17 ottobre - RAYMOND CLAUDE FERDINAND ARON: che cos'è il totalitarismo del XX secolo..

Oggi 17 ottobre ricordiamo un grande intellettuale francese che ci aiuta con Hanna Arendt, a mettere a fuoco il problema del totalitarismo; in tal modo possiamo renderci consapevoli della specificità del totalitarismo del pensiero diffuso dominante rispetto ai suoi modi storici di manifestazione. Si tratta di RAYMOND CLAUDE FERDINAND ARON (Parigi, 14 marzo 1905 – Parigi, 17 ottobre 1983) sociologo, filosofo e giornalista francese.
Noto al grande pubblico per l'amicizia di lunga data con Jean-Paul Sartre (anche se i due non si risparmiarono critiche reciproche) si distinse per la sua analisi critica della popolarità che riscosse l'ideologia marxista in Francia nella seconda metà del XX secolo.

L'intellettuale scomodo
La cultura francese ha spesso contrapposto Raymond Aron a Jean-Paul Sartre. Considerati tra i massimi intellettuali del secondo dopoguerra, amici nella vita, furono gli epigoni di due stili diversi: Aron l'intellettuale «controcorrente», Sartre l'impersonificazione del «maître à penser».

Nati nello stesso anno, i due effettuarono un percorso culturale comune. I differenti stili intellettuali emersero presto e le loro vicende si separarono nel 1940, quando Parigi fu occupata dai nazisti. Aron seguì Charles de Gaulle a Londra, mentre Sartre rimase nella capitale occupata dai nazisti.
Dopo la fine della guerra Aron denunciò i crimini del totalitarismo comunista. Quindi si schierò contro l'ideologia marxista, venendo a scontrarsi più volte con Sartre.

Durante gli anni della contestazione, quando le piazze erano infiammate, Aron prese le distanze dai movimenti. Nel 1968 coniò il termine “groupuscules” per bollare la tendenza volta all'esasperazione ideologica dell'estrema sinistra.
Nel 1975 denunciò lo scandalo dei «boat people», i rifugiati vietnamiti scappati con ogni mezzo dall'inferno della guerra. Il ruolo di intellettuale scomodo, in questo caso, risultò vincente: lo stesso Sartre riconobbe la correttezza della sua valutazione.

Per una definizione del totalitarismo classico:

«Mi sembra che i 5 elementi principali siano i seguenti:
1. Il fenomeno totalitario sopraggiunge in un regime che concede ad un partito il monopolio dell'attività politica.
2. Questo partito è animato o armato da un’ideologia alla quale conferisce un'autorità assoluta e che, di conseguenza, diventa la verità ufficiale dello stato.
3. Per diffondere questa verità ufficiale, lo stato si riserva a sua volta un doppio monopolio: il monopolio dei mezzi per l'uso della forza e quello dei mezzi di persuasione.
L'insieme dei mezzi di comunicazione, radio, televisione, stampa, viene diretto dallo stato e da coloro che lo rappresentano.
4. La maggior parte delle attività economiche e professionali sono subordinate allo stato e vengono, in un certo qual modo, integrate nello stato stesso. Così come lo stato è inseparabile dalla sua ideologia, la maggior parte delle attività economiche e professionali viene “colorata” dalla verità ufficiale.
5. Essendo ormai tutte le attività attività di stato, ed essendo tutte le attività subordinate all'ideologia, un errore commesso nell'ambito di un’attività economica o professionale diventa al contempo un errore ideologico. Ne scaturisce, in ultima istanza, una politicizzazione, una trasfigurazione ideologica di tutti gli errori che è possibile commettere e, in conclusione, un terrore al contempo poliziesco ed ideologico. (...) Il fenomeno è perfetto allorché tutti questi elementi si realizzano insieme in maniera compiuta»
. R. Aron, Démocratie et Totalitarisme, Folio Essais, Gallimard, 1965.
Il suo contributo alla messa a fuoco del concetto di "nuovo totalitarismo" è fondamentale e sta al primo posto del percorso nel Calendario del Marciapiedaio proposto in sette passi.
(17 ottobre – Raymond Aron; 4 Dicembre – Thomas Hobbes e Hanna Arendt; 18 agosto – Etienne de la Boétie; 5 Ottobre - Neil Postman; 1 Ottobre – Romano Guardini; 18 Dicembre - Gunther Anders; 7 Maggio – Franco Serantini, intervento di Augusto Del Noce sul 68).
Vedi qui.

Vedi poi il concetto di "soggetto portatore della cultura popolare con radici cristiane" qui.