Il calendario del 1 Maggio
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Eventi
▪ 305 - Diocleziano e Massimiano lasciano l'incarico di Imperatore Romano.
▪ 1562 - Canonizzazione di Francesco di Paola.
▪ 1699 - Pierre Le Moyne d'Iberville fonda il primo insediamento europeo nella valle del fiume Mississippi.
▪ 1707 - L'Atto di Unione unisce la Scozia a Inghilterra e Galles, che formano così il Regno di Gran Bretagna.
▪ 1753 - Pubblicazione dello Species Plantarum di Linnaeus, e data formale di inizio della tassonomia delle piante adottata dal Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica.
▪ 1776 - Adam Weishaupt fonda gli Illuminati a Ingolstadt, Germania.
▪ 1786 - Prima dell'opera Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, a Vienna.
▪ 1790 - Gli Stati Uniti completano il loro primo censimento
▪ 1840 - Il francobollo Penny Black viene messo in vendita nel Regno Unito
▪ 1851 - apre i battenti la Great Exhibition del 1851 (Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations), una esposizione universale che ebbe luogo ad Hyde Park nella città di Londra dal 1º maggio al 15 ottobre
▪ 1863 - Guerra di secessione americana: Inizia la Battaglia di Chancellorsville - le forze dell'Unione guidate dal general maggiore Joseph Hooker iniziano a combattere le forze confederate comandate dal generale Robert E. Lee (sconfitta dell'Unione)
▪ 1869 - Le Folies Bergère aprono a Parigi
▪ 1873 - L'Esposizione Mondiale apre a Vienna
▪ 1884 - Proclamazione della richiesta della giornata lavorativa di otto ore negli Stati Uniti
▪ 1886 - Inizio dello sciopero generale che porterà a ottenere le otto ore lavorative negli Stati Uniti. Questo evento viene oggi commemorato come Primo maggio, Festa dei lavoratori o Festa del lavoro nella maggior parte delle nazioni industrializzate. La data ricorda anche le vittime degli incidenti di Chicago che segnarono l'inizio delle lotte operaie
▪ 1893 - Buffalo Bill mette in scena il suo primo Wild West Show
▪ 1898 - Guerra Ispano-Americana: Battaglia della Baia di Manila - L'esercito statunitense distrugge la flotta spagnola del Pacifico nella prima battaglia della guerra
▪ 1931 - USA: viene inaugurato a New York l'Empire State Building
▪ 1940 - Le Olimpiadi estive del 1940 vengono cancellate a causa della guerra
▪ 1941
- - A New York, prima di Quarto potere (Citizen Kane) di Orson Welles.
- - Seconda guerra mondiale: La Germania attacca Tobruk
▪ 1945 - Il Cancelliere del Terzo Reich Joseph Goebbels si suicida insieme alla moglie nel bunker della cancelleria di Berlino
▪ 1947 - Nella strage di Portella della Ginestra perdono la vita 11 persone (2 bambini e 9 adulti) e 27 sono ferite
▪ 1948 - La Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord) viene fondata, con Kim Il Sung come presidente
▪ 1950 - Guam diventa una dipendenza degli Stati Uniti
▪ 1953 - Unione Europea: nell'ambito della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio viene aperto il mercato dell'acciaio
▪ 1954 - In Giappone viene fondata Taku
▪ 1956 - Il vaccino antipoliomelite sviluppato da Jonas Salk (v. 26 marzo 1953), viene reso disponibile al pubblico
▪ 1960 - Guerra Fredda: Crisi degli U-2 - Francis Gary Powers, a bordo di un aereo-spia U-2, viene abbattuto nel cielo dell'Unione Sovietica: inizia la crisi
▪ 1972 - Guerra del Vietnam: Offensiva di Pasqua - le truppe nordvietnamite catturano Quang Tri, ottenendo l'effettivo controllo dell'omonima Provincia
▪ 1978 - Il giapponese Naomi Uemura, viaggiando in slitta, diventa la prima persona a raggiungere in solitaria il Polo Nord
▪ 1982 - L'Esposizione mondiale apre a Knoxville, Tennessee
▪ 1983 - A San Juan Edwin El Chapo Rosario vince il titolo vacante della WBC, categoria pesi leggeri, battendo Jose Luis Ramirez ai punti in 12 round. Diviene così il 14o campione del mondo di boxe di Porto Rico
▪ 1991- Giovanni Paolo II pubblica la Lettera Enciclica Centesimus Annus per i cento anni della Rerum Novarum di Leone XIII
La Centesimus Annus (che in latino significa "centesimo anno") è un'enciclica scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1991, nel centesimo anniversario dell'enciclica Rerum Novarum di papa Leone XIII del 1891.
Fa parte degli scritti sulla dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Nell’enciclica si fa un’analisi del socialismo e del capitalismo con un occhio nuovo, modificato dell’esperienza della Guerra Fredda, si rivede, in parte confermando, l’analisi fatta nella Rerum Novarum.
