Il pensiero di Chesterton - L'uomo naturale e l'enigma del mondo 12 - Il problema del male

Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Questa necessaria rinuncia, così in contrasto con la disposizione naturale dell'uomo come ragione e libertà, che tende con tutto sé stesso al godimento e al possesso del reale senza precauzioni, testimonia la presenza del male. La morale ordinaria, contro cui si scaglia gran parte del mondo moderno, è allora la condizione cui si deve sottostare per poter godere anche solo della semplice esistenza delle cose.
Infatti, che la condizione sia una mistica condizione significa in particolare che il legame che essa ha con la felicità è un legame che non è in potere dell'uomo.
Questo è ciò che l'arbitrarietà delle condizioni nelle fiabe vuole sottolineare

Se Cenerentola dice "Com'è che debbo lasciare il ballo a mezzanotte?" la madrina potrebbe rispondere "Com'è che tu ci puoi stare fino a mezzanotte?".
Se io lascio a qualcuno nel mio testamento dieci elefanti che parlano e cento cavalli alati, egli non può lamentarsi che le condizioni partecipino della lieve eccentricità del dono. A cavallo alato non si guarda in bocca. [...] Quel che ci è vietato può ben essere stravagante come quel che c'è concesso; può essere sfolgorante come il sole, elusivo come le acque, fantastico e temibile come gli alberi torreggianti
. (GKC, Ortodossia, pagg. 78-79)

La condizione cui sottostare in vista della felicità può ben sembrarci arbitraria e infondata, ma il suo rapporto con essa è reale. In quanto tale non può essere da noi stabilito o modificato. E' la realtà stessa, in quanto bene da possedere, che detta le condizioni per questo possesso. La moderna critica della morale basata sul culto della natura disconosce la natura stessa del reale.

Gli esteti hanno raggiunti gli ultimi insani limiti dell'espressione nell'elogio delle cose belle: il fiocco di un cardo li ha fatti piangere, uno scarabeo bruno li ha fatti cadere in ginocchio. Pure io non mi sono mai lasciato commuovere, neanche per un istante, dalla loro commozione, per questa ragione: che non mi é mai capitato di vederli pagare il loro piacere con una qualsiasi specie di simbolico sacrificio. [...] Ma questo amanti della bellezza non potrebbero conservarsi sobri per amore del merlo, né accetterebbero il comune matrimonio cristiano per ripagare in qualche modo il piacere di una primula. Io ritengo che non potrebbero pagare delle gioie straordinarie con la sottomissione alla morale ordinaria. (Id. Ibid. pag. 80)

L'esaltazione e il culto della natura sono resi impossibili da questa necessità di una condizione. La realtà è positiva, ma non può essere semplicemente goduta senza condizioni, perché essa si rivela attraversata da una fragilità, da quello che Chesterton ha chiamato un segreto tradimento. La realtà è solida, ma l'uomo non ci si può appoggiare senza precauzioni. Il paganesimo, come adorazione della natura, sembrerebbe lo sbocco ragionevole anche in base a quanto abbiamo evidenziato essere la natura della realtà, oggettività e positività.
Non per niente il paganesimo era la religione dei Greci, popolo razionale per eccellenza. La stessa esperienza storica dei Greci conferma però la presenza di questo segreto tradimento.

Potrebbe dirsi l'errore di comportarsi secondo natura, e fu un errore naturalissimo. l Greci, le grandi guide e i pionieri dell'antichità pagana, mossero da un'idea superbamente ovvia e schietta: se l'uomo avesse proceduto diritto innanzi sulla strada maestra del raziocinio e della natura, non sarebbe incorso in alcun danno; specialmente se fosse stato - come erano i Greci - eminentemente dotto e intelligente. Oseremmo essere così sfacciati da dire che l'uomo doveva solo seguire il proprio naso, in quanto si trattava di un naso greco. E il caso di Greci stessi è unico a illustrare la strana ma reale fatalità che accompagna questo sofisma. [...] Quando l'uomo crede di procedere diritto va storto. Quando segue il proprio naso riesce per cosi dire, a storcerlo, o persino ad amputarlo per fare dispetto al volto; e ciò in accordo a qualcosa di molto più profondo nella natura umana. (GKC, San Francesco, pagg. 19-20)

In Ortodossia Chesterton riassume l'avventura spirituale dei Greci:

La teoria che tutto fosse buono é diventata un'orgia di tutte le cose cattive. (GKC, Ortodossia, pag. 107)

Ad uno sguardo più profondo la realtà, la cui prima connotazione è la positività, si rivela segnata dalla presenza del male.