Il disprezzo per la fantascienza delle élites culturali

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Penso che capiti a tutti di doversi disfare, per tirannia di spazio, delle vecchie annate di giornali e riviste. Un giorno, stavo dedicandomi a questo penoso compito, quand'ecco che il mio sguardo è andato a posarsi su un numero di "Il Corriere UNESCO", pubblicato nel lontano gennaio del 1985 e interamente dedicato ai rapporti tra scienza e fantascienza. L'ho subito tirato fuori dal mucchio e cominciato a sfogliare con commozione. Mi ha colpito, come mi colpì allora, l'incipit dell'editoriale: "Smettiamola di dedicare studi e convegni alla fantascienza, e lasciamola tornare nell'anonimato: questo è il suo posto". Quest'esortazione, che i partecipanti all'incontro indetto per costituire l'Associazione di ricerche sulla fantascienza (Science Fiction Research Association) trovarono un giorno, trasecolando, sui loro tavoli nella sala delle riunioni, evocava con brutale sarcasmo la lunga lotta della moderna fantascienza per affrancarsi dal ghetto delle riviste popolari illustrate vistosamente in tricromia, tipiche degli anni '30 e '40 del XX secolo, e acquistare pieno diritto di cittadinanza nell'agone letterario.
Scorrendo il sommario, non si può non convenire che la fantascienza, rispetto alle origini, abbia compiuto dei notevoli passi in avanti. Tra gli autori, troviamo un professore di fisica dell'Università dell'Oregon, Amit Goswami (Scienza e fantascienza. Una duplice esplorazione della realtà), uno di elettrotecnica dell'Università di Sofia, Christo Boutzev (Alla scuola dell'immaginazione), gli scrittori americani Isaac Asimov (Come scrivo i miei libri) e Ray Bradbury (Tutto il passato, il presente e il futuro), lo scrittore russo Alexandre Kazantsev (Non vi è scienza senza fantasia) e quello cubano Manuel Pereira (La traccia dell'immaginario). Completano la rosa degli estensori degli articoli l'utopista cinese di fine Ottocento Kang You Wei (L'età del "mondo unificato") e l'ingegnere francese, nonché giornalista di "Le Figaro", Albert Ducrocq (Il profetico Jules Verne).
Purtroppo, dopo quasi un quarto di secolo, dobbiamo dire che il generoso tentativo della Redazione de "Il Corriere dell'UNESCO" di spezzare una lancia in favore della fantascienza, non ha sortito gli effetti sperati. Anzi, le cose vanno di male in peggio, specialmente in Italia, dove nelle università si assiste al proliferare di insegnamenti più disparati (v. l'inchiesta, su "Il Messaggero" del 18-X-2007, di A. Sersale, Università, record italiano: 171 mila insegnamenti), ma raramente ad un corso di fantascienza e, meno che mai, all'istituzione della relativa cattedra, che noi da anni caldeggiamo. Tutto questo non ci scoraggia, anzi ci dà maggiormente la carica per continuare in quell'approccio pedagogico alla fantascienza, che perseguiamo da anni e che riteniamo il più congeniale per capirne la vera natura.