“Il Visconte dimezzato” di Italo Calvino 7 – Il ritorno all’unità
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Alla fine del romanzo, Medardo il Gramo e Medardo il Buono si trovano ravvicinati per amore di Pamela che ognuna della due metà vorrebbe per sé, per quel desiderio di pienezza e felicità che non è mai sopito nel cuore dell’uomo e che l’amore per la persona amata realizza e compie.
Per stabilire chi dei due l’avrà per sposa, si sfidano a duello e si combattono con ferocia e accanimento, finché, tramortiti e sanguinanti per l’antica ferita riaperta nel fianco di entrambi, si accasciano a terra e subito il dottor Trelawney si slancia sui due mezzi corpi e li fascia strettamente assieme.
Così, dopo una breve convalescenza, il nipote potrà concludere la storia dicendo:
“... mio zio ritornò uomo intero, né cattivo né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà, cioè apparentemente non dissimile da quello ch’era prima di essere dimezzato: ma aveva l’esperienza dell’una e dell’altra metà rifuse insieme, perciò doveva essere ben saggio. Ebbe vita felice, molti figli e un giusto governo: anche la nostra vita mutò in meglio. Forse ci s’aspettava un’epoca di felicità meravigliosa; ma è chiaro che non basta un visconte completo perché diventi completo tutto il mondo” ( pag. 100)
Medardo ha ritrovato infine l’unità e la saggezza, frutto dell’esperienza fatta e come lui anche i lettori, che lo hanno accompagnato nella sua avventura, hanno portato a compimento la lettura del romanzo e sono arrivati allo svelamento del suo significato nascosto.
Hanno capito infatti di non aver letto solo una favola (non sono lettori dimezzati!), ma la storia dell’esperienza di un uomo che prende coscienza del male e del bene dentro di sé, impara a riconoscere la possibilità di cedere al male anche quando fa il bene e a non disperare, quando si comporta da malvagio.
Ma “non basta un visconte completo perché diventi completo tutto il mondo” ricorda Calvino ai suoi lettori, a conclusione della storia.
Per ottenere questo, occorrono tanti visconti e tanti lettori che, dimezzati come il protagonista del libro, trovino “una completezza nuova” e cerchino “l’armonia perduta”, auspicata da Calvino.
Questo il messaggio del romanzo ai suoi lettori.