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9 gennaio - GAETANA AGNESI, prima donna matematica in Italia.

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Uno degli stereotipi più radicati e falsi del pensiero diffuso dominante è l'ostilità della Chiesa e del Cristianesimo nei confronti della scienza.
In realtà i più grandi protagonisti delle innovazioni scientifiche sono fedeli cristiani laici o religiosi che vivono la loro vocazione al sapere in profonda continuità con la loro sequela di Gesù.
Dopo GALILEO GALILEI, padre del metodo sperimentale (8 gennaio 1642) e il canonico agostiniano ceco Gregor Mendel (6 gennaio 1884), padre della genetica moderna, ecco la prima donna matematica in Italia (9 gennaio 1799).
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Per recuperare la lunghissima fila di scienziati credenti vedi qui.


Gaetana AGNESI (Milano, 16 maggio 1718 – Milano, 9 gennaio 1799) appartiene ad una facoltosa famiglia di commercianti della seta. Contrariamente a quanto è stato scritto in passato, il padre Pietro non era professore di matematica a Bologna, bensì un “uomo nuovo” della ricca borghesia milanese, che in quegli anni investiva le ricchezze familiari nel tentativo di elevare il proprio casato al rango patrizio mediante un generoso mecenatismo per arti, scienza e poesia.

Un salotto di intellettuali italiani e stranieri presso il proprio palazzo e l’investimento nell’istruzione dei figli facevano parte della sua strategia di ascesa sociale. Il salotto di palazzo Agnesi raccoglieva parecchi esponenti dell’illuminismo cattolico lombardo legati al movimento di riforma portato avanti da Antonio Ludovico Muratori (1672-1750) e appoggiato da papa Benedetto XIV durante il suo pontificato (1740-1758).

Impegnati in una campagna per un nuovo rigore morale e per la partecipazione attiva dei fedeli alla società civile, questi ecclesiastici SI PROPONEVANO DI ARMONIZZARE RAGIONE E FEDE ANCHE ATTRAVERSO L’INTRODUZIONE DELLE NUOVE TEORIE SCIENTIFICHE, COME IL SISTEMA NEWTONIANO E IL CALCOLO INFINITESIMALE.

La giovane Maria Gaetana si forma in questo ambiente. Prosegue la sua educazione con i migliori istitutori privati leggendo autori classici e testi di filosofia, di etica e di fisica.

Dopo un brillante esordio nel mondo accademico con una prima sua pubblicazione sulle scienze, nel 1739 manifesta la volontà di abbandonare l’attività mondana e la frequentazione dei salotti per prendere i voti: di fronte alle resistenze paterne la giovane acconsente ad un compromesso che le permetta di vivere un’esistenza ritirata senza entrare in convento, ma PRESTANDO OPERA DI ASSISTENZA PRESSO IL REPARTO FEMMINILE DELL’OSPEDALE MAGGIORE DI MILANO.

Nel 1748 pubblica in due volumi le "Instituzioni analitiche per uso della gioventù italiana": come indica il titolo, l’intento dell’autrice è divulgativo e didattico, in linea con quelle che erano le impostazioni di base del movimento del cattolicesimo illuminato di cui faceva parte. La lingua adottata quindi è l’italiano, in rottura con la tradizione manualistica dell’epoca in latino; lo stile è semplice e chiaro.

Socia di varie accademie scientifiche, nel 1748 viene aggregata all’Accademia delle scienze di Bologna. PAPA BENEDETTO XIV LE FA ASSEGNARE NEL 1750 L’INCARICO DI LETTRICE ONORARIA DI MATEMATICA ALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, CHE NEGLI STESSI ANNI VEDE TRA I SUOI DOCENTI DONNE CELEBRI COME LAURA BASSI; AGNESI ACCETTA, MA NON SVOLGERÀ MAI IL SUO INCARICO.

Nel 1752, alla morte del padre abbandona, infatti, l’attività scientifica per dedicarsi alle opere caritatevoli ed al raccoglimento spirituale: pochi anni dopo lascia il palazzo di famiglia e si trasferisce presso le stanze dell’Ospedale Maggiore.
Su richiesta dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Pozzobonelli (1696-1783), assume nel 1771 la direzione del reparto femminile del Pio Albergo Trivulzio. Il suo impegno si manifesta anche nel suo incarico di consigliera di materie teologiche dello stesso arcivescovo, che nel 1768 la nomina “priora della dottrina cristiana”, incarico legato all’opera di catechizzazione del popolo.