"Memorie di un soldato bambino" 2 - La Sierra Leone e i soldati-bambini
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Excursus storico
Accenniamo ora brevemente alla storia della Sierra Leone,dove si svolge la vicenda che stiamo per presentare.
La Sierra Leone è situata nell’Africa occidentale fra la Guinea e la Liberia; è caratterizzata da una estrema povertà degli abitanti. Mancano i beni primari: il 40% dei sierraleonesi non ha accesso all’acqua potabile, la mortalità infantile rimane alta (117,4 bambini deceduti ogni mille nati vivi) e la speranza di vita alla nascita si aggira sui 45 anni d’età. Infine, quasi un bambino su due è costretto a lavorare e il tasso di alfabetizzazione si attesta a poco più del 44%.
Nel primo ventennio del Novecento lo sviluppo della colonizzazione portò alla scoperta di giacimenti di platino, ematite, diamanti ed oro di cui si avviò ben presto lo sfruttamento, ma gli abitanti indigeni non ne hanno mai potuto attingere, per la rapacità delle multinazionali e di commercianti senza scrupoli.
Da sempre terra di emigrazione, la attuale situazione pacificata dal 2002 non ha riportato indietro il 50% degli emigrati. Produce riso, olio di palma, anacardi, caffè e cacao e il settore minerario è tuttora trainato dall’estrazione dei diamanti, che copre il 50% delle esportazioni. (1).
Chi ha visto “Blood Diamond“ con Di Caprio, premiato con 5 nomination all’Oscar ricorda che il film del 2006 si svolge nella Sierra Leone e parla appunto del traffico illegale di diamanti svolto in quel paese in guerra nel 1999, della riduzione in condizione di schiavitù degli abitanti, della loro deportazione in un campo diamantifero per prigionieri controllato dal RUF, e del rapimento dei bambini dei villaggi trasformati in soldati-bambini. (2) Il film ha avuto grande successo per la recitazione degli attori e perché è stato apprezzato come film di denuncia sociale e di invito alla conoscenza e riflessione su temi gravi, ignorati dal mondo, e sulla violenza e violazione di ogni diritto umano per gli interessi di pochi.
Lo stesso è avvenuto quest’anno al festival di Venezia dove il film “Bestie di nessuna nazione” del regista Fukunaga ha trattato gli stessi temi, ottenendo successo e ottime critiche. Queste due citazioni contribuiscono a confermare l’importanza e l’attualità dell’argomento.
Colonia britannica dal 1788, il paese ha ottenuto l’autonomia nel 1958 e fa parte del Commonwealth. La politica successiva fino ad oggi è stata segnata da contrasti, disordini, antagonismi tribali, improvvisi mutamenti governativi ottenuti con colpi di stato e regresso economico.
Per parlare degli anni più vicini a noi e degli avvenimenti in cui si colloca il racconto di Beah, ricordiamo che il capitano Strasser, il più giovane capo di stato al mondo nominato a 25 anni, formò il governo nel 1992, promise la democrazia, ma ciò non avvenne e violenze di ogni tipo dilaniarono il paese, quelle appunto di cui parleremo.
Il nemico interno era infatti il Fronte rivoluzionario Unito (RUF), (3) che conduceva azioni di guerriglia contro le forze governative, seminando terrore e devastazioni nei villaggi e saccheggiando le miniere di diamanti, unica vera risorsa per la Sierra Leone.
Nel gennaio 2002, ricacciati i ribelli ai confini della Liberia, è stata decretata la fine della guerra civile e l’attuale presidente Ernest Bai Koroma (2007), ha intrapreso, con l’aiuto economico della comunità internazionale, un percorso di riforme per migliorare la sanità, il sistema scolastico e la struttura economica del paese, mantenendo solidi legami con gli istituti internazionali che sostengono la pace in Sierra Leone e stringendo buoni rapporti diplomatici con tutti gli Stati limitrofi. (4)
Purtroppo dal 2014, il maggiore fattore di instabilità interna è rappresentato dalla diffusione del virus Ebola che ha duramente colpito il paese, provocando oltre 3000 vittime e mettendo in crisi l’economia perché molte compagnie straniere temendo la diffusione del contagio tra i lavoratori, hanno chiuso o ridotto le loro attività (5).
