Il pensiero di Chesterton – Critica delle teorie filosofiche moderne 5 – Lo scetticismo
Il dubbio scettico colpisce il sovrannaturale, ma colpisce innanzitutto il naturale, distrugge per prima cosa la possibilità stessa di pensare. Impedisce soprattutto di vivere.- Autore:
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Materialismo, evoluzionismo e teorie del progresso si pongono così come premesse all'attacco più diretto ed esplicito contro la ragione, lo scetticismo.
Lo stesso potrebbe dirsi dell'altro estremo della logica speculativa. C'è una forma di scetticismo più terribile del materialismo grossolano: per il materialista tutto comincia nella materia; per lo scettico tutto comincia in lui:
“Egli non dubita della esistenza degli angeli o dei diavoli, ma di quella degli uomini e delle vacche; per lui, i suoi amici sono una mitologia da lui creata”. (GKC, Ortodossia, pag. 36 e 37)
Ricordiamo che Chesterton stesso attraversò questa forma di solipsismo filosofico; lo scetticismo era un clima filosofico consolidato al tempo della sua giovinezza e la sua fame intellettuale di verità lo portava ad accettare una filosofia fino alle sue estreme conseguenze, o a avversarla in toto, proprio come il giovane Innocenzo Smith. Egli si rendeva conto benissimo delle estreme conseguenze che derivavano inarrestabilmente dalle premesse del libero pensiero: non altrettanto però facevano i liberi pensatori. Nella sua autobiografia confessò questa sua difficoltà:
“La straordinaria lentezza degli scettici a comprendere il nocciolo della questione, persino il nocciolo della loro stessa posizione, mi è stato un problema per tutta la vita. So che sono stati accusati, oltre che ammirati, per la loro precipitazione inconsiderata, e per il loro impeto temerario d'innovazione; ma io ho sempre trovato difficoltà nel farli muovere pur di pochi pollici, e nel far condurre a termine il loro ragionamento”. (GKC, Autobiografia, pag. 334)
Se avessero condotto a termine il loro ragionamento si sarebbero trovati davanti all'alternativa del dottore Eames, il suicidio o la conversione. Lo scetticismo è realmente il suicidio del pensiero, secondo il titolo del capitolo di Ortodossia che stiamo scorrendo.
“V'è ancora l'idea che l'agnostico può essere sicuro di questo mondo, purché non desideri essere un cosiddetto "Ultra mondano". Può accontentarsi del senso comune intorno ad uomini e donne, purché non si incuriosisca dei misteri intorno agli angeli ed agli arcangeli. Non è vero. I problemi dello scettico colpiscono direttamente il cuore di questa nostra vita umana: essi disturbano questo mondo, del tutto indipendentemente dall'altro mondo”. (Ibidem)
Il dubbio scettico colpisce il sovrannaturale, ma colpisce innanzitutto il naturale, distrugge per prima cosa la possibilità stessa di pensare. Impedisce soprattutto di vivere. Ogni azione dell'uomo è un atto di fiducia, e non di dubbio, nel reale, ogni suo giudizio un atto di fede nella ragione. Tolta questa fiducia e questa fede l'uomo è condannato alla paralisi. Lo nota Chesterton a proposito di una teoria propugnata da Wells secondo la quale non esistono categorie, ma solo oggetti unici, che hanno tra loro differenze tali che qualsiasi generalizzazione è arbitraria. L'astrazione non essendo un oggetto e non coincidendo perfettamente con nessuno degli oggetti, che sono ritenuti la sola realtà esistente, non è reale e quindi non esiste. Osserva Chesterton:
“Pensare significa connettere e il pensiero si arresta se la connessione é impossibile. Non occorre dire che questo scetticismo che impedisce di pensare impedisce anche necessariamente di parlare: se uno è scettico non può aprire bocca senza contraddirsi. Così, quando Wells dice (come ha detto non ricordo dove): "Tutte le sedie sono differenti", non soltanto egli dice una inesattezza ma la sua è una vera contraddizione in termini. Se tutte le sedie sono differenti non si può dire "tutte le sedie". (GKC, Ortodossia, pag. 49)
Così come il lucido ragionamento del pazzo, queste teorie non possono però essere contestate nella loro logica interna; l'errore dello scetticismo non è risolvibile restando nell'ambito dei suoi ragionamenti.
II ragionamento dello scettico è inoppugnabile: è una eresia, vale a dire una filosofia perfettamente coerente, perfettamente salda e perfettamente falsa.
“Anche questo estremo è inoppugnabile in teoria, ma zoppica in pratica. Per amore di semplicità possiamo esprimere il nostro concetto dicendo che un uomo può credere di vivere in un perpetuo sogno. Ora è ovvio che non può essere data alcuna prova positiva del fatto che egli non sogna, per la semplice ragione che, qualunque prova si desse, sarebbe come data in sogno. [...] La loro pazzia è provata non da errori nelle loro argomentazioni, ma dall'errore manifesto di tutta la loro vita. [...] La demenza è la ragione adoperata superficialmente, il raziocinio a vuoto”. (Ibidem, pag. 37 e 38)
Lo scetticismo, come il materialismo, chiede per essere conosciuto come falso un passo indietro, un allargarsi dell'orizzonte mentale.