I santi del IV secolo e la crisi ariana 5 - Infuria la contesa tra Oriente ed Occidente

Autore:
Laguri, Innocenza
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Storia della Chiesa"

L’eresia ariana sotto i successori di Costantino

Torniamo alla divisone ariana: nel 335 muore Ario e nel 337 muore Costantino. Ovviamente non ci perderemo nelle liti tra i tre figli cui egli lascia il regno, diciamo solo che restano sulla scena Costante, cui spetterà per poco l’Occidente, e Costanzo che si accaparra l’Oriente; quest’ultimo, all’inizio, tenta una pacificazione concedendo ad Attanasio di tornare in Alessandria. Non l’avesse mai fatto: si scatena di nuovo l’opposizione degli ariani.
Interessante qui un nuovo elemento: alla ricerca di un punto di riferimento, l’uno e l'altro partito si appellano al Papa. Questi risponde con un Concilio che, questa volta, vede l’entrata in scena dei vescovi occidentali. Ma, forse per questo, gli ariani ci ripensano e non partecipano. In tale Concilio il Papa rivendica la sua autorità in merito alla elezione dei vescovi nelle sedi apostoliche, in quanto successore di Pietro: tuttavia di fatto questa resta una, sia pur importante, affermazione di principio, non sufficiente: è lui stesso, insieme ad alcuni vescovi occidentali, a chiedere ai due imperatori di appoggiare un nuovo Concilio che riconnetta Occidente e Oriente, ora che l’Occidente è stato chiamato in causa.
Come si vede i rapporti tra istituzioni politiche e Chiesa appaiono un intrico di collaborazione e di sovrapposizioni e il primato petrino non è ancora consolidato
Con l’approvazione imperiale ecco un nuovo Concilio che viene di nuovo boicottato dagli ariani.
Gli occidentali pertanto sono soli; si fanno però carico di affrontare la prassi di elezione del vescovo, stabiliscono che un vescovo possa essere giudicato solo dal Concilio dei vescovi della propria provincia e, nel caso di diatriba, si ricorra al papa. E’ un tentativo di chiarire la questione dei concili e dell’autorità ecclesiastica.
In sintesi si può dire che alla rottura all’interno della Chiesa di Oriente si aggiunge di fatto una rottura tra Occidente e Oriente. Un nodo in cui si riassume la discordia è la restituzione della sede apostolica ad Attanasio (sempre lui!).
Si pensi a questo episodio: ad un certo punto una delegazione di vescovi occidentali ottiene una lettera favorevole dell’Imperatore d’Occidente Costante e va ad Alessandria per riproporre il rientro di Attanasio. Ad Alessandria il vescovo che ha sostituito Attanasio, del partito ariano, prepara un “agguato” per compromettere un vescovo-ambasciatore: viene introdotta nel suo alloggio, per comprometterlo, una prostituta.
L’odissea di Attanasio vedrà un’altra tappa, legata ad un saggio intervento dell’imperatore Costanzo: divenuta vacante la sede di Alessandria, egli la propone ad Attanasio che vi ritorna trionfalmente accolto dai fedeli. Grande la statura di questo vescovo, che con i suoi scritti ha sempre difesa la natura umana e divina di Cristo e che unisce la difesa della sua sede apostolica alla difesa dell’ortodossia: Cristo è uomo e Dio.
Nel 350 una sommossa militare depone Costante che viene inseguito dai rivoltosi e si uccide.
Si affacciano altri pretendenti, ma alla fine Costanzo è vittorioso ed unico imperatore. Mentre Costante era stato vicino all’Ortodossia, Costanzo è ormai passato dalla parte degli ariani: sotto la sua autorità il Concilio ecumenico di rappacificazione, chiesto dal Papa (è la terza volta che si chiede la mediazione dell’autorità politica) diviene, nel 355, una condanna di Attanasio, mentre i vescovi devono o firmare o venire deposti e andarsene dalla loro sede.
S. Dionigi, vescovo di Milano si oppone, e lo stesso fanno S. Eusebio vescovo di Vercelli e Sant’ Ilario vescovo di Poitiers, presenti al Concilio. Vengono deposti. E’evidente che attorno alla posizione di Attanasio si scontrano la posizione niceana e quella ariana. Ma si scontrano anche la Chiesa di Occidente e di Oriente in quanto ad Occidente l’opposizione agli ariani è forte mentre in Oriente si impone la posizione ariana.
Per fare un esempio: è chiara la posizione sulla natura di Dio di un vescovo come S. Zeno di Verona i cui sermoni difendono l’ortodossia, o di Ilario di Poitiers. Di S. Ambrogio parleremo tra poco.
Ma Costanzo vuole anche l’approvazione del nuovo Papa, che si chiama Liberio: per costringerlo lo fa rapire e portare prima presso di sé (in quel momento è a Milano), poi, al suo rifiuto, lo deporta in Tracia. Il Papa alla fine cede e firma un documento di condanna di Attanasio.
Può così tornare a Roma, dove trova il suo sostituto e la proposta di Costanzo di dividere con lui il vescovado di Roma. Abbiamo notizia della ribellione del popolo al grido di “un solo Dio, un solo Cristo, un solo vescovo!”
Molti vescovi niceani vengono deposti a forza, cacciati dall’esercito, tra cui Attanasio ad Alessandria che cerca di resistere, appoggiato dai fedeli. Anche S. Melezio (che allora era vescovo di Sebaste) e S. Cirillo, vescovo di Gerusalemme, sono banditi .
Ad Alessandria si insedia un personaggio corrotto che si impadronisce di molte risorse economiche della città. Per alcuni dunque la questione teologica sembra dimenticata, la lotta scende a bassi interessi con l’ appoggio dell’imperatore.
Sia il Papa che personalità come S. Ilario, in Occidente sentono l’urgenza di una riconciliazione ed è per questo che, alla ricerca di una mediazione, firmano un documento teologico steso dagli ariani che non sembra smentire Nicea. C’è confusione! Ma bisogna tener conto della buona fede del Papa (che non è più Liberio), a riprova della buona intenzione sta l’appoggio che viene anche da Attanasio, disposto a lasciar cadere l’ esilio subito e a cercare la comunione. Poi c’è da tener presente la difficoltà ad intendersi sul piano dottrinale, anche perché non è facile la comprensione di termini greci usati per la disputa teologica.
Ma la divisione resta, dunque attorno al 357 in Oriente, con l’appoggio di Costanzo, trionfa l’arianesimo e nelle principali sedi vescovili ci sono vescovi ariani.
Nel 361 malato e stanco, sfinito dalle lotte, a poco più di trent’anni Costanzo muore, mentre le truppe proclamano Imperatore Giuliano, un suo cugino. Alterna onnipotenza delle umane sorti!