"Cigni selvatici" 6 - I disastri di Mao: la Campagna dei Cento Fiori e il Grande balzo in avanti
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I bambini
A tre anni la Chang e i fratelli (quattro in tutto), nati nel frattempo vengono prelevati da casa e inviati in istituti diversi.
Bao è infatti accusata di avere un passato poco limpido e viene trattenuta per sei mesi lontana dalla famiglia, reclusa e incapace di soffocare l’amarezza per un trattamento tanto ingiusto.
Dopo un anno di allontanamento forzato le viene concesso di tornare una sera a rivedere per breve tempo la sua bambina.
Io ricordo bene la sera che venne a trovarmi…ogni volta che pensava dormissi e tentava di ritirare la mano, io l’afferravo più forte e scoppiavo a piangere. Quando si allontanò io cominciai a strillare. Non sapevo, ma esisteva un limite di orario per le persone in libertà vigilata (op. cit. pag. 256)
Solo l’amore ai figli e al marito impediscono in questi mesi a Bao di disperarsi e impazzire.
Le due Campagne
Dal 1956 in avanti la vita del popolo cinese è segnata intanto da due feroci campagne, la fisionomia delle quali emerge dai tragici riflessi ed esiti che esse hanno sui protagonisti del romanzo e su tutta la popolazione.
Con la prima, la Campagna dei Cento fiori del 1956, Mao lancia l’invito agli uomini di cultura e agli intellettuali a criticare liberamente l’operato dei funzionari di partito. Ma quello innescato è in realtà un meccanismo perverso, come è stato denunciato anche dal Premier cinese Wen Jiabao il 7 novembre del 2011: Dopo aver incoraggiato l’intellighenzia a denunciare i problemi del Paese - e quindi anche l’operato del partito - Mao fece un secco dietrofront e attaccò chi si era esposto pubblicamente. Il 1957 segnò l’inizio delle persecuzioni: dopo che la Campagna dei Cento Fiori - lanciata nel 1956 per migliorare il partito attraverso la collaborazione degli intellettuali - sfuggì di mano ai dirigenti, la Cina sprofondò nel caos. Gli intellettuali che avevano osato criticare il partito furono duramente perseguitati, sottoposti a costanti autocritiche e spediti nei campi di lavoro con l’accusa di aver ‘attentato al sistema’.
La seconda campagna devastante è quella del Grande balzo in avanti. Veniva propagandato lo sviluppo della Cina legato alla produzione dell’acciaio e all’abbandono delle campagne. Ciò provocò una carestia terribile fra il ’58 e il '60 in cui morirono 30 milioni di persone, accompagnata da gravi malattie e diffusi episodi di cannibalismo.
Nel racconto di questa esistenza cupa, vissuta da schiavi obbedienti ad un dispotico signore, l’Autrice riserva delle belle pagine alla descrizione delle persone amate, che non rinunciavano ad esprimere la propria umanità, la dedizione agli altri, il senso della bellezza, il valore della cultura che la bimba notava e faceva propri.
E fra queste viene dato particolare risalto alla nonna e al padre, ai quali è dedicato il libro che non hanno potuto vedere.
Alla nonna erano affidati i bambini nei lunghi periodi di assenza dei genitori, e la piccola nipote la ammirava per il suo carattere e per il suo amore alle cose belle, alle piante, ai fiori, ai paesaggi che concepiva dotati di cuore, lacrime e senso morale. Anche nei momenti più tristi per la sua famiglia non rinunciava mai, la sera, prima che i bambini si addormentassero, a narrare loro lunghe favole e a recitare filastrocche che educavano i piccoli al gusto della poesia cinese e alla sua particolare qualità musicale.
Anche la figura del padre ha rivestito una grande importanza nella vita dell’ Autrice. Nel testo non mancano giudizi severi sulla sua incondizionata fedeltà al regime, immutabile anche quando vengono commesse palesi ingiustizie, ma la Chang giustifica questo sentimento paterno con l’illusione che esse sarebbero scomparse con la definitiva affermazione del comunismo.
La sua ammirazione per Wang era soprattutto motivata dalla passione che egli nutriva per la lettura, per cui arrivava a sacrificare due mesi di stipendio per comperare i volumi degli scrittori classici, provocando non poche lamentele da parte di Bao che lo lasciava però fare, orgogliosa della grande e ricca biblioteca del marito e del suo amore per la cultura classica.