24 gennaio - FRIEDRICH ADOLF TRENDELENBURG contro l'immanentismo e per la trascendenza.
Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.Fredric Adolf Trendelenburg (Eutin, 30 novembre 1802 – Berlino, 24 gennaio 1872) fu un grande filosofo tedesco, che, in pieno idealismo, elaborò una filosofia capace di criticare l'hegelismo immanentistico dominante.
Si occupò soprattutto della filosofia di Platone e Aristotele, cercando, nel suo Platonis de ideis et numeris doctrina e De Aristotelis categoriis (1826) di ottenere una più precisa conoscenza del platonismo attraverso la critica aristotelica.
Insegnò per quasi 40 anni, esaminando anche i candidati insegnanti di filosofia e pedagogia in Prussia. Nel 1865 fu coinvolto in un'acrimoniosa controversia sull'interpretazione kantiana dello spazio con Kuno Fischer, che attaccò nel suo “Kuno Fischer e il suo Kant” (1869), ottenendone una replica polemica nell'Anti-Trendelenburg (1870) del Fischer.
IL PROBLEMA FILOSOFICO VIENE COSÌ POSTO: COME IL PENSIERO E L'ESSERE SONO UNITI NELLA CONOSCENZA, COME IL PENSIERO APPARTIENE ALL'ESSERE E COME L'ESSERE SI RIVELA NEL PENSIERO?
Procedendo secondo il principio secondo il quale il simile può essere solo conosciuto dal simile, Trendelenburg ottiene una dottrina personale, da lui definita organische Weltanschauung, concezione organica del mondo – per quanto basata su Aristotele.
Introduce il concetto di movimento costruttivo che unifica essere e pensiero, nel senso che il mondo esterno è oggetto a ogni istante di percezione e pensiero: quest'ultimo produce a priori le forme - il tempo, lo spazio e le categorie delle scienze naturali – ma le produce in concordanza con la realtà e pertanto esse sono insieme soggettive e oggettive.
In questo modo Trendelenburg tenta di risolvere il problema della conoscibilità della kantiana cosa in sé. È vero che la materia non può così essere completamente risolta nella conoscenza ma la parte irriducibile può essere trattata, seguendo Aristotele, come astrazione a cui avvicinarsi indefinitamente.
I fatti dell'esistenza non sono però spiegati compiutamente in modo meccanicistico. L'interpretazione decisiva dell'universo può trovarsi soltanto nella superiore categoria del fine o causa finale.
Qui Trendelenburg trova la linea divisoria tra i sistemi filosofici: da una parte quelli che non ammettono finalità ma cause efficienti, i quali entrano nel gruppo del DEMOCRITISMO; dall'altra la concezione organica o teleologica del mondo, che interpreta le parti con l'idea del tutto e vede nelle cause efficienti il veicolo dei fini ideali. Questa può essere definita in generale un PLATONISMO; un sistema come lo spinozismo, che sembra appartenere a un terzo gruppo, rientra in realtà nel democritismo, ossia essenzialmente in una concezione materialistica.
Intervenne anche sull'etica, che consiste in sostanza nella realizzazione dei fini.
Il diritto naturale è il completamento del suo sistema: poiché il compito dell'uomo è attuare l'idea della propria umanità, non astrattamente come Kant, ma nel contesto dello Stato e della storia, il suo pensiero deve tendere a fini che la realizzino. Il diritto è il mezzo col quale si realizza l'esigenza etica: condizione della vita morale, nasce dallo scopo etico.
Lo Stato, l'organismo etico in cui l'individuo – uomo in potenza – diviene uomo in atto, è esso stesso l'uomo universale nella forma del popolo.
CRITICA ALLA DIALETTICA HEGELIANA
La sua critica alla dialettica di Hegel (che vale anche per Marx naturalmente) è ciò che più lo ha reso noto. Secondo alcuni sarebbe il pensatore che, puntando al "motore" dell'impianto hegeliano, più ha intaccato il sistema del grande avversario (anche più dei vari Kierkegaard, Shopenhauer ed Herbart ).
La sua critica muove dalla logica aristotelica, di cui egli è grande studioso ed esperto.
Ssi possono distinguere due modi di contrappore concetti, LA CONTRADDIZIONE LOGICA E L'OPPOSIZIONE REALE.
CONTRADDIZIONE LOGICA significa contraddire un concetto negandolo (per esempio: x nega non x); OPPOSIZIONE REALE invece confronta tra loro due concetti giustappponendoli (per esempio: vero è il contraltare di falso).
Secondo Trendelenburg, Hegel avendo imperniato il suo sistema sul meccanismo tesi-antitesi-sintesi ha commesso il grave errore di non distinguere, ma anzi di fare confusione, tra contraddizione logica ed opposizione reale: questo comprometterebbe seriamente il risultato teoretico del sistema, dato che ne costituisce il "cuore".
Per una critica approfondita dell'immanentismo hegeliano vedi anche la filosofia del SECONDO SCHELLING.