel suo recente editoriale un’analisi comparata dei programmi elettorali per ciò che riguarda i “valori non negoziabili”: vita e famiglia.
Il volantino culturale della Compagnia delle Opere a sua volta indica come prioritari cinque grandi temi:
1. L’emergenza educativa
2. La difesa della dignità dell’uomo
3. Riforme istituzionali condivise
4. Il problema della giustizia
5. No alla rendita, sì al lavoro.

Il primo punto, che è considerato una priorità assoluta, recita così:
“L’emergenza educativa richiede nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale, distrutto da statalismo e burocrazia, una rivoluzione verso una effettiva autonomia scolastica, una reale parità tra scuole statali e scuole libere, tra istruzione e formazione, ovvero una parità non solo giuridica ma anche economica che consenta la libertà di scelta da parte delle famiglie e la valorizzazione educativa delle esperienze popolari che incarnano e trasmettono una visione ideale in ogni aspetto della vita. Non c’è scuola senza cultura. Anche l’università, la ricerca e l’alta formazione hanno bisogno di più cultura, oltre che di più fondi”.
Come affrontano questo tema le principali coalizioni? Per capire la linea veltroniana ci viene in aiuto una lettera aperta del prof. Gianni Mereghetti, esperto della situazione scolastica:
“Carissimo direttore, Walter Veltroni ha mandato una lettera a me come a tutti gli insegnanti per evidenziare i temi scolastici che caratterizzeranno un suo eventuale governo. I temi sono tre: valorizzazione dell’autonomia, carriera degli insegnanti e qualità delle strutture scolastiche. Ringrazio Veltroni per aver esplicitato quale sia la scuola che intende costruire, ora so con certezza che il Pd vuole rafforzare lo statalismo. Sì, con Veltroni al governo ci sarà più decentramento dei poteri nella scuola e saranno premiati gli insegnanti che realizzeranno meglio le direttive del ministero. Forse ci saranno stipendi migliori e anche un po’ di insegnanti incompetenti verranno licenziati. Temo che con Veltroni la libertà della scuola sarà sempre di meno, tanto più che il leader del Pd non fa nemmeno un cenno alla parità scolastica, senza la quale non vi sarà reale autonomia, ma solo un decentramento meglio organizzato. L’unica apertura positiva di Veltroni sta nella eliminazione dei programmi scolastici, che verranno sostituiti da obiettivi formativi standard fissati dal ministero, il che ha come conseguenza quella di affidare agli insegnanti la responsabilità di scegliere il percorso per raggiungerli. Ma senza un sistema scolastico in cui parità e autonomia siano sullo stesso piano e possano concorrere con le stesse risorse all’educazione questa apertura didattica finirà con il rafforzare l’omologazione di stato oggi dominante, una omologazione al basso, proprio come vuole il potere per conservarsi meglio! Gianni Mereghetti – Abbiategrasso”.
Che cosa ci offre su questo tema il “Popolo della libertà”?
Al n. 2.3 si parla di “sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata”; inoltre nel volumetto “Più Lombardia fa bene all’Italia” si parla di una interessante novità già applicata quest’anno in Lombardia: la “Dote scuola”. Essa è di tre tipi, come ben spiegato nell’ultima newsletter di Diesse scuola:
“Come funziona? Semplice: la Regione finanzia, a determinate condizioni, lo studente accompagnandolo nel suo percorso scolastico, abbinando diritto allo studio e libertà di scelta educativa.
In concreto, i contributi annuali per lo studente sono di vario tipo.
Un primo tipo di dote è per il sostegno al reddito e riguarda le famiglie meno abbienti (...).
Un secondo tipo di dote riguarda il sostegno alla “libera scelta” (ex buono scuola) che può arrivare fino a un massimo di 1.050 euro all’anno per studente (...).
Infine, terzo tipo, la “dote per merito” (ex borse di studio), valida per scuole statali e non statali, da 500 a 1.000 euro”.
Da questo esempio risalta evidente che le diversità dei programmi sono diversità di concezioni della persona: da un lato statalismo, dall’altro sussidiarietà e valorizzazione della persona e della sua iniziativa. Non sono differenze marginali, non è vero che “i programmi sono tutti uguali”.

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