Il “Caso Alagoinha” 12 – Gruppi e strategie per promuovere l’aborto in Brasile

Numerose organizzazioni hanno scatenato, negli anni ’50 del XX secolo, tutto il lavoro di controllo della popolazione e di promozione dell'aborto che oggi vediamo svolgersi a livello internazionale, senza che la maggior parte delle persone sappia da dove provengano queste attività.
Autore:
Monteiro, Alberto R. S.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Martedì pomeriggio tutti i funzionari dell'ospedale già sapevano che il padre della bambina si opponeva all'aborto. Secondo il “Jornal do Comércio”, l'Ufficio Stampa dell'IMIP aveva comunicato quel pomeriggio che "L'ISTITUTO MATERNO INFANTILE DI PERNAMBUCO (IMIP) HA DECISO DI ATTENDERE IL CONSENSO DEI GENITORI CIRCA L'ABORTO DELLA BAMBINA DI 9 ANNI MADRE DI DUE GEMELLI, RIMASTA INCINTA DOPO ESSERE STATA VIOLENTATA DAL PATRIGNO DI 23 ANNI. D'ACCORDO CON L'UFFICIO STAMPA DELL'OSPEDALE, LA DECISIONE È STATA PRESA DOPO CHE IL PADRE DELLA BAMBINA HA PRESO UNA POSIZIONE CONTRARIA AI PROCEDIMENTI".

http://jc.uol.com.br/2009/03/03/not_193194.php

Quest'aborto sarebbe stato, pertanto, secondo le leggi brasiliane, illegale. E se hanno avuto bisogno di nasconderlo al padre, come veramente hanno fatto, per eseguire un aborto che era illegale, quest'aborto è stato anche clandestino. Non c'è stata legalità alcuna in tutto ciò che si è eseguito. La madre della bambina, che non era capace neanche di firmare con il proprio nome, non avrebbe mai avuto l'iniziativa di chiamare il gruppo Curumim per convincere l'ospedale a concedere una dimissione, e trasferire la bambina in un luogo che era già stato preparato in anticipo, e che non sarebbe stato rivelato né al pubblico, né al padre. È sconcertante anche la sorprendente discriminazione nella diversità tra il modo con cui al Consiglio Tutelare era stato impedito di parlare con la madre, solo perché rappresentavano un padre che si opponeva all'aborto, mentre il giorno successivo, un'organizzazione come il Gruppo Curumim, perché si autoproclama femminista e lavora per la promozione dell'aborto, ha avuto libertà di entrare e di convincere la madre della bambina a chiedere non solo la dimissione, ma anche il trasferimento ad opera di questo stesso gruppo, con la coordinazione dell'IMIP, in un luogo che premeditatamente non sarebbe stato reso noto al padre della bambina.
Poco dopo è arrivata la notizia che l'organizzazione a favore dell'aborto chiamata SOS Corpo di Recife aveva anch’essa partecipato all'operazione di trasferimento entrando all'IMIP di Pernambuco. E, subito dopo, è uscita la notizia che anche il giornale “Diário de Pernambuco”, qualificando incredibilmente la posizione della Chiesa come di pressione, invece di accusare in questi termini il Servizio di Aborto Legale dell'IMIP, aveva scoperto il luogo in cui la madre si era recata, ma non lo avrebbe rivelato. Apparentemente tutti in questa storia avevano il diritto di sapere cosa e dove le cose stavano accadendo, tranne il padre della bambina, e senza che a nessuno importasse nulla di cosa potesse dire la legge. Così annunziò il “Diário”: "Nonostante la pressione della Chiesa, la bambina è stata portata dalla madre in un'altra unità sanitaria durante la notte di ieri. Il “Diário” ha localizzato tutte e due e ha cercato di parlare con la madre nel nuovo luogo di ricovero, ma la donna ha preferito non pronunziarsi. La bambina è stata dimessa dall'ospedale ieri sera. Secondo informazioni dell'Ufficio Stampa dell'IMIP, la dimissione è stata concessa su richiesta della madre, che possiede la custodia della figlia. Ha firmato una dichiarazione di responsabilità ed è uscita senza comunicare alla direzione dell'ospedale o ai consiglieri tutelari dove avrebbe portato la figlia, se sarebbe ritornata a casa o se sarebbe ricorsa ad un altro ospedale".

