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Venezia 2007: Il sesso e la politica

Fonte:
CulturaCattolica.it

Altre giornate intense qui a Venezia. Il sesso e la politica sono le due parole che l’hanno fatta da padrone. In Redacted (voto 2) di Brian De Palma, si assiste a ogni tipo di violenza perpetrata da un gruppo di soldati di stanza in Iraq. Si vede di tutto: donne incinta massacrate, ragazzine violentate, famiglie fatte a pezzi. Il tutto mostrato con dovizia di particolari dal regista che ha dato al film un taglio documentaristico quasi per volere accentuare la veridicità della narrazione. Ma il film, oltre a non funzionare cinematograficamente, apparendo come un lungo video di You Tube, è un film profondamente disonesto: perché la maggior parte delle immagini sono ricostruite a tavolino e perché senza pudori De Palma ha voluto far vedere la sua guerra fatta di soli carnefici e di incredibili, assurde giustificazioni. Come la sequenza terribile della decapitazione di un soldato americano che avviene per vendetta, perché lo statunitense aveva assistito allo stupro di un’irachena senza fare nulla. Come dire: anche i terroristi hanno le loro buone ragioni. Un rancoroso film a tesi sulle colpe degli Americani e che per di più non scava nella psicologia di personaggi ridotti a burattini, né si chiede veramente che cosa sia e cosa significhi la guerra in Iraq. Sulla stessa ipocrita linea, un altro film in Concorso, Michael Clayton di Tony Gilroy (5) con protagonista il divo George Clooney. Un film piuttosto confuso in cui Clooney interpreta un risolutore di grane finanziarie che a un certo punto decide di ribellarsi al sistema e di incastrare una multinazionale colpevole di aver avvelenato alcune centinaia di persone. Non un granché, più che altro una versione senza verve del recente e decisamente più riuscito Thank you for smoking. La cosa più imbarazzante è avvenuta invece fuori campo, durante la conferenza stampa in cui Clooney ha perso le staffe e dimenticato le buone maniere. “Non si sente un po’ imbarazzato a girare film contro le multinazionali e nel contempo a girare spot per la Nestlé ?”, gli ha chiesto un avventato collega “Che domanda del cazzo !”, è stata la non-risposta del divo.
Il film veramente grande della Mostra, il migliore finora, è stato invece In the Valley of Elah di Paul Haggis (voto 8), regista Premio Oscar per Crash – Contatto fisico e sceneggiatore di fiducia di Clint Eastwood (è suo il copione del grandissimo Million Dollar Baby). La storia vede come protagonista uno straordinario Tommy Lee Jones, militare in congedo, sulle tracce del figlio, soldato in Iraq e scomparso durante una licenza a casa. Un film duro e pietoso al tempo stesso, tanto simile e nella forma e nelle rughe agli ultimi film di Eastwood, che legge la guerra in Iraq non semplicemente come la colpa di qualcuno ma come la ferita aperta e sanguinante di un popolo che non può sottrarsi di fronte a questo male, ma come Davide nella valle di Elah, deve affrontare e guardare negli occhi e uccidere questo mostro enorme e terribile e ingiusto di nome Golia.
Un film grande e umanissimo, al di là delle considerazioni personali sulla guerra in Iraq. Un film, finalmente, ad altezza d’uomo. Ne avevamo tutti bisogno.