Il “Caso Alagoinha” 10 – Documenti trattati come carta straccia

I servizi di aborto legale in Brasile sono in mano ad attivisti, più interessati a promuovere la legalizzazione dell'aborto che al benessere dei pazienti o al rispetto delle loro convinzioni. È molto comune che questi servizi facciano di tutto perché quelli che vi entrano decidano per l'aborto.
Autore:
Monteiro, Alberto R. S.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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E purtroppo si deve dire che questo non è un caso isolato. I gruppi che lavorano a favore della vita sono in costante contatto con casi come questi. I servizi di aborto legale in Brasile sono in mano ad attivisti, più interessati a promuovere la legalizzazione dell'aborto che al benessere dei pazienti o al rispetto delle loro convinzioni. Storie come queste sono comuni. A meno che qualcuno non abbia una cultura superiore e convinzioni molto ben radicate contro l'aborto, quelle che si sentono sono molte, molte storie come queste. È molto comune che questi servizi facciano di tutto perché quelli che vi entrano decidano per l'aborto. Questa è la verità. Questi servizi sono stati costruiti con l'appoggio di risorse finanziarie internazionali, per servire da base alla promozione della completa legalizzazione dell'aborto. La storia del Signor Erivaldo è solo uno dei molti esempi.
Il Consiglio Tutelare, in seguito, ha cercato di consegnare all'assistente il documento firmato da tutti in cui si chiedeva di sospendere la procedura di aborto. L'assistente ha risposto che il documento non avrebbe più avuto importanza, perché la madre della bambina avrebbe già firmato la richiesta dell'aborto. Ma il consigliere ha insistito sul fatto che l'ospedale avrebbe dovuto ricevere il documento, giacché era stata proprio l’assistente che lo aveva chiesto il venerdì. Ma con sorpresa dei consiglieri, l'assistente è passata a negare ripetutamente di avere chiesto qualcosa.
- Io non ho chiesto nulla.
- Come puoi dire che non lo hai chiesto? Tu stessa hai scritto una domanda di tuo proprio pugno e me la hai consegnata in mano! ha risposto la consigliera tutelare.
- Non ho scritto niente, - ha risposto l'assistente.
- Lo hai scritto sì, e te lo faccio vedere.
La consigliera prende il documento nella sua borsa.
- Vedi questa calligrafia? Non è la tua calligrafia? Come mi puoi dire che non l'hai chiesto?
L'assistente prende in mano il documento, lo esamina e, invece di rispondere qualcosa, straccia il documento davanti alla consigliera in tanti piccoli pezzettini, dicendo:
- Questo non vale nulla.
- Perché hai stracciato il documento? Non ne ho un'altra copia, ma tutti in Alagoinha lo hanno visto. Tutti gli altri consiglieri, e anche il parroco di Alagoinha hanno già visto il documento che hai stracciato.
- Hai mostrato il documento al sacerdote?
- Sì.
- "NON AVRESTI DOVUTO FARLO", ha risposto l'assistente nervosa. "TI AVEVO DATO QUESTO DOCUMENTO SOLO PER TE. NON DOVEVI MOSTRARLO A NESSUN ALTRO".
L'assistente, allora, concorda di ricevere e protocollare la richiesta della sospensione dei procedimenti di aborto da parte del Consiglio Tutelare di Alagoinha, e permette che i consiglieri
vedano la madre e la bambina, ma "FACENDO ATTENZIONE A CIÒ CHE INTENDESSERO DIRE".
I consiglieri hanno potuto salire e hanno visto la madre e la bambina.
Hanno verificato che i procedimenti di aborto non erano iniziati, ma l'assistente è rimasta incollata alla madre e ai consiglieri, e non permetteva alcuna opportunità di fare qualsiasi domanda.
I consiglieri sono stati informati del fatto che la madre aveva firmato l'autorizzazione per eseguire l'aborto, e sapevano che il sabato la madre aveva dichiarato loro, già in ospedale, che era contraria all'aborto e "PENSAVA CHE L'ABORTO NON ERA CORRETTO, ANCHE IN QUESTO CASO, E CHE NESSUNO AVEVA IL DIRITTO DI TOGLIERE LA VITA A CHIUNQUE. "
Ma il lunedì non hanno potuto domandarle se veramente avesse cambiato idea e perché. L'assistente è rimasta per tutto il tempo incollata ai visitatori, agendo chiaramente in modo da impedire che si potesse fare qualsiasi domanda più delicata.