...Andrea Pellegrini (Seconda Parte)
Intervista ad Andrea Pellegrini- Autore:
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Ci parli del tuo disco 'Middle earth'? Una parte è ispirata alla mitologia tolkieniana. Come nasce questo progetto?
"Middle Earth" è stato inciso con l'Ensemble Ainulindale di 11 elementi per cui ho arrangiato musiche che stavano nel cassetto da anni. Il produttore, Roberto Meo (Symphonia), ha apportato un contributo determinante: non avevo le risorse finanziarie per realizzarlo ed egli mi ha proposto un contratto vero e proprio. Sentivo il bisogno di legni e contrappunti, linee sovrapposte, strutture lunghe, e in questo sentivo una colossale affinità con certe cose degli Oregon, Gil Evans (ma anche Ellington, Bruno Tommaso e Puccini). Per questo è stato interessante lavorare con Paul McCandless, e fare oltre al cd un tour, ottenendo risonanza sui media non solo italiani e potendo instaurare con lui un rapporto che dura ancora oggi.
Sentivo l'esigenza di piegare certi stilemi del jazz a una sensibilità toscana, relativamente a elementi musicali timbrici, melodici.
Sei soddisfatto dell'incisione?
Nel cd il suono è sbagliato. Il modo di suonare di alcuni musicisti (i 2 batteristi, il chitarrista) è stato brutalmente condizionato da enormi problemi di acustica. Tanto che appena iniziato il primo pezzo, Roberto ci disse, con Paul appena giunto dalla California; 'E' impossibile, tutti a casa'. E' un miracolo che il cd sia uscito.
La Suite Tolkieniana funziona all'inizio, poi meno. E' fatta di 5 pezzi accostati in un crescendo dinamico. 'Portovenere', un tema che mi è venuto proprio bene, sai, di quelli che funzionano in tutte le salse (piano solo, trio, quartetto, orchestre varie, archi!), che in tutta la vita ne scrivi 2 o 3. Contiene elementi che vengono da Piazzolla, dagli Oregon, da Chopin, da Bruno Tommaso. Funzionano i pezzi 'cameristici', dove la ripresa ha fatto meno danni: "Chiara" (piano solo), "Ninna" (piano, sax suonato 'classico' e talkin' drum), ma la 'stanza' è brutta anche qui. Vorrei tanto trovare una nuova produzione per incidere da capo tutto, più o meno con stessi musicisti e arrangiamenti ma con un suono compatto, presente. Rischia di creare un malinteso in chi lo ascolta, cioè la sensazione che l'alone...mistico che c'è nel reverbero sia voluto: non lo è! Sognavo musica complessa e contrappuntistica, europea, ora graffiante ora delicata, ma sempre ben scolpita, come certi suoni pop! Mi è stato concesso di realizzare il progetto a metà: pace. E' uno dei tanti significati del titolo: "Middle Earth", termine tolkieniano, indica anche che la musica è riuscita a metà! Ma il lavoro è stato apprezzato, quindi la strada è giusta. I miliardi verranno!
Ma la mia Suite è bella! Ed è incisa, bene o male, e resterà! Tutti noi musicisti pensiamo così della musica che riusciamo a incidere: è salva! E' incisa, non immortale, diciamo al sicuro. Coccolata nella scatolina del cd, al riparo da polvere, oblii, imbecilli e bacilli. E' la nostra progenie psichica. E' importante.
Mi dicevi che insegni; e da quello che raccontavi poco fa sembrerebbe che ci sia proprio bisogno di un'educazione musicale. A me pare una priorità...
Come la stragrande maggioranza dei musicisti, per i quali suonare è assolutamente vitale, ho iniziato a insegnare per bisogno: i concerti sono sempre meno di quanto desidero. Poi, visto il mio carattere, che da sigillato è diventato espansivo (grazie anche al mio rapporto con la musica e alla mia famiglia, sebbene io abbia perso mio padre quando avevo 14 anni), in seguito a coincidenze, al fatto di aver trovato collaboratori e colleghi particolarmente in gamba in un ambiente stimolante, curioso, stravagante (a volte folle) com'è la Scuola Bonamici di Pisa, specie nel Dipartimento di Jazz, sono riuscito a fare di necessità virtù, e ora non credo che lascerei l'insegnamento. E' faticosissimo insegnare, specie nel jazz, dove forse la parola 'insegnare' non è correttissima (è più un passare, contagiare, oltre che informare): le energie di cui hai bisogno sono immani. Un settimanale di psicologia inglese ha dimostrato che un'ora di musica dal vivo richiede energie come tre ore in catena di montaggio...
Come imposti l'insegnamento?
Uso un sistema molto semplice: suono insieme agli allievi e approfondisco aspetti teorici, storici, tecnici, anche sociologici, nei limiti delle mie conoscenze, sempre e solo collegati al materiale che stiamo 'realmente' suonando. Soprattutto lavoro in modo trasversale; un pianista allievo mio, anche se principiante, si vedrà sì propinate scale, accordi, modi e teorie varie, ma anche Bach, Mozart, Clementi, Satie e Bartok; e verrà sbattuto in un gruppo di insieme sempre un po' prima di quanto non si aspetti! E' fondamentale: benché anche i 'classici' abbiano finalmente capito la sua importanza, per loro la musica di insieme è sempre un po' un punto d'arrivo: per noi è il punto di partenza!
Abbiamo 393 allievi, 44 corsi, 30 insegnanti, 70 allievi in lista d'attesa: segno che il metodo funziona, sebbene molti insegnanti del Dipartimento di Classica siano ancora un po' troppo ancorati a metodi superati.
C'è assoluto bisogno di cultura e conoscenza musicale nelle scuole di ogni ordine e grado, per il bene dell'arte e della musica ma anche perché la musica aiuta le persone a essere felici, a imparare a stare insieme, a coordinare istinto e ragione, a avere fiducia in se stessi e un sacco di altre cose note fin dai tempi di Aristotele e Confucio, che raccomandava la musica come arte da conoscere per i governanti! Ma i governi oggi non hanno alcun interesse a sfornare persone felici. Ovvio quindi che la musica sia la prima cosa da tagliare fuori. Ma noi suoniamo le nostre trombe e le nostre campane, e anche contemporaneamente!
Cosa faresti ascoltare a dei bambini? Hanno un energia tale che va solo indirizzata...
Beh, tutta la buona musica, e molto. Con qualche precauzione riguardo al volume, se si parla di bambini e di vecchi: amano la tranquillità. Sono prossimi all'infinito, e mi pare giusto. In ogni caso, Mozart, tanto Mozart, e più sono piccoli, più Mozart ci vuole. Non ho dubbi. Rasserena; diverte; incanta; insegna a contare, a cantare e a pensare la musica Se il mondo è così terribile, oggi, è anche perché non c'è più tanto Mozart in giro. Non sto esagerando. Tutte le sonate per pianoforte; il quintetto per clarinetto (la stessa impronta psichica, lo stesso 'passo' del movimento centrale del concerto in sol di Ravel); i concerti per pianoforte; le sinfonie concertanti fanno meglio degli antibiotici, almeno come prevenzione, e sicuramente meglio degli psicofarmaci, oggi così di moda tra i relitti umani che affollano questo stanco pianeta. Sì: sto ammettendo che anche la musica pura può avere funzioni e significati... E la cosa si ingarbuglia di nuovo! Divertente, no? Forse stiamo scoprendo la musicalità della nostra chiacchierata. La complessità, mi sa, è l'unica certezza.