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Se twitter diventa la piazza dell'oltraggio

Fonte:
CulturaCattolica.it
Lettera aperta a Pierluigi Battista – Le prime donne della comunicazione. Se le toccate si accorgono e … si offendono. Ai ripari…

Egregio signore,
ho letto con interesse il suo articolo a proposito di twitter, la rete e le pesanti parole che la invadono.
Certamente non si può che concordare con le sue osservazioni, però è necessario porsi una domanda: “E’ mai possibile contrastare questa logica? C’è qualche antidoto che possa risparmiarci questo sconcio spettacolo di violenza e di turpiloquio?”
Se devo essere sincero, ritengo che molta della responsabilità di quanto sta accadendo sia, in qualche modo, da attribuire al mondo della comunicazione. Faccio un esempio: perché voi giornalisti vi fate cassa di risonanza a tutte le esternazioni di Beppe Grillo, inseguendo ogni suo “flatus vocis” come se fosse un oracolo che ci è indispensabile ascoltare? Non sarebbe più semplice lasciarlo nel suo brodo, comunicando ciò che realmente ci interessa? Quante volte i giornalisti – per un compito che in qualche modo si sono autoattribuiti – invece che essere ricercatori e testimoni della verità si fanno propagandisti di una loro ideologia?
È giunto il momento di assumersi la responsabilità di comunicare il vero il bello e il buono, come ha ricordato papa Francesco. Questo farà della nostra professione uno strumento di servizio all’uomo, al suo vero bene, e toglierà di mezzo, anche dai social networks, tutto ciò che è degradante sia in termini di violenza che di volgarità.
È un compito a cui non ci si può sottrarre, a meno di rimanere inutili moralisti di un degrado che non abbiamo fatto nulla per interrompere. Proviamo ad esempio a domandarci che cosa abbiamo fatto, di fronte all’immondo spettacolo al Concertone del 1 maggio; proviamo a chiederci quale sussulto morale ci abbia provocato la visione del film blasfemo “Le streghe di Salem”; chiediamoci se, in nome della libertà di espressione, abbiamo permesso, tollerato, a volte promosso spettacoli indegni di una umanità civile. Basta piangere sul latte versato! Ricominciamo ad assumerci le nostre responsabilità e ricreiamo un giornalismo degno della nobile professione che ci caratterizza: compito, responsabilità, testimonianza.

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