22 Maggio - ALESSANDRO MANZONI: grande letterato e grande pensatore italiano

Oggi, 22 maggio nel 1873 muore Alessandro Manzoni.
Se chiedessimo a 1000 italiani di indicare quattro pensatori importanti nel nostro ‘800, nessuno sceglierebbe Alessandro Manzoni, fraterno amico di Antonio Rosmini dal 1826 in poi, conoscitore attento del dibattito promosso in Francia dagli “ideologues” attraverso la frequentazione dei salotti parigini, erede della più alta cultura milanese influenzata da esponenti importanti dell’illuminismo come Verri e Beccarla, e autore di una di quelle opere, I Promessi Sposi, che per la sua bellezza e profondità ha contribuito a formare lo spirito e la cultura italiana forse quanto la “Divina Commedia” di Dante.
Eppure, come osserva acutamente A.Torno in un suo articolo sul Corriere, in occasione del Convegno di Milano per la nuova edizione dei suoi “Scritti filosofici”:
“.. la sua filosofia nasceva qui, sul tavolo che c' è ancora, insieme ai personaggi de «I promessi sposi». Con essi ha spiegato il mondo e la vita meglio di tanti trattati di filosofia”.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Parliamo cioè di un Autore che ha fatto filosofia in modo proprio, riflettendo su un romanzo a cui dedica la maggior parte delle sue forze intellettuali.
Nelle “Osservazioni sulla morale cattolica”, la sua più importante opera filosofica, e la più importante apologia del cristianesimo insieme ai Pensieri di Pascal, scrive in modo molto acuto le seguenti parole:
“La religione è stata, fino ne' suoi primi tempi, e da' suoi primi apostoli, paragonata a una milizia. Applicando questa similitudine, si può dire che chi non vede o non sa apprezzare l'unità delle sue massime e delle sue discipline, fa come chi trovasse strano che i soldati s'addestrino ai movimenti della guerra, e ne sopportino le fatiche e le privazioni, quando non ci sono nemici.
Le filosofie puramente umane, richiedendo molto meno, sono molto più esigenti: non fanno nulla per educar l'animo al bene difficile, prescrivono solo azioni staccate, vogliono spesso il fine senza i mezzi: trattano gli uomini come reclute, alle quali non si parlasse che di pace e di divertimenti, e che si conducessero alla sprovvista contro de' nemicí terribili. Ma il combattirnento non si schiva col non pensarci; vengono i momenti del contrasto tra il dovere e l'utile, tra l'abitudine e la regola; e l'uomo si trova a fronte una potente inclinazione da vincere, non avendo mai imparato a vincere le più fiacche. Sarà forse stato avvezzo a reprimerle per motivi d'interesse, per una prudenza mondana; ma ora l'interesse è appunto quello che lo mette alle prese con la coscienza. Gli è stata dipinta la strada della giustizia come piana e sparsa di fiori; gli è stato detto che non si trattava se non di scegliere tra i piaceri, e ora si trova tra il piacere e la giustizia, tra un gran dolore e una grand'iniquità. La religione, che ha reso il suo allievo forte contro i sensi, e guardingo contro le sorprese, la religione, che gli ha insegnato a chieder sempre de' soccorsi che non sono mai negati, gl'impone ora un grand'obbligo, ma l'ha messo in caso d'adempirlo; e avergli chiesto un gran sacrifizio, sarà un dono di più che gli avrà fatto. La religione, chiedendo all'uomo cose più perfette, chiede cose più facili, vuole che arrivi a una grand'altezza, ma gli ha fatta la scala, ma l'ha condotto per mano: le filosofie umane, contentandosi che tocchi un punto molto meno elevato, pretendono spesso di più; pretendono un salto che non è della forza dell'uomo. (A. MANZONI, Osservazioni sulla morale cattolica, CAPITOLO XIV.)

Rodolfo Quadrelli, nella sua brillante introduzione agli Scritti filosofici, pubblicata da Rizzoli nel 1967, sottolineando l’importanza dell’approccio morale e non metafisico dell’Apologia del Manzoni, ne evidenza la straordinaria attualità, avendo individuato come nemico la posizione del Sismondi, riconducibile al pensiero secolarizzato, “deciso a far a meno non solo della religione cristiana e cattolica, ma di ogni religione, tesi che oggi si sta realizzando non solo a livello degli intellettuali come al tempo del Manzoni , ma a livello del popolo sul quale il Manzoni poteva contare, essendo la grande maggioranza dell’Italia contadina ottocentesca espressa allora dalla morale cristiana".


Per le opere

Per le Osservazioni sulla morale cattolica
Per la vita vedi qui.

Per l'ottima spiegazione del mancato riconoscimento della statura filosofica del Manzoni. vedi: Marcello veneziani, «QUEL RAVVEDIMENTO TARDIVO SU MANZONI» (da: La Verità del 7 novembre 2023).