“Queste oscure materie” - la trilogia di Philip Pullman 2 - La bussola d’oro

Prosegue l'analisi critica sui testi da cui è tratto il film "La bussola d'oro". Attenzione: di seguito viene rivelata la trama dell'opera.
Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Confronti Fantasy"

Nel primo libro tutto si aggira intorno ad una misteriosa “polvere” che i teologi sperimentali hanno scoperto: invisibile senza appositi strumenti, essa si posa solo sugli adulti e non sui bambini; quindi, secondo la chiesa, è collegata al peccato, di cui i bambini essendo innocenti, sono privi, e per questo temuta. La polvere, il peccato e la facoltà dei daimon dei bambini di cambiare forma si intrecciano negli interessi speculativi e nelle paure degli ecclesiastici, spingendoli a compiere esperimenti in cui dividono i bambini dai loro daimon, rendendoli quindi persone a metà, quasi lobotomizzate, prive di emozioni e anche facilmente dominabili, giustificandosi con l’intenzione buona di impedire ai bambini di diventare adulti peccatori. La madre di Lyra, la bambina protagonista, lavora per la chiesa e adesca i bambini a questo scopo, li rapisce alle loro famiglie e li trasporta in una specie di lager vicino al Polo. La polvere è infatti misteriosamente legata al Polo Nord, dove l’aurora boreale a tratti lascia intravedere un altro mondo, da cui essa sembra provenire.
Anche il padre della protagonista, aristocratico intellettuale di Oxford, si interessa alla Polvere, ma non a causa del peccato, bensì perché la collega a quel secondo mondo che al Polo a tratti diventa visibile. Egli ha un suo progetto segreto (ecco affiorare il satanismo razionalista: secondo la distinzione di Introvigne: quello che attribuisce a Dio il polo negativo (negatore della libertà e della intelligenza per asservire l'uomo), e al suo avversario quindi il polo positivo (colui che è condannato perché perdente, ma che combatte una causa giusta): vuole sfidare, combattere ed eliminare non solo la chiesa, ma addirittura l’Autorità. Per fare questo vuole raccogliere in un unico esercito tutti i dissenzienti di tutti i mondi paralleli; perciò deve aprire un varco tra i mondi. Ha bisogno però di una enorme energia e ha scoperto, dagli esperimenti crudelissimi della cattivissima chiesa, che è possibile liberarla separando con una lama speciale un umano dal suo daimon.
La figlia scopre tutto questo nelle sue avventure, mossa dalla ricerca del suo migliore amico, rapito dalla mamma insieme ad altri ed inviato al Polo. La bambina possiede uno strumento, la bussola d’oro del titolo, che dice la verità a chi sa leggerlo. Prima la ricerca dell’amico e poi la ricerca del padre, a cui vuole consegnare lo strumento per aiutarlo nella sua battaglia, conducono i due al Polo. Il padre possiede una magia per cui quando ha bisogno di una cosa, essa arriva, portata dal destino, e adesso ha bisogno di un bambino per ottenere energia; ha un attimo di sgomento quando scopre che il bambino destinato sembrerebbe essere la sua propria figlia, ma appurato che c’è anche il suo miglior amico, senza un attimo di esitazione lo sacrifica ai propri scopi. Proprio a causa del tentativo della protagonista di salvare l’amico, questi invece muore, perché si trova ad essere allontanato troppo dal suo daimon prigioniero del padre. La protagonista decide allora di seguire il padre nel mondo cui ha aperto l’accesso, perché con ragionamento molto logico ha deciso che se i suoi abbastanza perfidi genitori sono, per un motivo o per l’altro, contro la polvere, la polvere deve essere una cosa buona e quindi desidera saperne di più: la polvere viene dal mondo parallelo e quindi lei ci si avventura.