"Come fili di seta" 5 - Gli incontri che confortano Marta, donna luminosa
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Terza Parte
Philadelphia
La terza parte del romanzo riprende il racconto alcuni anni più tardi, a Philadelphia.
Marta si è americanizzata: abbandonati per sempre il cardigan di lana e le lunghe gonne di foggia siriana si muove con sicurezza in un emporio di vestiti siro-armeno, che gestisce. Indossa gli orecchini e l’orologio da polso. Ha una ragazza che l’aiuta in negozio e una stanza tutta sua nel retrobottega, si fa inviare da New York la merce dal socio Astafan ed è considerata una benedizione per gli affari dal suo datore di lavoro.
Ma l’Autore non ci presenta questo racconto per mostrarci la storia di un nullatenente che risale la scala sociale e da poverissimo conquista ricchezze e successo (questo semmai era il contenuto di tanti romanzi di fine ‘800 che celebravano il mito americano del self made man).
La figura di Marta agli occhi dello scrittore è luminosa per motivi ben diversi: perché nelle sue azioni e decisioni si lascia sempre determinare da due fattori fondamentali: dall’affidamento in Dio che non può abbandonarla e al Quale sempre si rivolge e dall’aiuto delle persone che conosce, delle quali cerca la compagnia, l’appoggio e l’amicizia.
Sono questi due fattori concreti, presenti nella vita di Marta che le danno la forza di affrontare la circostanza imprevista, non per una orgogliosa affermazione di sé, ma perché sa che le prove segnano il nostro destino che si compie accettandole. Questo accade anche dopo aver rivisto Khalil abbracciato ad un’altra donna.
Dopo quella tragica sera scopriremo, in uno dei numerosi flashback presenti nel romanzo, che Marta si è fermata a Philadelphia, ha fatto l’ambulante vendendo porta a porta rasi, cuscini, mussole, lane, sete, scarpe e pentole, ha attraversato a piedi e in treno paesini e villaggi, accettando ancora una volta la sfida della vita come quando aveva lasciato Btater, ha riempito la sua solitudine con altri ambulanti siriani e libanesi incontrati dove si fermava, che le raccontavano un po’ della loro esistenza, delle loro pene, della nostalgia struggente per la loro terra, per gli alberi di cedro e i dolci di pasta di pane.
Il destino di Marta è costellato come abbiamo già detto da questi incontri con personaggi positivi e benevoli che vengono colpiti dalla gentilezza e dalla umanità della giovane venditrice, condividono con lei un pezzo di strada, la confortano con il loro calore, e le fanno ritrovare la fiducia nella vita, nelle persone e in se stessa.
Così conosciamo Hajja Mary che davanti a Marta che rifiuta di alzarsi dal letto, compare portando fra le braccia gomitoli di lana variopinta perché l'amica riprenda a lavorare all’uncinetto e faccia per lei una grande sciarpa; Jamil Tarazi, della terra di Sham
(Damasco) che chiede a Marta se ha bisogno di aiuto e le racconta che il padre è sopravvissuto grazie alla carità di due contadini americani che l’hanno accolto e nutrito senza saper chi fosse e senza chiedergli nulla in cambio; l’ambulante siriana Wadi’a Salibi che ha diviso con Marta pane, formaggio e cipolla e le ha procurato il suo primo lavoro da ambulante a Philadelphia, e il signor Sekyas proprietario del grande emporio che Marta verrà a gestire. Ogni sera quest’ultimo la raggiungeva per fare i conti e la istruiva, leggendo a voce alta il giornale, informandola della grande guerra scoppiata, insegnandole a riflettere e a giudicare gli avvenimenti.
E a poco a poco Marta desidererà leggere il giornale e capire cosa succede nel mondo.
Alcune di queste storie sono talora brevi, durano lo spazio di un capitolo o poco più, ma in esse emerge ciò che più ha a cuore l’Autore: la consapevolezza della comune appartenenza, la innata predisposizione a prendersi cura di chi è dello stesso sangue e si trova sulla stessa strada, la fede che accomuna gli immigrati in terra straniera.
Fra tutti questi personaggi, ne emerge uno conosciuto da Marta ad un matrimonio, quando ancora infuriava la guerra, a Spring Valley, in California dove lei non voleva proprio andare, perché si era immersa nel lavoro e rifuggiva feste e cerimonie. Questo personaggio è Alì, il druso.
La storia di Alì viene ricostruita in diversi capitoli del romanzo: è il ribelle immigrato buttatosi dal piroscafo per non sottostare ai controlli di Ellis Island, il capopopolo sobillatore dei lavoratori contro gli esosi padroni americani, l’inquieto migrante fra Messico e Argentina e infine l’ambulante invitato a Spring Valley per assistere al matrimonio del suo compare e incontrare sotto la navata di una chiesa una donna che aveva il potere di catturarti il cuore, come leggiamo nel romanzo.
Ma per Marta non è ancora venuto il tempo di un nuovo amore: ha rifiutato ostinatamente di incontrarsi col marito Khalil nonostante le sue richieste di rivederla, ma egli rimane lo sposo amato nella giovinezza, colui che le ha inferto una ferita profonda, insanabile perché non perdonata.