Nell'enciclica si chiede di:
-individuare le debolezze sia delle economie socialiste sia delle economie di mercato;
-alleggerire o cancellare il debito dei paesi poveri;
-disarmare;
-semplificare gli stili di vita ed eliminare lo spreco nelle nazioni ricche;
-sviluppare le politiche pubbliche per il pieno impiego e la sicurezza del lavoro;
-creare delle istituzioni per il controllo delle armi;
-sacrificare alle nazioni ricche reddito e potere.
▪ 1994 - Il pilota di Formula 1, Ayrton Senna muore durante il Gran Premio di San Marino
▪ 1995 - Pesanti attacchi serbi su Sarajevo e, per ritorsione, attacchi aerei della NATO su depositi di munizioni serbi.
▪ 2003 - Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush dichiara la fine della Seconda guerra del golfo
▪ 2004 - Unione europea: entrano a farne parte dieci nuovi paesi: Polonia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia.
▪ 2009 - La Fiat acquisisce il controllo operativo di Chrysler
Anniversari
* 1118 - Santa Matilde di Scozia, o Matilda o Edith di Scozia (7 febbraio 1080 – 1 maggio 1118), è stata una santa e badessa scozzese, fu la prima moglie di Enrico I d'Inghilterra.
Era figlia di Malcolm III di Scozia e di Santa Margherita di Scozia. Roberto Cortacoscia, duca di Normandia e sua moglie l'inglese Matilda di Flander furono i suoi padrini di battesimo.
Quando aveva circa 6 anni Matilda e sua sorella, Mary, furono portate a Romsey, dove la loro zia Cristina era badessa. Durante il soggiorno a Romsey ed a Wilton, Matilde era molto richiesta come sposa; rifiutò le proposte di William de Warenne, secondo conte di Surrey e di Alan Rufus, signore di Richmond. Hermann di Tournai sostenne persino che Guglielmo II d'Inghilterra aveva pensato di sposarla. Uscì dal monastero fino al 1093, quando Anselmo, Arcivescovo di Canterbury, scrisse al vescovo di Salisbury ordinandogli che la figlia del re di Scozia doveva tornare nel monastero che aveva lasciato.
Dopo la morte di re Guglielmo, nell'agosto del 1100, suo fratello Enrico prese velocemente il tesoro reale e la corona reale. Il passo successivo era quello di sposarsi e la scelta di Enrico cadde su Matilde. Poiché ella aveva trascorso la maggior parte della sua vita in un convento, c'era stata una certa polemica sul fatto che dovesse diventare monaca in modo da non poter sposare Enrico. Enrico chiese l'autorizzazione di sposarla all'Arcivescovo Anselmo di Canterbury, che ritornò in Inghilterra nel settembre del 1100 dopo un lungo esilio. Considerandosi inadatto a prendere una tale decisione, Anselmo chiese consiglio ai vescovi della sua arcidiocesi, facendoli riunire per determinare la legittimità della proposta di matrimonio. Matilde disse all'arcivescovo ed ai vescovi del regno che non aveva mai preso i santi voti e insistette sul fatto che i suoi genitori avevano mandato lei e sua sorella in Inghilterra per scopi educativi e che sua zia Cristina la voleva fare diventare monaca per proteggerla solo "dal lusso dei normanni". Matilde reclamò di non aver rifiutato il velo. Il consiglio decise poi che Matilde non era mai stata monaca, né i genitori avevano intenzione di farla diventare tale e ne autorizzarono sposare il matrimonio con il re inglese.
Matilde ed Enrico pare avessero avuto il tempo di conoscersi prima della loro unione - William di Malmesbury dichiara che Enrico "a lungo gli stette attaccato" ed Orderico Vitale dice che Enrico "a lungo adorava" il carattere di Edith. Per parte di madre discendeva da Edmondo II d'Inghilterra e così da Alfredo il Grande, la vecchia linea dei re di Wessex; ciò era molto importante poiché Enrico desiderava contribuire a rendersi più popolare con gli inglesi e Matilde rappresentava la vecchia dinastia inglese. Nei loro figli la dinastia normanna ed anglosassone si sarebbero unite. Un altro beneficio dell'unione era che l'Inghilterra e la Scozia sarebbero diventate politicamente più vicine; tre dei suoi fratelli diventarono re di Scozia e furono insolitamente leali all'Inghilterra durante questo periodo.
Matilde e Enrico si sposarono l'11 novembre 1100 nell'Abbazia di Westminster e la cerimonia fu celebrata dall'arcivescovo Anselmo di Canterbury. Matilde ed Enrico ebbero tre figli:
▪ Eufemia d'Inghilterra, nata (prematura) e morta nel luglio del 1101;
▪ Matilda (1102-1167), divenuta Imperatrice del Sacro Romano Impero;
▪ Guglielmo Adelin (1103-1120).
