Il pensiero di Chesterton – Critica delle teorie filosofiche moderne 3 – Il materialista è fatalista e scettico
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Nel suo sforzo di rendere conto di tutto tramite un principio inadeguato perché insufficiente, il materialista opera da un lato negando ogni dato di fatto che non collimi con il suo principio, operando una censura; dall'altro dilatando l'uso del principio che ha arbitrariamente deciso di privilegiare fino a farne spiegazione anche di quegli aspetti del reale che non può essere portato a giustificare. La ristrettezza, l'universalità ristretta e rattrappita sono infatti effetti di un arbitrario privilegiamento di un principio eretto ad unica spiegazione del reale: la tensione reale dell'intelletto a risalire la catena delle cause fino ad identificare un principio primo unico è surrettiziamente soddisfatta dal materialismo con una censura ed una falsificazione del reale.
Il materialista è perciò costretto, per restare tale, a escludere dalla sua considerazione tutto ciò che non collima con il suo assunto di base: la sua ragione funziona a vuoto. Non parte dal dato reale per renderne conto, ripete unicamente l'assunto di base ed elenca ciò che può essere addotto a suo favore, rifiutando però di considerare reale ciò che invece vi contraddice. In ciò è identico al pazzo affetto da mania, dal quale tutto è portato col ragionamento a provare la verità della sua ossessione.
A questa mancanza di realismo, a questa censura previa dei dati dell'evidenza fa necessariamente riscontro tutta una serie di errori logici, di deduzioni fallaci:
“Quando io ebbi una polemica col Clarion sul libero arbitrio, quell'amabile scrittore che é R.B. Suthers disse che il libero arbitrio è pazzia, perché significa agire senza causa, e le azioni di un pazzo sono senza causa. Non mi indugerò qui sul disastroso errore della logica determinista: è ovvio che, se una qualsiasi azione, anche quella di un pazzo può essere senza causa, il determinismo è finito. Se un pazzo può rompere la catena della causalità, perché non la potrà rompere un uomo normale?” (GKC, Ortodossia, pag. 26)
Un secondo errore logico dei deterministi, è quello di propagandare il fatalismo sostenendo in accordo alla crescente sensibilità sociale che esso sia l'unica teoria compatibile con una maggiore umanità e pietà nella considerazione dei colpevoli: conseguenza che è tutto il contrario di quanto avviene secondo logica:
“La dottrina della necessità verosimilmente non cambia niente: lascia che l'aguzzino continui a fustigare e che l'amico continui a prodigare dei buoni consigli, come prima; ma, evidentemente, se una cosa deve impedire, impedisce i buoni consigli. Che i delitti siano inevitabili non toglie che debbano essere puniti; tutt’al più esclude che possano essere evitati con la persuasione”. (Ibidem, pag. 36)
L'attacco che il materialismo conduce alla ragione è però molto più profondo e radicale. Quando il mondo sia stato ridotto dalla ragione interamente alla materia come sua matrice ultima, il materialista volgendosi a considerare la ragione stessa non potrà, rispettando le sue premesse, che negare totalmente il suo valore conoscitivo. Il pensiero sarà il prodotto fisiologico del cervello, come la bile del fegato e in nessun modo sarà possibile affermare il suo legame con la verità e la sua connessione con la realtà esterna. L'uomo non potrà avere il diritto di credere ai suoi sensi perché non può giustificare il modo in cui il suo cervello elabora le informazioni che riceve. Il materialismo conduce dritto verso il suo opposto, lo scetticismo.