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"Elena" 3 - Ratisbona. Elena scopre di aspettare un bambino

Fonte:
CulturaCattolica.it

La difesa dei confini e i doveri di soldato chiamano lontano Cloro che deve allontanarsi dalla sua sposa.
Ella rimasta a Ratisbona è circondata da matrone occupate a chiacchierare di affari di cuore le une, e di pratiche religiose e misteriche le altre, in cui si mescolano riti sacrificali e convegni orgiastici dedicati a divinità sconosciute.
Elena si sente estranea a questo mondo. Se non si spegne, neppure fiorisce quella ricchezza profonda del cuore che è maturata nella sua terra, nell’appartenenza alla sua famiglia e alle tradizioni del suo popolo vissute nel rispetto e nell’obbedienza al saggio padre. Talvolta ripensa alla sua giovinezza, agli studi del mondo antico, ai poemi omerici e all’Iliade dove accanto alle virtù guerresche erano esaltate la pietas verso gli dei, la nobiltà d’animo, l'amore per la virtù e la bellezza, l’attaccamento alla propria terra che avevano portato Ettore ad immolarsi per lei.
Il mondo superficiale della corte di Ratisbona in cui viene catapultata non la attrae e le donne dell’alta società scambiano la sua riservatezza per alterigia, lasciandola sola.
Ma un giorno Elena si rende conto di essere incinta, e anche se Waugh non mette alcuna data riguardante la nascita di Costantino, gli storici la collocano negli anni compresi fra il 271 e il 274. (4)
Questo evento occuperà ogni pensiero della protagonista che una sera, in uno dei rari momenti di confidenza con Cloro gli chiede quale sarà il loro futuro.
Ormai è chiaro che un solo imperatore non basta più a reggere l’Impero e Cloro si aspetta da Aureliano decisioni fondamentali che lo riguardino.
Viceversa Aureliano è assassinato sulle rive del Bosforo dal suo stato maggiore e il senato nomina imperatore un anziano patrizio: l’illirico Probo.
Un nuovo ordine raggiunge le truppe militari ingiungendo loro di spostarsi per il controllo dei confini, così la nuova meta di Cloro è la Dalmazia, che si aprirà ridente, ricca di vegetazione e di coltivazioni agli occhi di Elena, che contemplando dall’alto i suoi dolci pendii, i meandri di un fiume che anima il fondovalle, i bagliori del mare e delle isole grigie e violacee che si scorgono in lontananza, invita il figlioletto, che le è accanto, a partecipare della sua gioia e ammirazione per il paesaggio.
Poco dopo Probo viene trucidato e un nuovo dominatore nato schiavo gli succede: Diocleziano, creatore della tetrarchia e feroce persecutore di Cristiani.
Costanzo Cloro diviene Cesare, cioè vice di uno dei due imperatori reggenti (Diocleziano e Massimiano), ma nonostante veda realizzarsi le sue segrete ambizioni, il suo carattere si incupisce, si rinchiude in sontuose dimore e, lontano dalla moglie e dal figlio, diviene preda di fissazioni e paure. Solo il culto del dio Sole sembra attirare il suo interesse. Dopo essersi preso un’amante, comunicherà laconicamente ad Elena di averla ripudiata e di essersi risposato, per ordine di Diocleziano.
Waugh non li farà più incontrare per tutto il resto del racconto.

NOTE
4. Anche il luogo della nascita è incerto, forse collocabile in Illiria, a Naisso (l'odierna Nis, Albania).

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