Matilde mantenne la sua corte soprattutto a Westminster, ma accompagnò il
marito nei suoi viaggi attraverso tutta l'Inghilterra e nel 1106/1107, visitò probabilmente la Normandia con Enrico. La sua corte si riempì di musicisti e di poeti; diede incarico ad un monaco, probabilmente Turgot, di scrivere una biografia di sua madre, Santa Margherita. Era una regina attiva e come sua madre era conosciuta per la sua forte devozione al cristianesimo. William di Malmesbury scrisse che assisteva la Messa a piedi nudi durante la Quaresima, e lavò i piedi e baciò le mani dei malati. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1118, venne ricordata come "Matilde la buona regina" e "Matilde della memoria benedetta". Enrico si sposò nuovamente quattro anni dopo la sua morte. Fu sepolta nell'abbazia di Westminster.
▪ 1873 - David Livingstone (Blantyre, 19 marzo 1813 – 1º maggio 1873) è stato un missionario ed esploratore britannico dell'era vittoriana. Nacque nel villaggio di Blantyre, nella regione scozzese del Lanarkshire del sud.
L'attività missionaria
Seguì la facoltà di medicina e teologia a Glasgow e nel 1838 entrò nella Società Missionaria di Londra con il desiderio di trasferirsi in Cina, ma non poté realizzare questo suo sogno a causa della guerra dell'oppio che imperversava in quel paese. Nel dicembre del 1840 fu destinato alle missioni africane, al territorio della tribù bantu dei Bechuana, nel Botswana, dove arrivò nel luglio del 1841.
Nel 1844 si sposò con Mary Moffat, figlia di un altro missionario, Robert Moffat. La moglie rimase con lui in Africa per alcuni anni, per poi ritornare in Inghilterra con i loro figli.
La scoperta delle cascate Vittoria
Nel periodo 1852-56, esplorò l'entroterra africano, scoprendo le cascate Vittoria, a cui diede il nome dell'allora Regina d'Inghilterra. Livingstone fu uno dei primi europei a fare un viaggio transcontinentale attraverso l'Africa. Lo scopo del suo viaggio era di aprire nuove vie commerciali, e di accumulare informazioni utili sul continente africano. In particolare, Livingstone era un sostenitore delle missioni e del commercio nell'Africa centrale.
Egli credeva che la chiave per raggiungere questo obiettivo fosse la navigazione del fiume Zambesi. Tornò in Inghilterra per ottenere un supporto a queste sue idee, e per pubblicare un libro sui suoi viaggi. Fu in questo periodo che si dimise dalla società missionaria alla quale apparteneva.
La spedizione sul fiume Zambesi
Livingstone ritornò in Africa a capo di una spedizione con lo scopo di esplorare il fiume Zambesi. Mentre Livingstone esplorava lo Zambesi, le missioni da lui volute in Africa centrale e orientale finirono in modo disastroso, con quasi tutti i missionari morti di malaria o di altre malattie. Il fiume Zambesi si rivelò essere completamente non navigabile a causa di una serie di cateratte e rapide che Livingstone non riuscì a esplorare nei suoi viaggi precedenti.
Ad eccezione di un ingegnere di nome George Rae, gli altri occidentali o morirono o rinunciarono. Sua moglie Mary morì il 29 aprile 1863 di dissenteria, ma Livingstone continuò le sue esplorazioni, ed infine tornò in Inghilterra nel 1864. La spedizione fu considerata un fallimento da molti giornali britannici del tempo, e Livingstone ebbe grosse difficoltà a raccogliere fondi per esplorare ulteriormente l'Africa.
La sorgente del Nilo
Nel marzo 1866, Livingstone tornò in Africa, a Zanzibar, da dove cominciò a cercare la sorgente del Nilo. Richard Francis Burton, John Hanning Speke, e Samuel Baker avevano in precedenza, e correttamente, identificato sia il lago Alberto che il lago Vittoria come sorgenti, ma la questione era ancora dibattuta. Livingstone, nel cercare la sorgente del Nilo si spinse in realtà troppo ad ovest, fino a raggiungere il fiume Lualaba che altro non è che la parte iniziale del fiume Congo, ma che Livingstone erroneamente considerò essere il Nilo.
Malattia e morte
Si ammalò e per sei anni perse completamente il contatto con il mondo esterno. Solo uno dei suoi 44 dispacci arrivò fino a Zanzibar. Henry Morton Stanley, l'esploratore inviato alla sua ricerca nel 1869, lo trovò nella città di Ujiji, sulle sponde del lago Tanganica nel 1871. Questo episodio è rimasto famoso per le parole con le quali si dice che Stanley abbia la prima volta salutato Livingstone: "Dr. Livingstone, I presume." (in inglese: "Dottor Livingstone, presumo.") Erano gli unici due europei in Africa nel raggio di decine di migliaia di chilometri e si salutarono come se si vedessero ad un ricevimento. Un episodio riportato in seguito più volte come esempio di quanto la formale ma seria morale vittoriana fosse compenetrata e assimilata nel popolo inglese.
