"Il mio nome è Asher Lev" 2 - Gli studi e le opere di Potok
Potok non ha mai cessato di scrivere, pubblicando romanzi, testi teatrali, saggi e recensioni.Il suo profilo è dunque quello di un uomo profondamente colto, studioso della storia e della letteratura, narratore e critico letterario.
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Gli studi
Chaim Potok si è applicato agli studi con successo, laureandosi nel 1950 magna cum laude in Letteratura Inglese e successivamente ottenendo una laurea master in Letteratura ebraica. A 25 anni è stato ordinato Conservative Rabbi e come cappellano militare ha partecipato alla guerra in Corea (ne parlerà nel romanzo Io sono l’argilla).
Conclusasi questa importante esperienza, Potok sentiva urgente la necessità di approfondire i suoi studi e in particolare di conoscere meglio la cultura occidentale; per questo si è iscritto all’Università della Pennsylvania e ha studiato filosofia.
Si è sposato nel 1958, è stato docente universitario, redattore capo di una rivista ebraica e, parallelamente allo svolgersi della sua vita famigliare e della sua professione, non ha mai cessato di scrivere, pubblicando romanzi, testi teatrali, saggi e recensioni.
Il suo profilo è dunque quello di un uomo profondamente colto, studioso della storia e della letteratura, narratore e critico letterario.
Romanzi
Come romanziere, Potok si è imposto subito nel panorama letterario americano con il romanzo d’esordio The Chosen del 1967 che è stato citato nella lista dei "best seller" del The New York Times per 39 settimane e ha venduto in uscita 3.400.000 copie.
I contenuti delle sue opere successive apparivano interessanti e nuovi: nessuno come lui aveva mai parlato del mondo ebraico rendendolo accessibile e comprensibile al grande pubblico, spiegandone la complessa fisionomia, la cultura, le origini e le tradizioni, le dinamiche interne, i problemi irrisolti che venivano gelosamente nascosti.
Opere
Ricordiamo fra le numerose opere dello scrittore: Danny l'eletto (1967), La scelta di Reuven (1969), Il mio nome è Asher Lev (1972), In principio (1975), Storia degli ebrei (1978), Il libro delle luci (1981), L’arpa di Davita (1985), Io sono l'argilla (1992), Il maestro della guerra (1995), Novembre alle porte (1996), Il dono di Asher Lev (1990), Zebra and Other Stories (1998).
Prima di lui. Gli anni 1920-1930
Molto diversi erano apparsi i contenuti narrativi con i quali la generazione di scrittori ebraico-americani precedenti a lui si erano affermati.
Attorno agli anni ’20 infatti, quando l'America, alla fine della Prima Guerra Mondiale, era diventata il più grande polo ebraico del mondo, i testi descrivevano il dramma degli immigrati preoccupati di non essere emarginati, di insediarsi senza difficoltà e di assimilarsi progressivamente e ordinatamente nel nuovo ambiente.
Dopo gli anni ‘40 la nuova generazione natia, di cui fa parte Potok, leggiamo in Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Dalla periferia al centro in America, non sentiva più come propri questi problemi e si riteneva sia a livello religioso che etnico parte integrante della nazione.
“Essere un ebreo americano divenne sempre più uno dei modi di essere americani. E non aveva un'altra madre patria a cui riferirsi con nostalgia o da usare come metro di paragone... La difficoltà immediata di acclimatarsi era stata superata.”
Non era scomparsa una letteratura caratteristicamente ebraica, ma gli argomenti trattati e la forma espressiva erano mutati profondamente.
Potok rientra in questa seconda generazione di scrittori ebreo-americani.
Le tematiche e le situazioni descritte nei suoi romanzi riflettono il mondo ebraico, ma sono collegate e inserite nel contesto sociale dei suoi anni e della società americana: non ci si volge al passato per descriverlo e non si guarda più con la nostalgia di Joseph Roth alle ataviche tradizioni religiose o al triste tramonto dell’Impero Austro-Ungarico.
Profondamente radicato nella sua tradizione, lo scrittore ne dà nei suoi scritti una rappresentazione viva, mostrandola in tutta la sua ricchezza culturale e spirituale, attraversata al tempo stesso dallo scontro fra tradizione e libertà, formalismo e moralità, vocazioni personali e obbedienza ai Sacri Testi, senza censurare nulla, perché il lettore sia spinto a capire di più il mondo cui appartiene se ebreo, un mondo diverso dal proprio per cultura e tradizione se non ne fa parte.
Così, mentre Potok racconta vicende particolari come quella dei giovani protagonisti di grandi cambiamenti epocali in Danny l’Eletto, o di una bambina che ne L’Arpa di Davita vive la divergenza fra due diversi fondamentalismi, o del giovane Asher combattuto, come vedremo, fra la passione per le arti figurative e la disapprovazione del padre, egli parla di tutti gli uomini e della responsabilità che ognuno deve avere nell’affermare il proprio volto e destino, le motivazioni e le origini dei propri giudizi e scelte.
“Ognuno di noi è una creatura unica” ha dichiarato (Lezione tenuta il 20 marzo 1986 nel Tennessee) e il Cristianesimo e il Giudaismo, secondo Potok, affermano entrambi questo supremo valore dell’io, l’esistenza nell’uomo di una realtà superiore a qualsiasi realtà soggetta al tempo e allo spazio.
E questa convinzione di una comune radice del destino e del valore della persona rende particolarmente interessante per tutti questo autore.
(2- continua)