http://www.diariodepernambuco.com.br/2009/03/04/urbana1_0.asp

Il Gruppo Curumim si dichiara un'organizzazione il cui lavoro viene finanziato dalla IWHC, International Women Health Coalition, in italiano Coalizione Internazionale per la Salute della Donna. L’IWHC è un’organizzazione internazionale femminista e uno dei principali promotori dell'aborto clandestino nel mondo. L'organizzazione è stata in pratica fondata da Adrienne Germain, una sociologa che prima di fondare l'IWHC aveva lavorato nel Consiglio per la Popolazione di New York, una delle Organizzazioni Rockefeller che ha scatenato, negli anni ’50 del XX secolo, tutto il lavoro di controllo della popolazione e di promozione dell'aborto che oggi vediamo svolgersi a livello internazionale, senza che la maggior parte delle persone sappia da dove provengano queste attività. Dopo aver lavorato qualche tempo nel Consiglio, Germain è stata assunta dalla Fondazione Ford, attraverso la quale ha organizzato l'intera rete dei servizi di aborto nel Pakistan Orientale, un paese dove ancora oggi l'aborto è totalmente illegale. Rapporti disponibili in Internet, scritti dalla stessa IWHC, dichiarano che l'organizzazione ha finanziato la diffusione dell'aborto clandestino nelle Filippine, in Indonesia, in Africa e nella maggior parte dei paesi latino americani. La stessa presidente, Adrienne Germain, è stata personalmente varie volte in Brasile, dove, con l'appoggio della Fondazione Ford, ha distribuito equipaggiamento per la pratica di aborti in cliniche clandestine. L'organizzazione percorre tutto il mondo cercando di trovare e finanziare leaderships femministe coinvolte con la promozione dell’aborto, clandestino o no.

http://www.pesquisasedocumentos.com.br/Adrienne.pdf

L'IWHC è molto conosciuta negli ambienti che lavorano a livello internazionale per promuovere l'aborto, perché ha pubblicato un manuale di strategie di azione internazionale per ampliare l'accesso delle donne all'aborto, legale o no.

http://www.pesquisasedocumentos.com.br/IWHC.pdf

In Brasile, l'IWHC è particolarmente conosciuta tra coloro che lavorano per trasformare l'aborto da omicidio a diritto umano, per aver indicato, alla fine degli anni ’80 del XX secolo, la brasiliana Carmen Barroso per dirigere un mega progetto di 36 milioni di dollari della Fondazione MacArthur di Chicago per promuovere la legalizzazione dell'aborto in Brasile. Questo progetto cominciò a versare denaro in Brasile per questo scopo nel 1990. Oggi Carmen Barroso è una delle dirigenti della IPPF, International Planned Parenthood Federation, un'organizzazione internazionale che possiede la più grande rete di cliniche di aborto negli Stati Uniti, e che attualmente si dedica a promuovere l'aborto domiciliare attraverso medicamenti in tutta l'America America, con l'appoggio finanziario dei governi di vari paesi della Comunità Europea. Il lavoro avviato dalla Fondazione MacArthur in Brasile è attualmente continuato dallo CEBRAP (Centro Brasiliano di Analisi e Pianificazione).
L'SOS Corpo invece è stato uno dei principali beneficiari del mega progetto di 36 milioni lanciato dalla Fondazione MacArthur in Brasile. Ha ricevuto numerose donazioni di centinaia di migliaia di dollari per rivitalizzare completamente l'organizzazione. Secondo il rapporto pubblicato dalla MacArthur, questa Fondazione era alla ricerca di "organizzazioni non governative strategiche che potrebbero utilizzare finanziamenti esterni per sviluppare la propria capacità di produrre cambiamenti con l'obiettivo, tra gli altri, di creare un sistema legislativo che permettesse alle donne l'accesso all'aborto e ad altri servizi. In particolare, l’SOS Corpo è stato oggetto di un finanziamento a lungo termine con ottimi risultati, essendo diventato un centro di riferimento nazionale per le questioni di genere e di diritti sessuali e riproduttivi, chiamando a rispondere gli enti pubblici quando essi tralasciano di eseguire le politiche."

http://www.pesquisasedocumentos.com.br/MacArthur.pdf