Stanley si unì a Livingstone, e per un anno continuarono insieme ad esplorare il nord del Tanganica, poi Stanley partì. A dispetto delle sollecitazioni di Stanley, Livingstone era determinato a non lasciare l'Africa fino a quando la sua missione non fosse stata completata, ma nel 1873 morì in Zambia di malaria e per una emorragia interna dovuta a una occlusione intestinale. Il suo corpo, portato per oltre mille miglia dai suoi leali assistenti Chuma e Susi, ritornò in Inghilterra per essere sepolto nell'Abbazia di Westminster.
Nel cinema
La storia del rapporto tra Livingstone e Stanley è raccontata nel film di Simon Langton del 1997 Forbidden Territory: Stanley's Search For Livingstone (in versione italiana: Terre proibite: in cerca di Livingstone).
Il personaggio di Livingstone ha un ruolo di primo piano nel film Le montagne della luna di Bob Rafelson (1990) in cui accredita l'esordiente Richard Francis Burton (1821-90) presso la Royal Geographical Society.
* 1874 - Nicolò o Niccolò Tommaseo (Sebenico, 9 ottobre 1802 – Firenze, 1 maggio 1874) è stato un linguista, scrittore e patriota italiano. Al suo nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana, il Dizionario dei Sinonimi e il romanzo Fede e Bellezza.
Nato a Sebenico, in Dalmazia, dove in pochi anni, a seguito delle campagne napoleoniche, si erano avvicendate le dominazioni veneziana, francese e asburgica, al predominante sentimento italiano Tommaseo saprà affiancare un altrettanto genuino interesse per le culture popolari balcaniche, specialmente quelle illiriche e neogreche. La sua educazione, iniziata nel paese natale e proseguita a Spalato, fu di carattere umanistico e improntata, dai maestri Scolopi, a saldi principi religiosi.
Laureato in legge a Padova nel 1822, visse alcuni anni fra Padova e Milano lavorando come giornalista e saggista, frequentando altri personaggi in vista del mondo intellettuale cattolico come Manzoni e Rosmini. È di questo periodo anche l'inizio della collaborazione all'"Antologia" di G.P. Vieusseux.
Trasferitosi a Firenze nell'autunno del 1827, conobbe, tra gli altri, Capponi e divenne una delle più importanti voci dell'"Antologia". Di questo periodo (1830) è anche la pubblicazione del Nuovo Dizionario de' Sinonimi della lingua italiana cui deve gran parte della sua fama. A causa delle proteste del governo austriaco contro un suo articolo in favore della rivoluzione greca, dovette autoesiliarsi a Parigi, mentre le rimostranze austriache portarono alla chiusura della rivista.
Negli anni parigini pubblicò l'opera politica Dell'Italia (1835), il volume di versi Confessioni (1836), il racconto storico Il Duca di Atene (1837), il Commento alla Divina Commedia (1837) e le Memorie Poetiche (1838). Da Parigi si spostò in Corsica, dove con la collaborazione del magistrato e letterato bastiese Salvatore Viale, proseguì le ricerche di italianistica, contribuendo alla raccolta della copiosa tradizione orale còrsa e definendo la lingua isolana come il più puro dei dialetti italiani.
Tornato in Italia si stabilì a Venezia dove continuò a pubblicare numerose opere, fra cui le prime due stesure del romanzo Fede e Bellezza considerato il suo capolavoro, precoce tentativo di romanzo psicologico. Sempre di questi anni è la pubblicazione dell'importante raccolta dei Canti popolari italiani, corsi, illirici, greci (1841); questo è il documento più schietto col quale l'Italia mostrava, grazie a Tommaseo, di avere decisamente compreso l'importanza scientifica delle raccolte di poesia popolare. Altrettanto importante pubblicazione sono le Scintille (1842), esempio unico di cosmopolitismo culturale dell'epoca.
Nel 1847, tornato nuovamente nel mirino della polizia asburgica, venne arrestato a seguito di alcune dichiarazioni sulla libertà di stampa, che rivendicavano il diritto di vedere applicate leggi che non la limitassero; fu liberato il 17 marzo 1848, insieme con Daniele Manin, durante l'insurrezione di Venezia contro gli austriaci. Alla successiva proclamazione della Repubblica di San Marco, ottenne il maggior numero di voti dopo Manin e prima di Giacomo Treves dei Bonfili, e assunse importanti cariche nel nuovo stato. Esiliato a Corfù nel 1849, dopo l'entrata degli austriaci in Venezia, si ammalò agli occhi ma trovò comunque il modo di scrivere numerosi saggi, tra cui Rome et le monde in francese, in cui da cattolico dichiarava la necessità della rinuncia della Chiesa cattolica al potere temporale. Risale a questo periodo anche l'insofferenza del Tommaseo verso la via "moderata" all'unità d'Italia, da raggiungersi tramite l'unione al Piemonte sabaudo.
