La Senatrice Paola Binetti risponde

Pubblichiamo la lettera che la Sen. Paola Binetti ha inviato in risposta all'Editoriale del 28-07-2006, sperando di poter continuare un dialogo che sentiamo sempre più necessario in difesa della vita dell'uomo.
Autore:
Binetti, Paola
Vai a "Embrione"

Caro Dottor Mangiarotti,
solo oggi ho visto la sua lettera sotto forma di sollecito: un intervento così critico e pungente che mi chiedo perché fosse così preoccupato da sapere se lo avevo ricevuto. E soprattutto da volere un riscontro...
Generalmente tanta sollecitudine va legata a messaggi di stampo più dialogici e accoglienti. Il suo mi sembra un messaggio di accusa a carattere definitorio e conclusivo. Ne prendo atto.
Le cose sono però più complesse e meno semplicistiche. La vita politica ha i suoi tempi e i suoi linguaggi, le sue difficoltà e le sue strategie. Lo Stato Italiano non è lo Stato del Vaticano. Il Senato non è la Conferenza episcopale. Un credente che afferma dei principi in un’aula o su di un suo sito privato non è un politico che ha necessità di trovare la massima applicazione possibile a questi stessi principi, sapendo di DOVERSI confrontare con posizione diverse.
Comunque pur nutrendo dubbi concreti sul fatto che lei possa recepire un ragionamento diverso, provo ugualmente a esporle ragioni che sono mie, come di Gigi Bobba e della collega Baio Dossi.

1. So perfettamente cosa dice il santo Padre, cosa dice il Cardinal Ruini e il Magistero della Chiesa su questi punti. Lo so, lo affermo e lo ripeto. NON TROVERA’ nessuna riga che io abbia scritto o nessun intervento che io abbia fatto in contrasto con questi punti. Fin qui Paola Binetti.

2. Le scelte politiche personali, vanno sempre inserite nell’ambito di uno intero schieramento prima e dell’intero senato (in questo caso) dopo ed esigono delle mediazioni che a volte riescono meglio, altre meno... Per questo Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae ha scritto quel bellissimo punto - il 73 - proprio per chi fa politica, per dare alle nostre anime quella pace e quella comprensione che non sempre un certo mondo cattolico riesce a cogliere, per cui si scaglia contro chi si muove in un contesto ad alta complessità.

3. Credo che ormai molti abbiano perfettamente colto quello che solo un anno fa era evidente ancora a pochi: le ragioni del non voto al referendum stavano tutte NON in un criterio di opportunità che voleva sfruttare la quota dei non votanti abituali, ma nel fatto che la legge 40 nella sua stessa struttura contiene dei punti che NON sono accettabili per il cattolico. Gliene elenco tre:
a) la stessa PMA, a cui i cattolici non possono fare ricorso
b) l’apertura della PMA alle coppie di fatto, che di fatto le legittima come coppie a modello familiare MOLTO più di qualunque altra concessione sul piano economico
c) la via aperta all’uso delle linee cellulari che permette di usare cellule staminali embrionali tratte da embrioni prodotti in altro loco...

Come vede tutte le attuali criticità: ricerca sulle cellule staminali embrionali e PACS erano già contenute in nuce nella legge 40. L’abbiamo difesa a spada tratta con tutto il ns. lavoro di Scienza e Vita perché non avremmo potuto ottenere di più da quel parlamento, che comunque rappresenta il popolo italiano. Abbiamo fatto quello che potevamo.

E questo anche io ho cercato di fare. Non dia per scontato il fatto che tutta la maggioranza abbia votato contro la distruzione degli embrioni, per cui mi conceda di dirle che non è esatto quello che lei dice: Ora la breccia per uccidere gli embrioni è stata aperta. Anche da voi.

E’ esattamente il contrario, abbiamo cercato in tutti i modi di contenere le conseguenze del primo voto dei Parlamentari di Bruxelles, che NON può essere caricato solo sulle spalle di MUSSI, ogni parlamentare ha votato come ha voluto e loro sì che hanno creato una apertura alla ricerca sulla staminali embrionali, che noi abbiamo cercato di ridurre al massimo. Abbiamo cercato di mettere il maggior numero di paletti possibile. Sicuramente non sufficienti ma ci abbiamo provato.

Più di quanto non creda, lavoriamo ogni giorno per la tutela della legge 40, e la recente vicenda Turco-Cossutta dovrebbe avergliene dato atto.

La vita politica si nutre delle affermazioni del Magistero ma deve poi affrontare le sue negoziazioni specifiche. Diffondere questi principi richiede un lavoro di formazione-informazione molto più ampio, che va al di là del ruolo dei politici e tocca la responsabilità di tutti i credenti: laici e non, impegnati a rendere possibile l’applicazione della Dottrina della Chiesa nella quotidianità della vita civile. Nel mondo della scienza, nella pubblica amministrazione, nella politica, ecc.

Penso che il tempo e la storia ci daranno atto del lavoro di argine fatto: NON abbiamo aperto, ma abbiamo chiuso una falla, che se poi la chiusura non è del tutto soddisfacente NON tutto può essere attribuito a noi. La verità vuole i suoi tempi, ma non dubito che si affermerà.

NON ABBIAMO MAI PARLATO DI DISTRUZIONE DI EMBRIONI: abbiamo ottenuto che questo fosse il primo punto sia del dispositivo votato in senato che al consiglio dei ministri.

Gli embrioni congelati ci sono e anche se la legge 40 proibisce di produrne in Italia, non è così non in Europa ma nel mondo: basta pensare alla Corea e all’Australia. Abbiamo ottenuto che Prodi dicesse esplicitamente che non ci sono embrioni di prima classe (Italiani ed europei) e embrioni di seconda classe (gli altri...).

Pessina, direttore del Ctr di Bioetica della cattolica, vuole scongelarli tutti e lasciarli morire, così di morte “naturale”.
D’Agostino, past President del CNB vuole darli in adozione, ma finora nessuno li ha reclamati per questo nobilissimo scopo.


Noi avanzavamo l’ipotesi che una volta dichiarati non più vitali e non più impiantabili (come accade con i cadaveri a cuor battente dei donatori d’organi per trapianto) potessero essere trattati per analogia come potenziali donatori di cellule staminali. Si può non essere d’accordo. Si può preferire la morte generale proposta da Pessina o l’attesa all’infinito delle coppie che richiedono di adottare un embrione criocongelato orfano...
Nessuno di noi ha mai parlato di distruzione di embrioni. Li abbiamo tutelati come conviene alla dignità umana e al rispetto della legge 40.

Comunque tanti non hanno voluto ascoltare, prima ancora di voler o poter capire. Lasciamo che sia il tempo con la sua grazia medicinale a fare giustizia delle diverse posizioni. Dal canto mio cred e difendo la vita in tutti i modi che mi è possibile.

Cordialmente
Paola Binetti