Il pensiero di Chesterton - L'uomo naturale e l'enigma del mondo 10 - Fragili come il vetro
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Le due biografie di santi si pongono come pietre miliari nel cammino di Chesterton verso la conversione: esse testimoniano come il cattolicesimo sia conferma e ampliamento di quelle intuizioni fondamentali che egli ha sintetizzato nella filosofia del giardino delle fate. Nel S. Tommaso il realismo metafisico, filosofia ufficiale della cattolicità si pone come fondamento razionalmente saldo della intuizione del mondo come una sorpresa e una sorpresa piacevole. Sul realismo metafisico poggia la lode e la gratitudine per l'esistenza delle cose, di cui è testimone anche S. Francesco
Trovandosi questi in un certo senso mistico dall'altro lato delle cose, le giudica un'emanazione divina, come fanciulli che escono da una casa familiare e gradita, invece di incontrarli - come accade a molti di noi - per le strade del mondo. E paradossalmente questo privilegio fa sì che egli sia più familiare, più fraterno, più spensieratamente ospitale di noi. Per noi gli elementi sono come araldi che annunziano che ci stiamo avvicinando alla città di un grande re; ma egli li saluta con vecchia familiarità, quasi con vecchia intimità. Li chiama Fratello Fuoco e Sorella Acqua. (GKC, San Francesco, pag. 57)
Realismo metafisico e positività del reale sono intimamente legati. Cogliere la loro verità e il legame che li unisce ha però come condizione il rovesciamento, la conversione, umiltà intellettuale: solo attraverso il rovesciamento l'uomo attinge l'altro lato delle cose, il retro dell'arazzo; solo facendosi piccolo l'uomo coglie la vera grandezza delle cose. Questa tematica del rovesciamento può essere seguita attraverso tutta l’opera di Chesterton fin dal primo romanzo, Il Napoleone di Notting Hill. Dobbiamo ancora scandagliarla, perché essa non ci ha ancora detto tutto ciò che può dirci; essa può condurci alla seconda delle intuizioni originali che costituiscono la filosofia del giardino delle fate descritta in Ortodossia. Il punto di vista rovesciato sottolinea la fragilità delle cose e quindi il concetto della loro dipendenza. Le cose sono sospese al filo di una condizione: che Dio non le lasci cadere. Ebbene la stessa fragilità che nel S. Francesco è resa visivamente nell'immagine della città di Assisi capovolta e sospesa nel cielo ha il suo parallelo nelle favole in special modo nella ricorrente immagine del vetro
Quest’affare del vetro che nella letteratura popolare s'incontra con straordinaria frequenza non può essere puramente casuale: principesse che vivono in un castello di vetro o su una collina di vetro, che vedono tutte le cose in uno specchio, che possono vivere in case di vetro purché non tirino sassi. Questo fugace luccichio di vetro che ricorre dappertutto sta a dimostrare che la felicità è brillante ma fragile, come un oggetto che è più facilmente esposto a esser rotto dal gatto o dalla cameriera. Questi concetti sono talmente penetrati in me che sono ormai diventati la mia concezione del mondo. lo ho sentito e sento che la vita è splendida come il diamante, ma fragile come il vetro della finestra; e ricordo di aver provato un brivido ogni volta che ho sentito paragonare i cieli al terribile cristallo: ho avuto paura che Dio lasciasse cadere il cosmo mandandolo in frantumi. (GKC, Ortodossia, pagg. 77-78)
Anche nelle fiabe la felicità, emblema della positività del reale, è sospesa al filo di una condizione. La felicità è possibile, ma fragile come il reale stesso:
Ricordatevi che una cosa che può rompersi non è lo stesso che una cosa che può perire. Rompete un vetro e esso non durerà un istante, non rompetelo e durerà mille anni. Tale, mi pare, la felicità dell'uomo nel paese degli elfi - e sulla terra. (Id. Ibid.)
Illustrazioni di Chiara Ciceri