Nel 1854, con la vista sempre più compromessa, si trasferì a Torino, poi a Firenze (1859), dove restò fino alla morte. A Firenze collaborò alla rivista periodica l'Imparziale Fiorentino, fondata nel 1857 da Michele Luci figlio del principe Poniatowski. La sua opposizione all'Italia riunita sotto i Savoia si andò radicalizzando, tanto da fargli rifiutare i riconoscimenti ufficiali, tra cui la nomina a Senatore del Regno.
Negli ultimi anni, oltre a una ininterrotta pubblicazione di saggi, edizioni critiche e poesie, si dedicò al monumentale Dizionario della lingua italiana in otto volumi, completato solo dopo la sua morte avvenuta nel 1874.
▪ 1887 - Padre Filippo Cecchi, nato Giulio Isdegerde Cecchi (Ponte Buggianese, 31 maggio 1822 – Firenze, 1 maggio 1887), è stato un fisico, religioso e inventore italiano, abile costruttore di strumenti scientifici.
Dopo aver studiato presso le Scuole Pie di Firenze, entrato nell'ordine degli Scolopi, studiò scienze fisiche e matematiche nel collegio fiorentino di S. Giovannino e fu compagno di studi di Alessandro Serpieri. Le sue occupazioni erano l'insegnamento e la ricerca che si estese dall'elettromagnetismo, alla telegrafia e specialmente alla meteorologia e sismologia. Diresse l'Osservatorio Ximeniano a Firenze dal 1872 al 1887 sviluppando quella stazione meteorologica e favorendo la nascita di altre in Toscana (a Fiesole, Lugliano, Pescia, La Verna). Cecchi inoltre dotò l'Osservatorio di un importante centro sismologico.
Cecchi ideò e realizzò personalmente vari tipi di sismografi, progettò il grande termometro e barometro che fu collocato nella Loggia dell'Orcagna a Firenze e che oggi si trova esposto nel Museo di Storia della Scienza, apportò migliorie agli apparecchi telegrafici e nel 1854 costruì una nuova elettrocalamita. In occasione della Prima Esposizione Italiana, svoltasi a Firenze nel 1861, Cecchi presentò un nuovo tipo di motore elettromagnetico; egli inoltre restaurò lo gnomone installato nel Duomo di Firenze dallo Ximenes, ripetendo in quell'occasione le esperienze di Foucault (pendolo di Foucault).
Filippo Cecchi fu membro non residente a Roma della Accademia Pontificia de' Nuovi Lincei e venne eletto vicepresidente della Società Meteorologica Italiana (da lui fondata insieme a Francesco Denza) che, nel 1885, tenne il suo primo Congresso a Firenze.
▪ 1930 - Riccardo Pampuri (Trivolzio, 2 agosto 1897 – Milano, 1º maggio 1930) è stato un medico italiano, religioso dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) e venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
L’infanzia.
Il piccolo Erminio era il penultimo degli 11 figli di Innocente Pampuri e Angela Campari. La madre morì di tubercolosi quando aveva 3 anni. Nel frattempo erano anche sorte difficoltà economiche per il padre perciò fu affidato agli zii materni: i due fratelli Maria e Carlo Campari che vivevano a Torrino, non lontano da Trivolzio, insieme ai genitori poiché non si erano mai sposati. Il padre, peraltro, morì nel 1907 per un incidente stradale. In questo periodo frequentò la scuola elementare.
Gli studi e la Grande Guerra
Cominciò a frequentare il ginnasio a Milano, ma si trovò in difficoltà a causa dell’ambiente a lui non congeniale malgrado la presenza della sorella Maria, con la quale ebbe sempre un ottimo rapporto che proseguì anche quando ella entrò in convento, dove prese il nome di suor Longina. Gli zii, valutando la situazione, decisero comunque di trasferirlo a Pavia, dove frequentò il liceo “Ugo Foscolo” dimostrando inclinazione per le discipline scientifiche. Conseguita la maturità, si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, nell’anno accademico 1915-1916, forse per seguire l’esempio dello zio, il quale era medico condotto. Nel 1917 dovette interrompere gli studi perché fu richiamato alle armi: svolse il suo servizio nel Corpo di Sanità dove ricoprì il grado di Caporale. Si trovava nei pressi di Caporetto in un ospedale da campo quando gli italiani si dovettero ritirare in fretta e furia fino alla linea del Piave per evitare l’accerchiamento. In mezzo alla confusione e allo sbandamento Erminio si fece carico di radunare le attrezzature mediche più utili alla cura dei feriti, caricarle su un carro trainato da una mucca, e di trasportarle da solo [1] sotto il fuoco nemico, sebbene “protetto” da avverse condizioni atmosferiche. Per 24 ore condusse quel carro [1] e riuscì a riunirsi ai suoi commilitoni che, ormai, non speravano più di rivederlo. Questo gesto gli fruttò la promozione a Sergente, la medaglia di bronzo al valore, una licenza premio e una brutta pleurite dalla quale non si riprese mai del tutto. Nel 1918, ancora prima di essere congedato poté riprendere gli studi. Nel 1920 fu congedato con il grado di sottotenente. Nel 1921 si laureò con il massimo dei voti.
