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L’eredità di cui siamo fieri!

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Nel logo di CulturaCattolica.it guardano entrambi verso Gesù autore e perfezionatore della fede: sono Riccardo Pampuri e Giovanni Paolo II, un laico e un papa, due santi, soprattutto due uomini veri, compiuti, di rara umanità. Una dote, oggi, difficile da trovare, come riesce difficile trovare la santità, perché non ci può essere l’una senza l’altra, l’altra senza l’una.
Forse la scelta del logo di CulturaCattolica.it, quella di accostare Karol Wojtyla a Riccardo Pampuri, accomunati dallo sguardo a Gesù, è stata profetica. È, infatti, notizia recente che il prossimo primo maggio, giorno in cui ricorre la memoria di san Riccardo, il papa beatificherà, a Roma, Giovanni Paolo II. Certo, profetica o meno, una tale coincidenza è per noi un richiamo forte a raccogliere l’eredità di questi due campioni della fede.
Riccardo guardò a Cristo nell’ambito semplice della professione, della quotidianità della fede, in una adesione al Vangelo che prima di esprimersi con una integrità di costumi e una rettitudine morale era verginità del cuore e della mente. Riccardo è l’uomo dai pensieri puliti, il Santo che ci richiama a quella indipendenza vera rispetto ai giudizi perché dipendenza assoluta dal pensiero di Cristo che si esprime nel magistero della Chiesa.
Giovanni Paolo II esprime questo magistero, illuminato e pieno di sollecitudine paterna. Lui è la guida, è il pastore, il papa capace di dialogo e di gesti profetici. Karol Wojtyla fu un uomo veramente mediatico, non nel senso dell’uomo di spettacolo, ma nel senso della capacità comunicativa, chiara della verità e, nel contempo, disposto alla mediazione.
Noi concepiamo così l’impegno culturale che ci siamo assunti: apertura verso tutti, ma radicalità nei giudizi della fede, una radicalità che può essere garantita solo dall’obbedienza al Magistero. E proprio il guardare a Cristo dei due santi in questione, così efficacemente significato nel nostro logo, esprime la virtù dell’obbedienza. Anche noi vogliamo guardare a Cristo e affrontare i mille argomenti della vita con l’unico giudizio della fede che ci viene dal Magistero. Rifiutiamo l’appellativo di bigotti, oppure di fondamentalisti o ancora di fanatici, tutti termini che qua e là risuonano dentro e fuori l’ambiente cattolico; noi crediamo piuttosto che l’obbedienza sia la vera rivoluzione e la vera profezia. Riccardo e Karol ce lo hanno testimoniato con la loro vita.
Il primo maggio ricorre anche la festa del lavoro, anche questa singolare coincidenza non ci pare casuale. Tenere aperto, aggiornato e vivo il sito di CulturaCattolica.it è per noi un lavoro. Certo non abbiamo utili, anzi, come chiunque gestisca un sito sa, è spesso un lavoro in perdita, tutti noi che vi operiamo abbiamo altri impieghi che ci mantengono. CulturaCattolica.it vive grazie alla generosità e al volontariato di molti che qui, di cuore, ringraziamo. Per noi operare nel sito è un lavoro nel senso di dedizione, di serietà di impegno e di professionalità nell’uso del mezzo. Non possiamo pertanto non ricordare commossi quella scena straordinaria di un papa già segnato dalla malattia nel fisico, ma estremamente vigile nella mente e nello spirito, davanti ad un portatile mentre lancia in tutto il mondo il suo primo messaggio on-line. Come in ogni cosa il mezzo, qualunque mezzo e quindi anche quello telematico, non è né buono né cattivo, è solo strumentale. L’uomo che ne fa uso realizza la differenza. Questo è il senso profondo di ogni lavoro: elevare l’uomo e la materia, edificare il mondo nei valori grandi: quelli della misura alta della vita. Questo impedirà che di nuovo accada la possibilità di scrivere all’esterno di campi di morte: il lavoro rende liberi. Impedirà di chiamare nobile e coraggioso il disperato gesto del suicida, ma ci condurrà a chiamare oggi e sempre più che mai ogni cosa con il suo nome.

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