NOTE
1. Blood Diamond - Diamanti di sangue (Blood Diamond) è un film del 2006 diretto da Edward Zwick.Ha ricevuto cinque nomination agli Oscar, tra cui quella per Leonardo Di Caprio come migliore attore e quella di Djimon Hounsou come migliore attore non protagonista.
2. Soldati bambini. La Sierra Leone è spesso al centro del dibattito sui bambini soldato, perché in 10 anni di guerra civile, i bambini in combattimento hanno avuto un ruolo di primo piano. In Angola il 36 % dei bambini ha prestato servizio come soldato o ha seguito le truppe in combattimento. Le Nazioni Unite stimano che nella guerra in Liberia abbiano combattuto approssimativamente 20.000 bambini, circa il 70 % dei soldati attivi nelle varie fazioni. LRA, Esercito di Resistenza del Signore, è famigerato per essere costituito al 100% da bambini soldato. Anche il Sudan fa uso massiccio di bambini soldato. Le stime parlano di almeno 100 mila bambini, che prestano servizio su entrambi i fronti di una guerra civile che dura da 20 anni. I bambini di strada sono il bersaglio privilegiato del reclutamento. Nella provincia di Wahda il 22% della popolazione scolastica tra i 6 e 14 anni è stato reclutato dall’esercito sudanese o nelle milizie filo governative. Il sodato più giovane ha 9 anni. Il Medio Oriente è un’altra area dove i bambini sono diventati parte integrante del conflitto. I bambini sono coinvolti in combattimenti di Algeria, Azerbaijan, Egitto, Iran, Iraq, Libano, Tagikistan, Yemen. I bambini al di sotto di 15 anni qui prestano servizio all’interno di gruppi islamici radicali. Gli adolescenti sono al centro al conflitto anche in Palestina e costituiscono il 70% dei partecipanti all’Intifada. In Sud America, a partire dagli anni novanta, i bambini soldato sono stati impiegati in Colombia, Equador, El Salvador, Guatemala, Messico (Chapas), Nicaragua, Perù, Paraguay.
La pratica dei bambini soldato è diffusissima anche in Asia: in Cambogia, Timor Est, India, Indonesia, Laos, Myanmar, Nepal, Pakistan, Nuova Guinea, Filippine, Sri Lanka. Solo nel Myanmar si stima ci siano più di 75.000 bambini soldato - uno dei numeri più alti del mondo! - attivi sia nell’esercito statale sia nei gruppi etnici armati che si oppongono al regime.
L’80 % dei conflitti cui prendono parte dei bambini vedono nelle proprie file combattenti sotto i 15 anni.
3. Il Fronte Rivoluzionario Unito o Revolutionary United Front (RUF) fu un esercito ribelle che dal 1991 al 2002 combatté una guerra civile nel tentativo di prendere il potere in Sierra Leone e di opporsi al governo della Sierra Leone. La guerra civile sierraleonese è stata un conflitto durato dal 1991 al 2002 che ha visto scontrarsi i ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito, sostenuti dalle forze speciali del National Patriotic Front of Liberia (NPFL), e le forze governative comandate da Joseph Momoh. Al termine degli undici anni di scontri, che hanno causato oltre 50 000 vittime, hanno prevalso le forze governative. Il 18 gennaio 2002 il presidente Kabbah dichiarò ufficialmente conclusa la guerra.
4. Sviluppo. Il paese gode dell’aiuto dell’agenzia della Banca mondiale (Miga), degli accordi con l’Unione Europea e gli Stati Uniti che sostiene diversi progetti nel settore agricolo, industriale e dei servizi (trasporti), e si giova del supporto finanziario dei maggiori paesi occidentali, tramite il finanziamento di programmi destinati a migliorare il settore scolastico e il sistema sanitario (entrambi molto carenti) e a ridurre i livelli di povertà.