Sviluppo della professione e degli ideali
Nel 1923 divenne medico condotto di Morimondo, un paese non lontano da Trivolzio in cui la popolazione era sparsa in vari cascinali di campagna. Nel 1924 i medici, per prassi, si dovettero iscrivere tutti al Sindacato Nazionale Fascista dei Medici Condotti ma Erminio si rese conto quasi subito che il fascismo era un regime oppressivo e si dimise. La lettera di dimissioni diceva, tra l’altro, “ritenendo io di poter essere patriota anche militando in altro partito più corrispondente ai miei principi morali e politici, né volendo per qualsiasi interesse materiale rinunciare alla mia libertà al riguardo, ho ritenuto doveroso presentare le mie dimissioni dal SNFMC…”. In questo periodo affronta anche l’argomento del rapporto fra scienza e fede. La sua tesi era che non esisteva alcun contrasto fra la verità di scienza e quella di fede: le contraddizioni sono solo apparenti e sono dovute alla ignoranza o, comunque, ad un’imperfetta conoscenza. Adduceva a suo favore la vicenda di Pasteur il quale veniva attaccato [2] dai sostenitori della "generazione spontanea". Pasteur per difendere [2] la fede dall’accusa dei materialisti “scoprì il meraviglioso mondo dei microrganismi”. Svolgendo il lavoro di medico scopre sempre di più la sua vocazione religiosa, soprattutto nell'aiuto ai poveri e sofferenti. Fondò e animò il circolo di Azione Cattolica a Morimondo e collaborò con il parroco Cesare Alesina. Le attività spaziavano dalla formazione di una banda musicale all’organizzazione di esercizi spirituali.
Il compimento della vocazione
Nel 1927 Erminio matura la decisione di aderire all’ordine di San Giovanni di Dio. Malgrado la contrarietà degli zii entrò in convento il 22 giugno 1927. Vestì l’abito dei Fatebenefratelli il 21 ottobre dello stesso anno e prese il nome di Riccardo in onore di Riccardo Beretta, il sacerdote a cui Erminio si era affidato come guida spirituale.
Il “quarto voto” dei Fatebenefratelli, che prescrive l’ospitalità e l’assistenza ai malati, lo spinse, all’Ospedale Sant’Orsola di Brescia, ad occuparsi, oltre al servizio medico anche di servizi più umili. Si occupò della formazione dei confratelli che dovevano diventare infermieri e infine gli venne affidato l’ambulatorio dentistico dell’ospedale.
La malattia e la morte
Nel 1929 i disturbi respiratori che Riccardo aveva fin dalla guerra si aggravarono e sfociarono in una tisi. Dal gennaio 1930 non poté più svolgere il suo servizio e continuò a peggiorare. Il 27 aprile fu trasferito a Milano alla casa dell’Ordine. Morì la mattina del primo maggio.
Il culto
Il 4 maggio furono celebrate le esequie da quel don Riccardo Beretta di cui aveva scelto il nome. Fu seppellito a Trivolzio. Il suo corpo ora è sepolto nella chiesa parrocchiale di san Cornelio e san Cipriano martiri, meta di pellegrinaggio. Nel 1949 cominciò il processo per la beatificazione che avvenne il 4 ottobre 1981. Il 1º novembre 1989 fu proclamato santo.
San Riccardo è venerato di recente anche in alcune città degli Stati Uniti d'America grazie alla devozione di alcuni italiani ivi trasferitisi.
La memoria liturgica ricorre, com'è tradizione, il giorno della morte: il 1º maggio.
Note
▪ 1^ a b Il fatto risale al 24 ottobre 1917 ed è riportato, corredato da testimonianze, a pag. 22 della biografia di Pampuri Il santo Semplice di Laura Cioni, Genova 1996 ISBN 88-211-6970-7
▪ 2^ a b si evince da una lettera ad un amico scritta nel 1926, riportata a pag 113 della biografia di Pampuri Il santo Semplice di Laura Cioni, Genova 1996 ISBN 88-211-6970-7
▪ 1945 - Joseph Paul Goebbels (Rheydt, 29 ottobre 1897 – Berlino, 1º maggio 1945) fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, Gauleiter di Berlino dal 1926 al 1945, Ministro della Propaganda nel Terzo Reich dal 1933 al 1945, Ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale dall'aprile 1945, generale della Wehrmacht con l'incarico della difesa di Berlino dall'aprile del 1945, e, dopo il suicidio di Hitler, (30 aprile 1945), per quasi due giorni, Cancelliere del Reich.
Essendo laureato in filosofia e letteratura, e comunque una delle persone più colte tra i nazionalsocialisti del Terzo Reich, furono in molti (tra cui lo stesso Führer Adolf Hitler) a chiamare il Ministro Herr Doktor (cioè Dottore). Le sue innovative, brillanti e avanzate tecniche di propaganda furono uno dei fattori che consentirono al Partito Nazista l'ascesa al potere in Germania nel 1933.
