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Il pensiero di Chesterton - La ragione 1 - La modernità è un attacco alla ragione

Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
La ragione umana può forse a volte fallire o non bastare, ma qualsiasi soluzione che prescinda dalla ragione è falsa.

La conclusione di questo percorso tra le ideologie di fine secolo evidenzia il loro sostanziale fallimento dal punto di vista della salvaguardia della ragione:
II materialismo, come l'idealismo per cui tutto è illusione personale, producono alcuni effetti identici: se l'anima è meccanica, il pensiero non può avere una sua attività, e se il mondo è irreale, non può essere oggetto di pensiero”. (GKC, Ortodossia, pag. 48)
Questo è il motivo del sostanziale rifiuto da parte di Chesterton della modernità: essa contraddice il suo assunto fondamentale.
Tutta l'opera di Chesterton è infatti votata in difesa della possibilità stessa della ragione. Ogni racconto di padre Brown non è che il dispiegarsi di questa esigenza: spesso qualche personaggio cerca di esimere la ragione dalla sua ricerca, adducendo spiegazioni magiche, soluzioni sovrannaturali, certo di avere nel prete un alleato, nell'equivoco di ritenere che la fede sia la fine della ricerca intellettuale, il sonno della ragione; altri usano con lo stesso fine la scienza, inventando lì per lì una legge scientifica ad hoc per spiegare l'accaduto. Invece padre Brown rifiuta sempre sia l'uno che l'altro espediente. Guarda tutto, riflette su tutto, tutto confronta con le verità già accettate, tutto rimette all'esame della ragione, finché la soluzione non ne emerge. Una sola convinzione domina tutto l'insieme della produzione chestertoniana di padre Brown: la ragione umana può forse a volte fallire o non bastare, ma qualsiasi soluzione che prescinda dalla ragione è falsa. Nell'ambito delle cose umane la ragione è sovrana e in essa l'uomo ha lo strumento sufficiente a soddisfare le sue esigenze di verità.
L'autorità della ragione è il primo articolo di fede del credo chestertoniano; tanto da creare disagio in quelli, come il valdese M.M. Rossi, restii a riconoscere alla ragione una funzione forte nel cammino spirituale di un uomo:
La fantasmagoria moderna del loro ritorno alla fede del Medioevo colpisce - e si resta stupiti di fronte alle conseguenze inattese: inattese come ci appare inatteso tutto ciò che deriva da un processo logico, puramente logico, nel campo dello Spirito
e prosegue definendo la fede di Chesterton come quella di Benson
E 'una fede dantesca e agostiniana, tutta logica”. (M.M. Rossi, Verso una teologia, Bari 1946, pagg. 51 e 52)
Chesterton con la sua caratteristica acutezza di sguardo, vide che sotto una sottile vernice di razionalismo, tutte le filosofie moderne si risolvevano in un attacco alla ragione. Per questo e non per un vago fideismo le rifiutò, dedicando il resto della sua vita a polemizzare apertamente con queste concezioni in nome di una teoria personalissima che finì poi col coincidere con l'ortodossia cattolica. Questo è il nodo dell'interesse che Chesterton suscita, o dovrebbe suscitare, in noi, nodo in cui autobiografia e riflessione teorica si incernierano costituendo l'autentica originalità chestertoniana. Parlando di Wells Chesterton ebbe a dire
Ogni volta che lo incontravo mi dava l'impressione che stesse venendo da qualche luogo, non che stesse andando in qualche luogo. [...]. Ed era cosi spesso sul punto d'affermare la verità che i suoi movimenti mi irritavano come la vista di un cappello che, continuamente trasportato dalle onde del mare verso la riva, non la raggiungesse mai. Egli credeva, penso, che lo scopo dell'aprire la mente consistesse semplicemente nell'aprire la mente. Mentre io sono incurabilmente convinto che lo scopo dell'aprire la mente, come dell’aprire la bocca, sia di chiuderla di nuovo su qualcosa di solido”. (GKC, Autobiografia, pag. 225)
Questa è l'esigenza più radicale di Chesterton, quella che mosse tutta la sua ricerca personale e la sua attività pubblica.

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