Alle radici di Harry Potter 1 - L'infanzia e gli studi di J. K. Rowling

Per gentile concessione dell'autrice, la dott.ssa Chiara Cabrini, pubblichiamo ampi stralci della sua Tesi dal titolo "L'USO DEL MONDO FANTASTICO E MITOLOGICO NEI ROMANZI DI JOANNE KATHLEEN ROWLING".
Il lavoro ha il fine di studiare come la scrittrice inglese Joanne Kathleen Rowling abbia attinto dal mondo fantastico e mitologico, per la creazione dei suoi personaggi. Uno dei piaceri nel leggere i romanzi di J. K. Rowling consiste proprio nello scoprire i riferimenti alle fiabe, alle leggende, alla letteratura e al mito, che l’autrice nasconde nei suoi libri. Per esempio, il terribile cane a tre teste di Hagrid, Fuffi, che Harry Potter, il protagonista delle vicende scritte dalla Rowling, incontra nelle sue avventure, altro non è che Cerbero, mostro sconfitto da Ercole nelle dodici fatiche.
Il lavoro porta dunque nuovi elementi di comprensione e di approfondimento su un ciclo spesso oggetto di controversie e di polemiche, quello di Harry Potter.
Autore:
Cabrini, sr. Chiara
Fonte:
CulturaCattolica.it
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J.K. Rowling nacque il 31 Luglio 1965 a Chipping Sodbury vicino Bristol.

«Credo che sia piuttosto appropriato, per una che colleziona nomi buffi, essere nata in un posto chiamato Chipping Sodbury.» (Marc Shapiro, J. K. Rowling: La maga dietro HARRY POTTER, Roma, Fanucci, 2002 pag. 33).

Joanne fu invogliata a leggere costantemente favole e libri fantastici, senza dimenticare i classici. Le sue letture preferite da bimba erano: Piccole donne di Louisa Alcott, (Joanne ricorda che per qualche mese è stata convinta di essere Jo March), i libri della saga di Narnia di C. S. Lewis e The little White Horse (Il piccolo cavallo bianco) di Elizabeth Goudge.
A sei anni Joanne scrisse il suo primo libro, la storia di Rabbit, un coniglio che si era ammalato di morbillo: infatti uno dei suoi primi ricordi d’infanzia è proprio di quando aveva avuto il morbillo a quattro anni e suo padre le leggeva Il vento nei salici. E lei da bambina desiderava tanto un coniglio.

«Fin dai tempi di Rabbit (coniglio) sapevo che quello era il mio destino. Non esagero, lo volevo con tutte le mie forze. Ma non lo dicevo a nessuno. Non ne parlavo mai, perché mi vergognavo.» (Ibidem, pag. 37)

In questo periodo giocava con la sorella minore e i figli dei vicini, i Potter. Uno dei loro giochi preferiti era quello di travestirsi da maghi. Fino all’età di circa nove anni Joanne visse a Bristol o nei dintorni, poi la famiglia Rowling si trasferì a Thutshil, un paese accanto a Chepstow nel Galles del sud dominato da un castello abbarbicato su una scogliera.
I suoi ricordi dei tempi della scuola non sono dei più felici, tanto che molti insegnanti le hanno offerto spunti per il personaggio di Piton, il maestro di pozioni (Rowling Joanne, Kathleen, Harry Potter e la pietra filosofale, Milano, Salani, 1998, cap. 8, pag. 131), che prende subito in antipatia Harry Potter; tra questi in particolare, la professoressa Morgan alle elementari:

«Mi schiaffò zero in matematica, e mi fece sedere in quella che lei considerava la fila di quelli poco svegli» (Lindsey Fraser, Conversazione con J. K. Rowling, Ponte alle Grazie, 2002, pag. 11)

Al sesto anno di scuola successe un fatto importante. Un ragazzo di nome Sean Harris che aveva vissuto a Cipro fino allora perché suo padre era nell’esercito, arrivò a scuola. Diventò il migliore amico di Joanne ed ella s’ispirò a lui per il personaggio di Ron Weasley, il migliore amico di Harry Potter; Harry Potter e la camera dei segreti, il secondo romanzo della saga del giovane mago, è dedicato a Sean.
La Rowling frequentò la scuola media a Wyedean, e fu in quel periodo nominata ”Head Girl” (capo classe). Poi s’iscrisse all’Università di Exeter dove si laureò in letteratura francese e letteratura classica.