“Queste oscure materie” - la trilogia di Philip Pullman 1 - Introduzione

Accompagnato da roventi polemiche soprattutto negli USA, sta per uscire il primo film tratto dalla trilogia di Philip Pullman “Queste oscure materie” (La bussola d’oro/La lama sottile/Il cannocchiale d’ambra). Nel desiderio di approfondire tematiche che toccano da vicino l’esperienza cristiana, abbiamo chiesto a Marzia Platania, esperta di fantasy, di aiutarci ad un giudizio, rileggendo l’opera letteraria da cui è tratto il film.
(Attenzione: in seguito viene rivelata in parte la trama dell’opera.)
Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Sta per uscire nei cinema il film tratto dal primo libro della trilogia di Philip Pullman, “La bussola d’oro”. È sicuramente un romanzo che ben si presta ad una riduzione cinematografica ricca di azione e di effetti speciali, di sicuro successo presso un pubblico che mostra di gradire il fantasy.
Occorrerà poi vedere se il cinema si dimostrerà interessato anche al seguito, poiché il primo romanzo lascia nella suspence tutta l’impostazione “cosmologica” e ben poco spiega dell’universo immaginato dall’autore, privilegiando l’impostazione della “mission”: tutti i personaggi hanno uno scopo, spesso contrastante, e tutto l’interesse è volto a capire da che parte stanno i “buoni” e chi vincerà alla fine, muovendo dal punto di vista di una bambina, Lyra, che ben poco può capire dei grandi interessi che le ruotano intorno, ma che ha come destino di decidere le sorti dello scontro. Certamente la chiesa, nel libro, è nettamente dalla parte dei cattivi: si dovrà vedere se il regista ha voluto calcare la mano o alleggerire i toni.
Alla trilogia è stata mossa l’accusa di avere un impianto “satanico”: andiamo ad analizzare l’impianto cosmologico dell’autore, quale si delinea nell’intera trilogia, per verificare quanto sia condivisibile questa accusa.
L’autore presuppone una serie infinita di mondi, più o meno diversi tra loro. L’azione prende inizio da un mondo che è la copia del nostro, vi sono addirittura i medesimi edifici nelle medesime posizioni, salvo alcuni macroscopici particolari.
Il primo è che i suoi abitanti hanno il daimon. Il daimon ha forma di animale, ma può mutarla a proprio piacimento finché il suo essere umano è bambino; con la pubertà prende forma definitiva. È in grado di parlare, è di sesso opposto al suo umano, non può allontanarsi eccessivamente da esso pena la sofferenza di entrambi e al limite la morte, ne condivide i sentimenti ed i pensieri. È come una parte dell’anima fatta percepibile e alla morte del suo umano svanisce nel nulla. È vietato toccare il daimon di un’altra persona (è una intimità inconcepibile), ma i daimon possono parlarsi tra loro comunicando poi ai rispettivi proprietari. Se due persone litigano i loro daimon si ringhiano, se un daimon si sottomette ad un altro anche il suo proprietario l’abbozza, se due si amano i loro daimon si accarezzano e si rotolano affettuosamente. La forma del daimon dice anche qualcosa del carattere del proprietario: i servitori hanno spesso come daimon un cane; il papà della protagonista, che è un lord, ha un aristocratico leopardo, i soldati hanno un lupo, un tale ha un serpente ed immaginate voi che tipo è… (ci si chiede cosa accadrebbe ad un poveraccio che come daimon abbia un elefante e debba prendere un autobus nell’ora di punta: ma l’autore purtroppo non ce lo spiega…). Nel seguito risulta che anche noi umani di questo mondo abbiamo il daimon, ma l’abbiamo dentro, invisibile: Will, il coprotagonista a partire dal secondo romanzo, si divide dal suo per entrare nel mondo dei morti a cercare l’amico di Lyra, la protagonista; una ex suora, loro amica, che dovrebbe svolgere la parte del serpente dell’Eden, impara a vedere il suo guardando di sguincio in un certo modo (vi consiglio di provarci, dopo aver fatto il test nel sito del film per sapere qual è il vostro daimon, ma solo in assenza di testimoni, altrimenti sembrereste afflitti da tic nervosi); il daimon prende forma definitiva quando i ragazzi innamorati toccano ciascuno il daimon dell’altro (e qui si apre un doveroso interrogativo: quel marinaio di cui ci viene narrato, che aveva come daimon un delfino e pertanto non poteva scendere mai a terra, dove aveva portato la sua bella per il primo appuntamento? In ammollo?).
Nella storia di questo mondo parallelo è poi intervenuta una (abbastanza comicamente improbabile) variazione: è diventato Papa un certo Giovanni Calvino, che ha portato la sede pontificia a Ginevra, e dopo la propria morte ha disposto l’abolizione del papato. La chiesa, mai divisasi tra cattolica e protestante, è divisa però tra diversi organi di governo che si contendono il potere; esercita un potere puntuale sulla società civile (non esiste praticamente lo Stato), tanto che la scienza si chiama teologia sperimentale. Dio è chiamato l’Autorità, e benché si faccia riferimento al cristianesimo, la figura di Cristo è praticamente ignorata. La chiesa appare dominata da un pesante moralismo unito ad una totale mancanza di scrupoli, che si nutre della convinzione di agire al servizio del bene qualunque cosa si faccia, perché il bene non è altro che ottenere rispetto per il potere dell’Autorità, che è poi anche il loro stesso potere. Approssimative ma incrollabili convinzioni accecano i fanatici ecclesiastici, tutti tesi a garantire l’ordine esistente, e ad impedire il peccato non con la virtù ma con il potere.
La tecnologia è grosso modo al livello di fine Ottocento/ inizi Novecento, con applicazioni pratiche come l’illuminazione elettrica (lì chiamata ambarica) e i motori, ma senza telefono e computer. Esiste però la magia, praticata (con risultati non entusiasmanti, comunque) dalle streghe, dagli sciamani e da sapienti di vario genere. Le streghe hanno daimon che si possono allontanare da loro stesse, cosa molto angosciante per gli umani normali, che quando vedono un essere umano senza daimon reagiscono come noi a vedere un fantasma. Volano su rami di uno speciale albero e tirano frecce. Hanno anche vita lunghissima, adorano la natura e uccidono gli uomini (rari) che resistono al loro fascino (questo lo dico come avvertimento, casomai ne incontraste una). Non viene data spiegazione dei poteri magici, se non ovviamente un vago rimando alla Natura e al fatto che ci sono più cose in cielo ed in terra di quante noi possiamo immaginare.