Carta dei diritti umani
Riportiamo qui di seguito alcune proposizioni ricavate dall'insegnamento di Francisco de Vitoria (1483 - 1546) che possono essere considerate a tutti gli effetti la prima Carta dei Diritti, straordinaria per la sua modernità.- Autore:
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Riportiamo qui di seguito alcune proposizioni ricavate dall'insegnamento di Francisco de Vitoria (1483 - 1546) che possono essere considerate a tutti gli effetti la prima Carta dei Diritti, straordinaria per la sua modernità. Tale documento mostra come il riconoscimento e l'affermazione dei diritti dell'uomo hanno il loro fondamento storico nella tradizione cristiana. Infatti, è fondandosi sul principio evangelico dell'uguaglianza di tutti gli uomini, in quanto figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza, e sulla teoria del diritto naturale elaborata a partire dalla riflessione filosofica di s. Tommaso (il cui pensiero Francisco de Vitoria aveva ripreso sistematicamente e posto al centro del suo insegnamento) che egli elaborò tale Carta dei Diritti.
Il seguente documento è tratto dal Catalogo della Mostra: Al di là del mare, a cura di Fidel Gonzales, Claudio Grotti, Marina Valmaggi, Meeting per l'Amicizia fra i Popoli, 1992.
CARTA DEI DIRITTI UMANI Francisco de Vitoria (1483 - 1546)
Il diritto che l'uomo ha sulle cose deriva dal fatto che egli è immagine di Dio … Tutte le cose sono state create al servizio dell'uomo … Ogni uomo ha diritto alla verità, all'educazione e a tutto ciò che si riferisce alla sua formazione e promozione culturale e spirituale … Per diritto naturale, ogni uomo ha diritto alla vita e all'integrità fisica e psichica … Per diritto naturale tutti gli uomini sono liberi e nell'uso di questa libertà fondamentale gli Indios si costituiscono liberamente in comunità e liberamente scelgono i propri governanti … Ogni uomo ha diritto alla fama, all'onore e alla dignità personale … Gli Indios hanno diritto a non essere battezzati o costretti a convertirsi al cristianesimo contro la propria volontà … Per solidarietà naturale e per diritto delle genti, tutti gli uomini, Indios o Spagnoli, godono dello stesso diritto alla comunicazione e all'interscambio di persone, beni o servizi, senza altri limiti che il rispetto della giustizia e dei diritti degli abitanti del luogo … Nessuno può essere condannato senza prima essere stato ascoltato dall'autorità competente e in conformità con le leggi … Il condannato che fuggisse di prigione e fosse ripreso, non può ricevere un'ulteriore pena per questo fatto, essendo il desiderio di libertà un diritto inalienabile della persona umana … Inoltre, per solidarietà umana e a tutela di quegli Indios che, innocenti o indifesi, sono ancora sacrificati agli idoli, o sono assassinati per mangiarne le carni, gli Spagnoli non possono abbandonare le Indie finché non abbiano realizzato scambi sociali e politici necessari a far terminare quel regime di terrore e di repressione … Non è sufficiente che il Re di Spagna promulghi leggi giuste e adeguate alla capacità e allo sviluppo degli Indios, è altresì obbligato a inviare governanti competenti e disposti ad applicarle …
(Cfr. Francisco de Vitoria, in "Corpus Hispanorum de Pace", vol. V, VI e XVII, passim)