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"Memorie di un soldato bambino" 3 - Sorpresi dalla guerra

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il racconto
Questi brevi cenni alla storia e alla situazione del paese aiutano a comprendere meglio i riferimenti e le descrizioni che l’Autore fa della guerra che inaspettatamente lo raggiunge (anche se la cronologia ricostruita dall’Autore è risultata in alcuni punti lacunosa).
Una mattina del 1993 Ishmael di 13 anni e i suoi compagni Junior, Mohamed e Talloi decidono di partire per Mattru Jong nel Sud della Sierra Leone senza avvisare le famiglie, con gli zaini pieni di quaderni di canzoni e cassette di musica. Lì avrebbero partecipato al una manifestazione e incontrato altri ragazzi appassionati dl rap. Indossano per il viaggio larghi jeans, calzoncini da calcio, camicie a maniche lunghe, magliette leggere e scarpe da ginnastica. Non hanno avvisato le famiglie per non essere fermati, convinti che il giorno seguente sarebbero stati di ritorno.
Non sapevamo, scrive Ishmael, che a casa nostra non saremmo più tornati. (pag.11)
Con le fionde colpiscono gli uccelli, scacciano le scimmie, giocano e si tuffano nei corsi d’acqua incontrati. Una breve sosta dalla nonna in un villaggio vicino li rifocilla e giunti in città si uniscono ad altri ragazzi che già conoscono, per ascoltare musica e ballare.
Ma l’indomani mattina un drammatico annuncio attraversa le strade di Mattru: i ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito in lotta con le forze governative (gli scontri sono durati 11 anni con 50.000 morti) non sono lontani, e hanno attaccato Mogbwemo, il loro villaggio.
Le notizie arrivano confuse: sembra che tutti gli abitanti siano scappati precipitosamente e che uomini, donne e bambini abbiano abbandonato le loro cose e le case per fuggire dalla violenza dei ribelli che devastano e uccidono ovunque arrivino.
I ragazzi vedono i primi profughi, ma in mezzo a loro non trovano nessuno dei loro famigliari né dei parenti. Cercano quindi di dirigersi precipitosamente verso casa, pur essendo consapevoli della pericolosità della situazione.
L’Autore rievoca in queste pagine il disorientamento e il panico di quel momento: non sapeva che ne fosse di suo padre, della mamma, del fratellino più piccolo, della sua abitazione.
Mi sentii sopraffare da un senso di vuoto, leggiamo. (pag. 16)
Saltati su una canoa, mentre si avvicinano all’altra riva del fiume Mattru Jong assistono all’irrompere di una folla di fuggiaschi che corrono all’impazzata verso il fiume, per attraversarlo e raggiungere la città: le donne gridano i nomi dei loro bambini, i piccoli stanchi del cammino piangono cercando la mamma, alcuni uomini si trascinano con profonde ferite, altri portano sulle spalle ragazzi e donne sanguinanti, una madre stringe fra le braccia la figlia sventrata e priva di vita. Un uomo , scrive Beah, trasportava il figlio morto... Era completamente coperto del suo sangue e avanzava dicendo: "Ti porterò in ospedale, bambino mio, e, vedrai, andrà tutto bene”.
Lo spettacolo è straziante e rivela agli occhi dei ragazzi l’orrore seminato dalle bande armate di ribelli, che per strappare i territori alle milizie governative, fanno terra bruciata uccidendo e distruggendo senza pietà. E la guerra intestina, le spietate carneficine, la violenza e l’ingiustizia dei conflitti sanguinosi appaiono da subito fra le tematiche ricorrenti del libro. (6)
Procedere nel cammino appare impossibile e privo di senso. Trascorrono qualche giorno di attesa in città con i fuggiaschi, ma ben presto inaspettati sopraggiungono i ribelli e Junior, fratello dell’Autore, Talloi, Gibrilla, Kaloko, Khalilou e Ishmael, inseguiti da razzi, colpi di mitra, urla minacciose si lanciano verso la palude dove sperano di non venire raggiunti.
Avanzano nella foresta tropicale staccando le banane ancora acerbe e le mangiano con qualche arancia e del cocco. Dormono nei villaggi abbandonati, tornano a Mattru, attraversano zone della città silenziose e quasi deserte, trovano pentole rovesciate e viveri invasi dai vermi, mobili rotti, vestiti e cadaveri decomposti, con arti, mani e genitali troncati dai machete.
Non trovano cibo e così imparano a vivere di sotterfugi e a rubare le provviste durante la notte quando tutti dormono ed essi non temono di essere scoperti.
Ma un giorno vengono sorpresi dai ribelli.
Fuggono terrorizzati grazie all’arrivo dei militari che aprono il fuoco su tutti e tornano a Mattru di notte nascondendosi, tormentati dalla disperata ricerca di cibo.
Durante una di queste fughe improvvise Ishmael perde i contatti col fratello Junior che non ritroverà più.
Ovunque passano è distruzione e orrore: i cadaveri sono abbandonati in mezzo alle strade, tagliati a pezzi e bruciati, dilaniati dai cani e dagli avvoltoi, i viveri dei villaggi rubati, le case sfondate e incendiate.

NOTE
6. Se nella Sierra Leone sembra che attualmente si siano placati questi episodi cruenti, purtroppo in gran parte dell’Africa sono ancora presenti violenze e scontri destabilizzanti di ogni tipo; ricordiamo Boko Haram che uccide e massacra i cristiani con l'intento di creare uno stato islamico in Nigeria; la strage nel campo di Garissa in Kenia, l’ Egitto e la Libia (guerra tra governo e gruppi ribelli), il Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli tuareg), la Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), la Somalia (guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab), il Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), e il Sud Sudan (guerra civile), la Repubblica Centrafricana (gruppi islamici di Seleka e il colpo di stato del marzo 2013).

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