Lettera aperta del Presidente della FAFCE a Ursula Von der Leyen, il 19 Aprile 2021
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

All’attenzione di
Mrs Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea
Per conoscenza:
Sig. Josep Borrell Fontelles, Alto rappresentante dell’Unione europea e Vicepresidente della Commissione Europea
Sig.ra Dubravka Suica, Vicepresidente della Commissione Europea per la Democrazia e la Demografia
Sig. Margaritis Schinas, Vicepresidente della Commissione Europea per la Promozione del nostro Stile Europeo di Vita
Signora Presidente,
Gentile signora von der Leyen, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione nel settembre 2020, lei ha dichiarato “se sei genitore in un paese, sei genitore in ogni paese”. Con la presente vorremmo attirare la vostra attenzione sul semplice fatto che la genitorialità non è solo una questione di desiderio e volontà, ma è prima di tutto un dono e una responsabilità costruita sull’accettazione del bambino e sul suo interesse superiore. Non dubitiamo che siate pienamente consapevoli di questa gioiosa responsabilità. Allo stesso tempo, nessun essere umano può rivendicare il diritto di avere un figlio”. Negli ultimi anni, le ramificazioni giuridiche dell’adozione sono diventate un punto focale nello scontro tra la competenza dell’UE in materia di libera circolazione e le competenze nazionali in materia di diritto di famiglia. La distinzione mette in discussione la differenza di trattamento tra le persone che scelgono di diventare genitori attraverso un normale processo di adozione e tutte le altre che optano per una pratica alternativa come la maternità surrogata. Riteniamo che qualsiasi forma di riconoscimento automatico di questi ultimi creerebbe una forma di discriminazione all’interno dell’Unione europea, con gravi conseguenze per il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali. Da un lato, le competenze dell’UE articolano il diritto di libera circolazione e non discriminazione. D’altra parte, gli Stati membri dell’UE mantengono le competenze per definire il matrimonio e la genitorialità e per regolamentare l’accesso alla procreazione medicalmente assistita, all’adozione e alla maternità surrogata. Ciò solleva questioni fondamentali sul rispetto del principio di sussidiarietà e sulla questione se il diritto alla libera circolazione obblighi uno Stato membro dell’UE a riconoscere una situazione anche se è illegale secondo le sue legislazioni nazionali. La pratica della maternità surrogata minaccia in particolare di sconvolgere l’armonia dei sistemi giuridici dell’UE e nazionali. Per quanto riguarda tale pratica, a partire dal 2021, sei Stati membri dell’UE – Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna – la vietano in tutte le sue forme. Nel frattempo, altri tre – Belgio, Danimarca e Irlanda – consentono solo la cosiddetta maternità surrogata non commerciale, in cui la madre surrogata non riceve alcun compenso oltre al pagamento delle sue spese mediche. Nonostante l’illegalità della maternità surrogata in molti Stati membri dell’UE, alcune coppie aggirano le restrizioni legali nei loro paesi d’origine ottenendo i servizi di una madre surrogata illegalmente o utilizzando madri surrogate provenienti da un paese straniero in cui la pratica è legale. Al ritorno nel loro paese d’origine con un figlio, queste coppie si fanno beffe dello stato di diritto, evitandolo chiedendo il riconoscimento della loro genitorialità con il pretesto di proteggere l’interesse superiore di quel bambino. L’assenza di un’azione dell’UE per contrastare il fenomeno della maternità surrogata “transnazionale” rischia di normalizzare l’abrogazione di fatto da parte dei cittadini di leggi con cui non sono d’accordo. Si tratta di una grave minaccia per lo Stato di diritto in Europa e richiede l’attenzione immediata della Commissione europea.
