In attesa del Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona

"...La vita cristiana si definisce come una vita con Gesù Cristo, una vita da trascorrere insieme con Lui. San Paolo scrive qualcosa di analogo, quando così rassicura i cristiani di Corinto: "Voi siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere" (2 Cor 7,3). Ciò che si verifica tra l'Apostolo e i suoi cristiani deve, ovviamente, valere prima di tutto per il rapporto tra i cristiani e Gesù stesso: morire insieme, vivere insieme, stare nel suo cuore come Lui sta nel nostro" (Benedetto XVI, Udienza generale del 27 settembre 2006).
Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it


Nel messaggio dei Vescovi del Triveneto non c'è solo il dato che dal 16 al 20 ottobre prossimo si celebrerà a Verona il IV Convegno Ecclesiale dal tema significativo: "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo", che in quei giorni si riuniranno tutti i Vescovi e i rappresentanti di tutte le chiese che sono in Italia, che il 19 ottobre sarà presente anche il Santo Padre per presiedere all'Eucaristia e offrire la sua autorevole parola magisteriale, ma anche un giudizio di fede: "rendere partecipi tutti voi, fratelli nella fede, di un evento di grazia che toccherà da vicino le nostre comunità cristiane"; un convenire "quale espressione della profonda comunione che unisce in Cristo" con il Papa "per significare l'unità della Chiesa italiana con la Chiesa universale". C'è anche un invito alla preghiera "perché lo Spirito Santo rafforzi la comunione nell'unica fede e orienti il discernimento comunitario alla scoperta di ciò che Dio chiede ai credenti nel nostro tempo".
Cuore del Convegno è testimoniare l'itinerario che converte e porta dall'avvenimento dell'incontro con Cristo alla gioia che Egli comunica: "chiamare i cattolici italiani a testimoniare, con uno stile credibile di vita, Cristo risorto come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde degli uomini e delle donne del mondo d'oggi. Su questa finalità e sui percorsi formativi che ne possono promuovere il raggiungimento sono chiamate a riflettere le nostre comunità cristiane. E' perciò importante che fin d'ora esse prendano coscienza della rilevante conversione pastorale che, a partire dagli obiettivi del Convegno Ecclesiale, esse sono chiamate a intraprendere. Sulla qualità di questa conversione, infatti si gioca il futuro della fede e della sua trasmissione, la sua capacità di incidenza e di rilevanza nella vita delle persone e nel tessuto culturale e sociale delle nostre popolazioni. E il cuore di questa conversione è la riscoperta di un rinnovato slancio testimoniale e missionario che renda trasparente il Vangelo come motivo di speranza per il nostro mondo".
Ma come ritrovare limpidità e coraggio della testimonianza e della missione cioè l'essenza specificamente cristiana, in special modo del valore definitivo e universale di Cristo nella sua rivelazione, nella sua condizione di Figlio del Dio vivente, nella sua presenza reale nella Chiesa e nella sua vita offerta e promessa come paradigma della condotta morale? Chiara e in continuità con tutta la tradizione fin dagli Apostoli la risposta dei Vescovi: "…è l'incontro con il Signore Risorto, presente ed attivo nella vita della Chiesa, ma capace, con la forza del suo Spirito, di creare segni di novità nella vita delle persone e nella storia degli uomini. L'incontro con Colui che è il Vivente e l'autore della vita è veramente in grado di trasformare l'esistenza dei credenti e di rinnovare il volto delle comunità cristiane. Per questo al centro della vita e dell'azione pastorale delle comunità devono restare i segni e le esperienze che alimentano continuamente il rapporto con il Signore: il religioso ascolto della Parola di Dio, la celebrazione nella fede dei segni sacramentali, l'esperienza della preghiera perseverante, la maturazione di relazioni fraterne e solidali, l'esercizio della gratuità dell'amore verso ogni uomo e soprattutto verso i più poveri, di qualsiasi nazionalità, con i quali Cristo si è fatto solidale. Queste realtà plasmano lentamente l'esistenza del credente e la figura della comunità cristiana ad immagine del loro Signore perché esse siano segno trasparente della sua presenza per l'umanità di oggi".
A questo punto i Vescovi si rifanno ai contenuti della seconda parte dell'enciclica Deus caritas est, senza nominarla. La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via dell'argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi e prosperare. Il compito immediato di operare per un giusto ordine nella società è invece proprio dei fedeli laici. Come cittadini dello Stato, essi sono chiamati a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Missione dei fedeli laici è pertanto configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità. Mentre le organizzazioni caritative della Chiesa costituiscono invece un suo opus proprium,un compito a lei congeniale, nel quale essa non collabora collateralmente, ma agisce come soggetto direttamente responsabile, facendo quello che corrisponde alla sua natura. La Chiesa non può mai essere dispensata dall'esercizio della carità come attività organizzata dai credenti. E i Vescovi del Triveneto: "Non hanno senso un'esperienza cristiana vissuta come fatto privato e comunità cristiane ripiegate su se stesse in atteggiamenti difensivi o consolatori: sarebbero sale non più in grado di dar sapore alla vita degli uomini e quindi inutili (…). Uno dei compiti fondamentali del Convegno Ecclesiale sarà quello di ridisegnare la figura di credenti che nell'esistenza quotidiana e nel tessuto sociale sappiano manifestare il "di più" di libertà e di vita che una fede vissuta può offrire alle persone e alla comunità degli uomini. Si tratterà di configurare, per il nostro tempo, il volto dell'uomo delle beatitudini evangeliche che, nell'accoglienza del Regno, scopre una vita autenticamente felice e perciò in grado di aprire prospettive di speranza per i bisogni e le attese ma anche per le contraddizioni e le fragilità che segnano il nostro attuale contesto sociale e culturale (…) Occorre però che i credenti e le comunità cristiane prendano coscienza che sono chiamati a testimoniare la loro speranza dentro un mondo complesso, segnato da profonde trasformazioni culturali. Saper rispondere con dolcezza, rispetto e buona coscienza, a chiunque chiede ragione della speranza che è in loro (1 Pt 3,15s.) è divenuto un compito più impegnativo che in altri tempi. Il pluralismo culturale e religioso, il diverso approccio ai problemi dell'etica, la sfida della scienza e dell'economia, l'indebolimento della verità e del senso dell'esistenza, l'importanza e la fragilità dei legami affettivi sono tra i segnali più evidenti del mondo che cambia. I cristiani, chiamati a vivere e a testimoniare speranza dentro questo contesto differenziato e problematico, devono essere culturalmente attrezzati, educati al dialogo autentico, formati al discernimento su ciò che è vero e giusto. (…)
Il Convegno ha scelto per l'esercizio del discernimento comunitario alcuni ambiti significativi per la vita personale, familiare e sociale, sui quali sembrano farsi maggiormente sentire le trasformazioni culturali in atto: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità dell'esistenza umana, la trasmissione della cultura e dei valori, la cittadinanza come senso di appartenenza civile e sociale".
Da questo discernimento comunitario di tutta la Chiesa che è in Italia le comunità locali potranno continuare un percorso che porta continuamente dall'avvenimento dell'incontro con Cristo, Crocifisso e Risorto, il Dio dal volto umano, alla gioia e alla speranza che Egli comunica.
I Vescovi concludono: "…vogliamo invitare tutte le comunità, nell'immediata preparazione al Convegno, ad intensificare la loro invocazione allo Spirito santo. Lo Spirito della Verità, che ci introduce alla pienezza della Verità che è il Cristo Risorto, ci annunci anche le cose future, rendendoci testimoni credibili di Cristo speranza del mondo".