Chiediamo a Dio di liberarci dal Male
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
un oscuro calore
di pianto...»
(G. Ungaretti, Nostalgia)
«Ha bisogno di qualche ristoro
il mio buio cuore disperso...»
(G. Ungaretti, Perché?)

Ho visto un video, anzi due. Uno era un breve servizio televisivo, girato da Romagna Web Tv, l’altro, in bianco e nero, il montaggio di una sessantina di foto scattate durante la marcia-veglia per le vittime del terrorismo di Parigi e del mondo, che ha avuto luogo a Cervia lunedì scorso.
Ne parlo per consigliare i video (specie il secondo, bellissimo) ma, più ancora, perché in quel gesto è riassunto il metodo.
In un’epoca di divisioni e di particolarismi, prete e sindaco camminano insieme, tanto per cominciare. E, con loro, donne e uomini, bambini e vecchi, tanti giovani. Persone di tutte le età, tutte le estrazioni sociali.
Ho visto sfilare rappresentanti delle associazioni di volontariato e della società civile. Il popolo, insomma. Quella che chiamiamo gente di buona volontà.
Tra canti e testimonianze di pace, la marcia si è dipanata lungo le vie della città, poi c’è stata una sosta nell’androne del Municipio, dove parroco e sindaco hanno pronunciato qualche parola e la gente, insieme, ha cantato l’inno nazionale francese e quello italiano. Lì sono stati lasciati lumini, brevi riflessioni, fiori, in memoria delle vittime innocenti delle mattanze islamiste, perché aveva ragione Foscolo «Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna».
Poi la marcia si è conclusa nella Cattedrale, gremita di gente.
Dicevo che questo gesto indica il metodo.
Nessuno ha la bacchetta magica o la ricetta per debellare hic et nunc il terrorismo demenziale del fanatismo islamico e certamente non saranno il parroco di Cervia, don Pierre Laurent Cabantous, o il sindaco, Luca Coffari, a prevenire con questa veglia il prossimo attentato, o a far ricredere chi nel mondo si sta candidando come futuro kamikaze.
Ma guardateli in faccia, quel prete con la N di Nazareni sul petto: la N araba dei cristiani perseguitati; quel sindaco con la fascia tricolore delle grandi occasioni. E’ gente che non ha paura. Gente che non ha dimenticato qual è, innanzitutto, il ruolo di un sindaco e di un parroco: camminare insieme ai propri cittadini, alle proprie pecore, con la responsabilità di guidarle a un giudizio che sappia leggere gli eventi educandosi a distinguere bene e male.
Di fronte al video, seguendo con lo sguardo la scia delle fiammelle nella notte capisci che sarà proprio la luce di verità e di bene che arde dentro il cuore degli uomini a farsi beffe del buio dell’odio e della disperazione e a contrastarlo.
Quei volti bambini o segnati dal tempo raccontano che lo sgomento, il dolore, il senso di impotenza che davanti ai tragici fatti di Parigi ha attanagliato gli animi, per questo popolo sono diventati l’inizio di un cammino insieme. Letteralmente.
La gente non si è barricata in casa; i cristiani non si sono chiusi al sicuro, autorelegati nelle sacrestie, come vorrebbe l’Isis; come vorrebbe, oggi, il laicismo di casa nostra o quello oltre frontiera (credete pure nel vostro Dio, se volete, ma niente simboli o manifestazioni pubbliche!...). Questa veglia, per i cristiani che vi hanno partecipato, ha coniugato cultura, carità e missione, che è esattamente ciò che è chiesto a ciascuno: lasciarsi plasmare dagli eventi, accettare le sfide della storia e, guidati dalla presenza presente di Cristo, diventare soggetti nuovi che insieme, con coraggio, sappiano sfidare il Nulla.
E’ questo, fare cultura. Questo, testimoniare la fede.
E bene ha fatto, il parroco della Cattedrale dedicata a S. Maria Assunta, a concludere la serata con il canto, in Chiesa, del Padre nostro. Riporto le sue parole, perché l’uomo cammina quando sa bene dove andare e questa indicata dal sacerdote è la strada, l’unica possibile. «Con la recita del Padre nostro chiediamo due cose – ha detto don Pierre Laurent ai fedeli –: “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, ma soprattutto chiediamo quello che l’uomo non può fare. Chiediamo a Dio di liberarci dal Male».
Con questa certezza nel cuore, di chi avremo paura?