Norlevo: obiettare è un diritto

Il Norlevo è oggi venduto in farmacia come anticoncezionale d’emergenza, in caso di rapporto non protetto, ma è un antiannidatorio perché impedisce l’annidamento del concepito qualora la gravidanza sia iniziata. Il Norlevo è quindi un aborto chimico. Il Norlevo viene propagandato come anticoncezionale anche se è assunto dopo il rapporto sessuale. Lo scopo primario è di far morire l’embrione, ed espellerlo.
Autore:
Tanduo, Luca e Paolo
Fonte:
CulturaCattolica.it
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In queste settimane la regione Marche ha emanato una direttiva in cui impone ai medici di prescrivere a chiunque la chieda la pillola Norlevo, detta del giorno dopo. Già nei mesi scorsi si era presentato il caso di medici di pronto soccorso che si rifiutavano di prescriverla e che per questo motivo sono stati denunciati; le accuse sono poi tutte cadute. Spesso ai farmacisti che fanno parte del personale medico viene richiesto di darla senza opporre obiezione di coscienza. C’è insomma un continuo attacco a questo diritto fondamentale.

La pillola del giorno dopo è un ritrovato di tipo ormonale dal nome commerciale Norlevo; la compressa deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto sessuale non protetto, il trattamento richiede l’assunzione di due compresse in una singola somministrazione. Il Norlevo è oggi venduto in farmacia come anticoncezionale d’emergenza, in caso di rapporto non protetto, ma è un antiannidatorio perché impedisce l’annidamento del concepito qualora la gravidanza sia iniziata. Il Norlevo è quindi un aborto chimico. Il Norlevo viene propagandato come anticoncezionale anche se è assunto dopo il rapporto sessuale. Lo scopo primario è di far morire l’embrione, ed espellerlo. Si dirà che se non c’è stato il concepimento non c’è aborto, questo è vero, ma chi prende la pillola Norlevo anche se spesso non sa se è avvenuta la fecondazione o no, assume questa pillola dopo l’atto sessuale e quindi l’intento è sicuramente abortivo, in quanto viene usata con l’unico intento di interrompere un’avvenuta gravidanza. Non è vero inoltre che tale aborto è uguale ad un aborto spontaneo: qui c’è l’intenzionalità. Il medico e il farmacista possono chiedere di non prescriverla in base all’obiezione di coscienza.

Oltre ad eliminare il ruolo e la libertà e la professionalità del medico, imponendo delle scelte che prescindono da ogni valutazione personale e medica del caso, l’obbligo di prescrizione della pillola Norlevo va contro la libertà di coscienza prevista anche dall’art 9 della legge 194 sull’aborto.

Va considerato poi che la pillola del giorno dopo impedisce qualsiasi tipo di colloquio in caso di avvenuta gravidanza per prevenire l’aborto, che in questi casi è certo. Altro aspetto da non sottovalutare: la pillola del giorno dopo è spesso richiesta da minorenni ed inoltre agisce variando chimicamente gli ormoni femminili per fare in modo che il corpo della donna non sia più accogliente verso l’embrione che verrà quindi espulso. Quindi perché il medico non dovrebbe tener conto anche dei singoli casi e delle problematiche legate ad essi? Si conoscono infatti gli effetti collaterali, già sono segnalati sul foglietto illustrativo: nausea, dolore al basso ventre, affaticamento, cefalea, dolore mammario, vomito, mestruazioni abbondanti, diarrea, sanguinamento uterino. E’ riconosciuto oggi anche l’aumento del rischio di gravidanze extrauterine.

Inoltre c’è l’aspetto della banalizzazione della sessualità, slegata da ogni tipo di responsabilizzazione della persona, sempre nell’ottica di separare l’atto unitivo sessuale da quello procreativo, come se si potesse garantire con certezza che non ci sarà la nascita di una nuova vita. Tramite l’utilizzo di pillole come la Norlevo la sessualità viene ridotta ad un atto banale a cui “rimediare nel caso di incidenti prendendo una pillola”.
Mai si insegna il bello della sessualità, che non è solo godimento fisico. La sessualità come dono prezioso, non va banalizzata o sottoposta ad una oggettivazione che porta poi all’oggettivazione della persona, col rischio appunto di usare l’altro solo per soddisfare un proprio desiderio. La banalizzazione della sessualità passa attraverso questa idea di poterlo fare cambiando partner continuamente e senza correre alcun rischio, sottacendo sempre sulle conseguenze per la salute delle ragazze, a cui mai si parla degli effetti collaterali di queste pillole.

Leggi il commento di Mons. Luigi Negri, sul Resto del Carlino