Mio figlio vuole fare di testa propria
Nostro figlio continua a dirci che vuol fare quello che vuole, di testa sua, che non possiamo imporgli le nostre idee anche perché lui non fa male a nessuno. Al massimo - dice - sbatto io la testa! Anche mio marito dice che non devo esagerare, ma a me sta venendo l'esaurimento.- Curatore:
Con buona pace di tutti è necessario che un ragazzo o una ragazza arrivino a "pensare con la loro testa", anzi questo è il vero scopo dell'educare. Il punto delicato è aiutare i figli a fare quello che vogliono provocando in loro una seria riflessione su ciò che vogliono.
Questo inizia dalla culla. In ogni famiglia si insegna ad amare ed apprezzare certi valori perché "si respirano nell'aria", non perché se ne parla ad una certa età. Porsi il problema di "che cosa voglio davvero per la mia vita" spinge ad andare a fondo nella scoperta e nell'accoglienza del mistero della vita.
In questo senso il problema posto dai figli è in realtà il problema di come stiamo vivendo il mistero della nostra vita. Se noi stessi viviamo con la logica che il vertice della moralità è non fare male agli altri, possiamo stupirci se i nostri figli vivono così? Fare il bene è molto di più che non fare male, perché implica lo sforzo creativo di capire cosa posso fare ora, momento per momento, per realizzare non un mio parere ma la verità.
Perché spesso a tavola chi tiene banco è la televisione? Non nascondiamo in questo un vuoto di comunicazione?
Probabilmente i nostri figli potrebbero essere diversi se per anni avessero ascoltato i genitori ricercare ogni giorno la direzione giusta in mezzo al bombardamento di stupidaggini che ci circonda.
L'alternativa purtroppo diventa l'imposizione di ciò che noi pensiamo.
E questo genera incomprensione.
Con questo non si vuole eliminare il dovere di esercitare una autorità sui propri figli, fin da piccoli. Rinunciare a tale dovere è disastroso per il loro futuro. Rimane vero che la nostra autorità è veramente "autorevole", cioè credibile, se è frutto di un serio cammino nostro.