In effetti, l’argomentazione a favore del riconoscimento giuridico della genitorialità è ambigua perché le persone che richiedono tale riconoscimento prima sottopongono premeditatamente il minore a un’incertezza giuridica che equivale persino all’apolidia, ignorando così il suo interesse superiore, e poi utilizzano l’incertezza giuridica del minore per chiedere concessioni a uno Stato membro dell’UE. L’adozione, d’altra parte, è un processo rigoroso e intensivo che dà priorità al benessere del bambino implicando necessariamente lunghi tempi di attesa. Tutte le coppie devono superare un arduo processo per essere approvate per l’adozione e confermate nella loro capacità di adempiere alle responsabilità della genitorialità. In altre parole, l’interesse superiore del minore deve essere valutato da soggetti terzi, cioè autorità pubbliche e/o giudiziarie, incaricate di valutare la capacità genitoriale della coppia. Ciò implica l’impossibilità di accettare qualsiasi tipo di riconoscimento automatico. Al contrario, facilitando in un modo o nell’altro l’accesso alla maternità surrogata rispetto all’adozione, i legislatori creano un’autostrada verso un nuovo tipo di riconoscimento parentale. Ciò dimostrerebbe anche il primato dei desideri individualistici sull’interesse superiore dei bambini. E’ quindi insincero mettere a repentaglio il benessere dei bambini attraverso la maternità surrogata e il riconoscimento automatico della genitorialità da parte dell’Unione europea e dei suoi Stati membri.
Non solo la scorciatoia della maternità surrogata alla genitorialità mette in pericolo i bambini nati da madri surrogate, ma intensifica anche l’emarginazione dei bambini in attesa di essere adottati, creando due sistemi giuridici paralleli.
La FAFCE e i suoi membri sostengono con forza il principio di sussidiarietà come principio chiave per la pace sociale in Europa. Si impegnano inoltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sul preoccupante fenomeno della maternità surrogata e su tutte le altre pratiche che minano la dignità della procreazione umana. Le radici di questa situazione sono certamente nel consumismo estremo e nella profonda crisi di speranza affrontata da milioni di cittadini dell’UE che hanno visto la pandemia devastare i loro mezzi di sussistenza. Insieme, queste tendenze fanno della persona umana un bene usa e getta. Per questi motivi, non possiamo accettare alcun abuso del diritto europeo o tentare di abusare del diritto europeo. Tali abusi devono essere condannati con forza, perché in questa vicenda sono in gioco non solo l’interesse supremo del bambino, ma anche la stessa dignità umana.
Lo Stato di diritto è uno dei valori fondamentali dell’Unione, sancito dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea. Alla luce della ripartizione delle competenze, qualsiasi azione volta ad aggirare lo stato di diritto nazionale costituirebbe una minaccia preoccupante per l’equilibrio e la legittimità dell’ordinamento giuridico dell’UE e, in generale, per la salvaguardia della democrazia in Europa, soprattutto se si tratta della pratica della maternità surrogata, che è stata più volte condannata dal Parlamento europeo. Al contrario, sulla base della competenza dell’UE in materia transnazionale, la Commissione europea deve sostenere gli Stati membri dell’UE nella salvaguardia del loro ordine pubblico interno e quindi nella lotta contro la pratica della maternità surrogata.
Dopo aver considerato le minacce di cui sopra poste dalla maternità surrogata, come il grave indebolimento de facto delle leggi nazionali e dell’UE da parte dei cittadini dell’UE che possono permettersi di aggirarle, la maggiore emarginazione dei bambini e delle coppie impegnate nel processo di adozione e la creazione di un sistema giuridico parallelo e preferenziale, vorremmo chiedervi di informarci di quanto segue:
- In che modo intende la Commissione sostenere gli Stati membri dell’UE nella prevenzione delle pratiche transnazionali di maternità surrogata?
- Per quanto riguarda le discussioni in corso sulla maternità surrogata in seno alla Conferenza dell’Aia sul diritto internazionale privato, può la Commissione fornire maggiori informazioni sulla sua posizione e maggiore trasparenza sul processo?
Cordiali saluti,
Vincenzo Bassi
Leggi l'originale