«Un capo delle SA viene a chiederci se un suicida possa essere sepolto con le nostre bandiere. Gli rispondo di sì, a condizione che il suo crollo sia avvenuto in conseguenza dei travagli del nostro tempo.» (Estratto dai diari di Joseph Goebbels, datato 4 gennaio 1932)
Joseph Paul Goebbels nacque il 29 ottobre 1897 a Rheydt (oggi quartiere di Mönchengladbach), importante centro dell'industria tessile della Nord Reno-Westfalia che all'epoca contava circa trentamila abitanti, figlio di Fritz, capo operaio di una fabbrica tessile del luogo, e di Maria Katharina Odenhausen, figlia di un fabbro.
La sua infanzia fu segnata da una grave malattia: l'osteomielite (infiammazione del midollo osseo), o secondo altre fonti una forma di paralisi infantile, che lo colpì a sette anni, attorno al 1904. Un'operazione chirurgica al femore sinistro non riuscì, tanto che la gamba sinistra rimase per sempre più corta dell'altra. A causa di questo difetto, che lo costrinse a camminare zoppicando vistosamente per il resto della propria vita, Goebbels non poté prendere parte alla Prima guerra mondiale rimanendo così privato di un'esperienza che sembrava, almeno in un primo momento, tanto gloriosa ai giovani della sua generazione. Questa forma di invalidità non gli impedì tuttavia di continuare con profitto gli studi; entrambi i genitori erano cattolici devoti, tanto che il futuro ministro nazista della propaganda dovette in massima parte ai cattolici la propria formazione durante gli anni della gioventù.
Dopo essere passato successivamente attraverso otto università, il giovane Goebbels si laureò nel 1922 in filosofia presso l'Università di Heidelberg. Nel giugno dello stesso anno udì parlare Adolf Hitler per la prima volta e, sedotto dalla veemente oratoria del capo nazista, si convertì alle sue idee e si iscrisse al partito nazista.
Nel 1925 Gregor Strasser, deputato nazista eletto già nel 1924 alla Dieta bavarese e poi al Reichstag - cui Hitler aveva affidato il compito di riorganizzare il partito nel nord -, lo udì parlare per la prima volta, e gli offrì il posto di suo segretario personale, posto che era stato fino a quel momento occupato da Heinrich Himmler.
Nella lotta svoltasi all'interno del NSDAP che vide contrapposto Hitler all'ala proletaria e radicaleggiante del partito, Goebbels si schierò inizialmente a favore dei fratelli Strasser e di quest'ultima, facendo proprie molte delle idee dei principali avversari interni del Führer.
Nell'autunno 1925 Goebbels fu in prima linea al fianco di Strasser nel sostenere la campagna per l'espropriazione dei beni dei nobili decaduti, proposta dai deputati comunisti e socialdemocratici: nel novembre 1925 l'assemblea dei capi nazisti dei distretti settentrionali, capeggiata dai fratelli Strasser e dallo stesso Goebbels, scelse ufficialmente di seguire questa linea, ma il 14 febbraio 1926 Hitler stroncò definitivamente la "ribellione" di Strasser e di Goebbels, costringendoli a rinunciare al loro programma. A quel punto Goebbels provò una delusione cocente nei confronti dell'uomo che tre anni prima aveva salutato come un profeta, ma Hitler, positivamente impressionato dal giovane renano, fece in modo di portarlo dalla propria parte: il 29 marzo 1926 offrì a Goebbels di parlare in pubblico a Monaco il successivo 8 aprile. Goebbels accettò, e da quel momento in poi fu completamente riconquistato dal Führer. Nell'agosto del 1926 ruppe ufficialmente con Strasser e passò completamente agli ordini di Hitler, di cui divenne il seguace più radicale e fedele, fino alla fine.
Verso la fine dell'ottobre 1926 Hitler nominò Goebbels Gauleiter di Berlino, con il compito di guadagnare la capitale tedesca, considerata una città «rossa», al nazionalsocialismo. La maggior parte degli elettori era socialista o comunista, e a Goebbels era affidato il compito di portarla dall'altra parte. Egli portò avanti questa operazione, seppur con risultati non sempre soddisfacenti, con fanatismo ed inesauribile energia riuscendo ad affascinare ed attrarre verso il nazionalsocialismo numerosi elettori dei quartieri operai della città (capisaldi elettorali del Partito comunista tedesco, il KPD).
