5 ottobre - NEIL POSTMAN: il nuovo totalitarismo del desiderio come diritto.
Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.NEIL POSTMAN, (New York, 8 marzo 1931 – New York, 5 ottobre 2003) è sociologo statunitense, professore universitario, teorico dei media e critico della cultura contemporanea.
Per più di quarant'anni è stato professore associato dell'università di New York.
È famoso al pubblico soprattutto per il suo libro del 1985 sulla televisione intitolato "Divertirsi da morire. Il discorso pubblico nell'era dello spettacolo".
Egli ha passato buona parte della sua carriera accademica a studiare come i media influiscano sulle nostre forme d'organizzazione sociale, sui nostri abiti mentali, sulle nostre concezioni politiche. Da qui il costante richiamo dell’ecologia dei media, primo grande parto postmaniano alla domanda lasciatagli(ci) in eredità da McLuhan (1911-1980), del quale è stato un allievo: quali conseguenze sociali, culturali e politiche porta l’introduzione di una nuova tecnologia della comunicazione?
McLuhan sosteneva che OGNI MEDIUM CREA UN AMBIENTE E CAMBIA IL MODO DI PENSARE E DI VIVERE DELLE PERSONE CHE A QUELL’AMBIENTE APPARTENGONO. Così è stato per l’invenzione della scrittura piuttosto che con l’invenzione della stampa; e analogo procedimento sta avvenendo, o più propriamente parlando è oggi già avvenuto, con l’introduzione della televisione e dei nuovi media. Sono queste le idee (domande) che, riprese sistematicamente da Postman in ogni suo scritto, possono meglio rappresentare il debito intellettuale nei confronti del professore di Toronto.
“Aspettavamo tutti il 1984. Venne, ma la profezia non si avverò; gli americani più riflessivi tirarono un sospiro di sollievo, congratulandosi per lo scampato pericolo. La democrazia aveva resistito. Altrove nel mondo forse c’è stato il terrore; a noi furono risparmiati gli incubi di Orwell. Avevamo dimenticato che, oltre alla visione infernale di Orwell, qualche anno prima c’è n’era stata un’altra, forse meno nota anche se altrettanto raggelante: quella del MONDO NUOVO DI ALDOUS HUXLEY.
Contrariamente a un’opinione diffusa anche tra le persone colte, Huxley e Orwell non avevano profetizzato le stesse cose. Orwell immagina che saremo sopraffatti da un dittatore. Nella visione di Huxley non sarà il Grande Fratello a toglierci l’autonomia, la cultura e la storia.
La gente sarà felice di essere oppressa e adorerà la tecnologia che libera dalla fatica di pensare. Orwell temeva che i libri sarebbero stati banditi; Huxley, non che i libri fossero vietati, ma che non ci fosse più nessuno desideroso di leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privato delle informazioni; Huxley, quelli che ce ne avrebbero date troppe, fino a ridurci alla passività e all’egoismo. Orwell temeva che la nostra sarebbe stata una civiltà di schiavi; Huxley, che sarebbe stata una cultura cafonesca, ricca solo di sensazioni e bambinate.
Nel “Ritorno al mondo nuovo”, i libertari e i razionalisti - sempre pronti ad opporsi al tiranno – «non tennero conto che gli uomini hanno un appetito pressoché insaziabile di distrazioni».
In "1984", aggiunge Huxley, la gente è tenuta sotto controllo con le punizioni; nel "Mondo nuovo", con i piaceri. In breve, Orwell temeva che saremmo stati distrutti da ciò che odiamo, Huxley, da ciò che amiamo.
Il mio libro si basa sulla probabilità che abbia ragione Huxley, e non Orwell”. (Neil Postman, Divertirsi da morire, Premessa, pp. 15-16)
Il suo contributo alla messa a fuoco del concetto di "nuovo totalitarismo" è fondamentale e sta al quarto posto del percorso nel Calendario del Marciapiedaio proposto in sette passi.
(17 ottobre – Raymond Aron; 4 Dicembre – Hanna Arendt; 18 agosto – Etienne de la Boétie; 5 Ottobre - Neil Postman; 1 Ottobre – Romano Guardini; 18 Dicembre - Gunther Anders; 7 Maggio – Franco Serantini, intervento di Augusto Del Noce sul 68).
Vedi il concetto di "soggetto portatore della cultura popolare con radici cristiane"qui.