La Sierra Leone, inoltre, ha accesso a canali economici preferenziali con l’Unione Europea tramite gli accordi di partenariato economico dell’Eu con i cosiddetti paesi Acp (Africa, Caraibi, Pacifico), che le consentono libero accesso al mercato europeo. Analogamente, l’accordo commerciale Agoa (African Growth and Opportunity Act), stipulato con gli Stati Uniti, offre un accesso doganale sul mercato statunitense libero da quote. Un limite allo sviluppo delle potenzialità del paese e del settore privato è dato dalla carenza di infrastrutture e dalla dipendenza dall’import di energia. Lo sviluppo industriale e l’aumento della domanda comportano un maggiore fabbisogno energetico, cui il paese non riesce a far fronte (e che creerà sempre più difficoltà)
Per migliorare l’accesso delle imprese all’elettricità e ridurre i costi operativi, il governo sta avviando la seconda fase di sviluppo della centrale idroelettrica Bumbuna, progetto cofinanziato da due aziende statunitensi che aumenterà la capacità di generazione da 50 Mw a circa 250. Importanti sono anche i giacimenti di oro, bauxite e titanio. Infine, risultano importanti le scoperte di giacimenti di idrocarburi offshore, la cui estrazione potrebbe avviarsi nei prossimi anni.
Sul territorio sierraleonese sono presenti soldati canadesi, giamaicani, nigeriani, statunitensi e inglesi (questi ultimi, rappresentano il gruppo più consistente), arruolati all’interno del team militare internazionale di formazione (Imatt) che dal 2002 ha il compito di assistere e preparare le truppe sierraleonesi nel garantire ordine e sicurezza nel paese. La stabilità del paese è stata giudicata potenzialmente pregiudicata dalla possibile proliferazione di fenomeni jihadisti già presenti in Africa Occidentale. In particolare, i maggiori pericoli alla sicurezza sono rappresentati dal gruppo di al-Shabaab, quest’ultimo responsabile dell’attentato al centro commerciale di Nairobi del settembre 2013.
5. Il contagio Ebola in Sierra Leone. Dal marzo 2014, l’epidemia di Ebola – il cui nome deriva dal fiume Ebola nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), nei pressi del quale sorge il villaggio di Yakumbu, nel quale nel 1976 avvenne il primo contagio – sta falcidiando Guinea, Sierra Leone e Liberia. Sempre secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il numero totale dei casi di Ebola in Africa Occidentale ammontava nel dicembre del 2014 a più di 20.000, dei quali oltre 7000 mortali.
Per contrastare Ebola e fermare l’emergenza umanitaria si è attivata – in ritardo – anche la comunità internazionale Un’emergenza, questa, che ha spinto la Sierra Leone, secondo paese più colpito dopo la Liberia, a chiudere le proprie frontiere sia in entrata, sia in uscita. In Sierra Leone si sono registrati più di 2000 casi e oltre 600 morti e il tasso di contagio continua a crescere a ritmi elevati.
Secondo le stime del WHO, nel paese sono infettate cinque persone ogni ora. Sempre secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il numero totale dei casi di Ebola in Africa Occidentale ammontava nel dicembre del 2014 a più di 20.000, dei quali oltre 7000 mortali. Per contrastare Ebola e fermare l’emergenza umanitaria si è attivata – in ritardo – anche la comunità internazionale.
Gli USA si sono impegnati a dispiegare 3000 soldati nelle regioni colpite; il Consiglio di Sicurezza delle UN ha adottato il 18 settembre 2014 la risoluzione 2177 per rafforzare la risposta globale alla diffusione del virus in Africa Occidentale, mentre la Commissione europea ha stanziato 147 milioni di euro per fronteggiare la minaccia sul continente.