Nel 1928 venne eletto deputato al Reichstag; nel 1929 venne ufficialmente incaricato della propaganda su tutto il territorio nazionale. Infine, nel 1933, Goebbels venne chiamato a rivestire la carica di Ministro della Propaganda (e l'equivalente carica all'interno dello NSDAP come Reichsleiter) del primo gabinetto Hitler, carica che manterrà ininterrottamente fino alla fine sua e del Terzo Reich. In tale veste Goebbels assunse il controllo totale di ogni ramo dell'informazione e della vita culturale e sociale tedesca (stampa, cinema, teatro, radio, sport), ovunque applicando con rigore i principi della "morale nazista" e divenendo così il vero e proprio "dittatore della cultura" del Terzo Reich. Fu il principale artefice delle campagne di "arianizzazione" rivolte contro l'«arte degenerata» e la «scienza ebraica, massonica e bolscevica» che costrinsero all'esilio centinaia di artisti e scienziati, ebrei e non. Rimangono famosi i roghi di libri che egli organizzò a Berlino istigando gli studenti nazionalsocialisti a perlustrare e saccheggiare le biblioteche alla ricerca di opere proibite dal regime.
Durante la guerra, e specialmente dopo i primi rovesci al fronte che resero critica la situazione della Germania, l'abile opera di propaganda portata avanti da Goebbels con perizia e fanatismo riuscì in buona parte a convincere il popolo tedesco ad accettare i sempre più numerosi sacrifici che gli erano imposti. Egli applicò un modo di fare propaganda all'epoca ritenuto molto efficace e derivato dalle teorie del Behaviourismo, basato sulla continua ripetizione di notizie parziali o palesemente false rigidamente controllate dal vertice: il futuro «radioso» della Germania, il pericolo delle «orde asiatiche» che non avrebbero avuto pietà della Germania, la crudeltà degli alleati che chiedevano una «resa incondizionata», le «armi miracolose» sono solo alcuni dei temi utilizzati che contribuirono ad alimentare la resistenza quando l'esito della guerra, dopo gli iniziali successi, era già compromesso e ad allontanare l'ora della disfatta.
Durante l'ultimo mese di guerra (aprile 1945), Goebbels ricevette dal Führer due importanti nomine che lo resero ufficialmente il numero due del Terzo Reich; dapprima venne nominato Ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale, poi generale della Wehrmacht con l'incarico della difesa di Berlino. Quest'ultimo incarico significò molto per Goebbels perché, anche se per pochi giorni, era entrato nell'esercito, possibilità sempre negatagli durante la Grande Guerra per via della poliomielite che lo rese non idoneo a prestare servizio militare. Hitler, nelle sue volontà, lo nominò Cancelliere del Reich della Germania (con Karl Dönitz come Presidente del Reich).
Morto Hitler, subentrò al cancellierato (30 aprile 1945), rimanendo in carica un solo giorno, fino alla morte (1º maggio 1945).
I dettagli delle ultime ore e della morte di Goebbels, di sua moglie e dei loro sei figli (vedi famiglia Goebbels) sono ancor oggi in parte non completamente chiariti.
La sera del 1º maggio, alle ore 20, la signora Goebbels insieme ad un medico delle SS, Helmut Kunz, narcotizzò i suoi figli con della morfina. Una volta addormentati Magda Goebbels (forse con l'aiuto del dottor Ludwig Stumpfegger), li uccise rompendo dentro la loro bocca una capsula di cianuro, potentissimo veleno.
Poi Goebbels, secondo la ricostruzione fatta da alcuni storici, sparò alla moglie rivolgendo quindi l'arma verso di sé; secondo altri studiosi, invece, egli e la moglie, date disposizioni per la cremazione dei loro corpi, si sarebbero fatti uccidere con due colpi alla nuca esplosi da un attendente. Di fatto, quando i loro corpi vennero ritrovati dai sovietici erano carbonizzati a tal punto da non poter discernere la verità.
I Diari
Nel corso di tutta la vita Goebbels fu un accanito diarista. All'interno dei suoi diari, scritti spesso in maniera frettolosa e poco elegante, a differenza dell'ossessiva cura che poneva nella preparazione dei suoi discorsi ed articoli pubblici, si trovano appunti sugli incontri ai quali partecipava, riflessioni personali ed idee.
Al termine del conflitto i Diari di Goebbels vennero ritrovati all'interno del Führerbunker dalle truppe sovietiche ed alleate che se ne appropriarono. L'importanza del ruolo di Goebbels all'interno del Terzo Reich rendono i Diari un importantissimo documento storico del periodo, oggetto di studi ed analisi e spesso utilizzato come fonte primaria.
* 1994 - Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994) è stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte Campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991.
«I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità.» (Ayrton Senna)
Considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi, si è dimostrato un campione assoluto sia in condizioni di asciutto che in condizioni di pioggia, riuscendo spesso in imprese entusiasmanti.
Coniugò la capacità di portare al limite la propria monoposto, con una grande sensibilità nella messa a punto e nella scelta dei pneumatici.
Particolarmente veloce sul giro in prova, Senna è stato il pilota ad avere ottenuto più pole position in rapporto ai Gran Premi disputati, ed è il secondo pilota in classifica per numero di vittorie.
Morì in seguito a un incidente nel Gran Premio di San Marino 1994.