“Barabba” 6 – La crocifissione di Barabba
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E finalmente Barabba crede di aver capito e vuole riscattarsi dal suo tradimento: una notte, andando a cercare i cristiani nelle catacombe, non li trova e invece si accorge che Roma è in fiamme e che ne sono accusati i cristiani.
Allora crede di capire e si dà da fare a spargere l’incendio perché questo sì finalmente corrisponde alla sua logica:
“Il crocifisso era ritornato, quello del Golgota era ritornato! Per redimere gli uomini, per annientare questo mondo, così come aveva promesso! Ora mostrava davvero la sua potenza! E lui, Barabba, lo avrebbe aiutato! Barabba il dannato, il suo dannato fratello del Golgota, lui non lo avrebbe tradito! Non ora! Non questa volta!”
Barabba viene dunque colto in flagrante mentre appicca ovunque il fuoco, viene catturato e condotto in prigione insieme agli altri cristiani accusati invece ingiustamente.
Anche qui egli rimane solo, in disparte, malvisto dagli altri. Solamente Pietro lo riconosce ed è l’unico che ha per lui parole di misericordia.
“Poi furono fatti uscire e condotti alla crocifissione. Erano incatenati a due a due, ma poiché non erano in numero pari, toccò a Barabba l’ultimo posto in fila e non fu incatenato con altri. Fu così, per un caso. E fu pure appeso, da solo, fuori della fila delle croci. (…) i crocifissi parlarono continuamente fra loro, pieni di fiducia e di speranza. Con Barabba non parlava nessuno.(…)
Quando sentì appressarsi la morte, della quale aveva sempre avuto tanta paura, disse nell’oscurità, come se parlasse con essa:
- A te raccomando l’anima mia.
Ed esalò lo spirito.”
A questo finale volutamente ambiguo (Barabba parla all’”oscurità” o al volto del Risorto di cui finalmente anche lui è arrivato a condividere la sorte?) può forse giovare l’accostamento dei testi di due poesie scritte dallo stesso Lagerkvist:
Uno sconosciuto è il mio amico
Uno sconosciuto è il mio amico, uno che io non conosco.
Uno sconosciuto lontano lontano.
Per lui il mio cuore è colmo di nostalgia.
Perché egli non è presso di me.
Perché egli forse non esiste affatto?
Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza?
Che colmi tutta la terra della tua assenza?
Se credi in dio e non esiste un dio
Se credi in dio e non esiste un dio,
allora è la tua fede miracolo anche maggiore.
Allora è davvero qualcosa d’incomprensibilmente grande.
Perché giace una creatura nel fondo delle tenebre ed invoca
qualcosa che non esiste?
Perché così avviene?
Non c’è nessuno che ode la voce invocante nelle tenebre.
Ma perché la voce esiste?