Il “Caso Alagoinha” 3 - La situazione politica dell'aborto in Brasile
Nonostante l'opposizione generale del popolo brasiliano, il Presidente Lula ha firmato di proprio pugno, nel dicembre 2004, il Piano Nazionale delle Politiche per le Donne nel quale collocava, tra le priorità del suo governo, la legalizzazione dell'aborto in Brasile.- Autore:
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Secondo l'IBOPE, il principale istituto brasiliano di indagine dell'opinione pubblica, oltre il 90% della popolazione è contro la legalizzazione dell'aborto, e questo numero è in crescita. Era esattamente il 90% nel 2003:
http://www.pesquisasedocumentos.com.br/ibope2003.pdf
ed è salito al 97% nel 2005:
http://www.pesquisasedocumentos.com.br/ibope2005.pdf
Nel 2007, un ente che lavora per la legalizzazione dell'aborto ha contattato l'IBOPE per rifare l'indagine del 2003 e del 2005. Fu lo stesso ente che aveva contattato l'IBOPE per eseguire le indagini del 2003 e del 2005, ma di questa terza e nuova indagine non si è voluto rivelare il risultato, sostenendo che la conoscenza dell'approvazione alla legalizzazione dell'aborto in
generale non sarebbe stata di interesse pubblico giacché, come hanno dichiarato, ciò che nel 2007 era più necessario sarebbe stato non distrarre l'attenzione del vero proposito della terza indagine che sarebbe il problema dell'aborto nei casi di stupro.
Quando il presidente Lula iniziò il suo governo, conosceva bene questi numeri, che furono oggetto di un'altra indagine parallela da parte del Ministero della Salute, che è arrivata a numeri
sostanzialmente identici. Nonostante ciò, il Presidente Lula ha firmato di proprio pugno, nel dicembre 2004, il Piano Nazionale delle Politiche per le Donne nel quale collocava, tra le priorità del suo governo, la legalizzazione dell'aborto in Brasile. Nel 2005, il governo Lula si è ufficialmente impegnato per due volte in documenti ufficiali presentati alle Nazioni Unite e ancora oggi disponibili su Internet, a legalizzare la pratica dell'aborto in Brasile e a rimuovere tutte le restrizioni legali a qualsiasi tipo di aborto. Un primo documento in questo senso è stato presentato nel mese di aprile 2005 al Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. In questo documento si legge, alle pagine 13-14, ai numeri 42-45:
"Un'altro tema che deve essere considerato è la questione dei diritti riproduttivi. L'ATTUALE GOVERNO BRASILIANO SI IMPEGNA A RIVEDERE LA LEGISLAZIONE REPRESSIVA DELL'ABORTO PERCHÉ SI POSSA RISPETTARE PIENAMENTE IL PRINCIPIO DELLA LIBERA SCELTA NELL'ESERCIZIO DELLA SESSUALITÀ DI OGNUNO. Il Codice Penale brasiliano risale al 1940. Nonostante le riforme che si sono introdotte, rimangono alcune clausole discriminatorie. Il proprio Codice stabilisce dure pene a chi pratica l'aborto, eccetto nei casi di rischio imminente di vita per la madre e nelle gravidanze che sono frutto di stupro. La legislazione brasiliana ancora non si è adeguata alle raccomandazioni della Piattaforma di Azione della Conferenza Mondiale di 1995 sulla Donna, avvenuta a Pechino, nella quale l'aborto fu definito come questione di salute pubblica. Il Governo del Brasile confida che il Congresso Nazionale abbia in considerazione uno dei progetti di legge che furono inviati ad esso perché si possa correggere il modo repressivo con cui attualmente si tratta il problema dell'aborto":
http://www.pesquisasaedocumentos.com.br/hrc.pdf
In un secondo documento, presentato nel mese di agosto 2005, al Comitato delle Nazioni Unite sulla CEDAW, il governo Lula ha esplicitamente riconosciuto la pratica dell'aborto come un diritto
umano. In questo documento si legge, al terzo paragrafo della pagina 9 e poi al numero 6 della pagina 10:
“Le attività che il Governo Federale brasiliano esegue per combattere la disuguaglianza per motivi di genere permettono di considerare che manca molto da fare in difesa e nella promozione dei diritti umani in Brasile e, più specificamente, NELLA SFERA DEI DIRITTI UMANI DELLA DONNA”. Alcuni dei punti principali includono:
“6. La decisione del Governo di affrontare il dibattito sull'interruzione volontaria della gravidanza. Con questo proposito si è costituita una Commissione Tripartita di rappresentanti dei poteri esecutivo e legislativo e della società civile, con l'incarico di esaminare il tema e presentare una proposta per rivedere la legislazione punitiva dell'aborto”.
http://www.pesquisasaedocumentos.com.br/cedaw.pdf