Parigi, Roma, Merano, Bruxelles, chi ha nutrito l'islam di seconda generazione?
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E’ riecheggiato più volte in questi giorni: “difendere i nostri valori”. Quali? Mi vien da chiedere.
Siamo sicuri di sapere quali sono i valori di questa Europa spaventata? Di questa Europa che ha tra i figli cresciuti nelle sue scuole, tra le vie delle sue città, ragazzi che si sono fatti irretire da Imam che hanno predicato la guerra contro gli infedeli?
Infedeli, quindi tutti coloro che li hanno istruiti, che hanno condiviso con loro il banco, la palestra, il posto in metropolitana.
Questi giovani che si fanno saltare, questi esaltati pronti a tutto per un Dio che chiede la morte degli innocenti sono cresciuti tra noi.
Allora mi vien da dire che non hanno trovato nulla di vero e di affascinante nel nostro modo di vivere e di convivere, nulla a cui aderire. Hanno indossato i nostri abiti, messo sulle spalle i nostri zainetti firmati, ascoltato la nostra musica, ma è bastato un Imam che li richiamasse all’ordine, alla guerra, perché si sentissero soldati, sentinelle di un nuovo mondo.
I nostri valori non sono diventati i loro, ma forse non sono più valori nemmeno per noi.
Tra i banchi di scuola, nelle palestre che hanno frequentato, sui luoghi di lavoro, hanno trovato una grande ipocrisia, ma non hanno trovato un modello di vita a cui aderire.
Il politicamente corretto, il rinunciare alle nostre tradizioni per sembrare “accoglienti”, la nostra ipocrisia non ha avuto buoni risultati.
Perché da anni si ripete inutilmente che accogliere, integrare, passa per la conoscenza reciproca e non per la via della tolleranza ignorante.
Voglio sapere chi sei, quali sono le tue emozioni, le tue tradizioni e voglio portarti con me a conoscere le mie tradizioni, le mie convinzioni. Voglio che tu possa guardare e smarrirti ammirando il Duomo di Milano e voglio che tu conosca la sua storia, che tu possa alzare la testa uscendo dalla metropolitana e guardando quell’edificio baciato dal sole, sentirti parte di questa città.
Voglio leggere con te poesie. Voglio essere orgoglioso dei miei poeti e conoscere i tuoi.
Tempo fa ho partecipato a un corso “conoscere l’islam per incontrare i musulmani” ho imparato molte cose sulla loro storia, sulle loro differenze, sulla loro cultura. Mi sono chiesta se le nostre scuole sono il luogo dove conoscere il cristianesimo per incontrare gli italiani.
La laica Francia, dove gli assassini di questi giorni sono cresciuti, ha lavorato sulla vera conoscenza, sulla vera integrazione, o ci si è tollerati per intere generazioni?
Una riflessione va fatta.
Si avvicina il Natale, in molte scuole si sta ancora discutendo se uno spettacolo sulla Natività possa infastidire le famiglie dei bambini di religione musulmana.
Non solo non saranno infastiditi, il Dio disposto a nascere uomo tra gli uomini e a morire in croce, non può offendere nessuno. Di certo può insegnare che c’è un modo di amare l’uomo, che è un modo grande, che arriva a donare la vita.
Questo Dio fattosi uomo è proprio il contrario di un Dio che chiede di immolare la tua vita per far saltare in aria giovani che vanno allo stadio.
Ci attendono altri morti e altri dolori, perché questi uomini e donne capaci di uccidere i propri simili sono tra noi. Ai Governi, alle intelligence il compito di difenderci, di scovarli, ma a tutti noi il compito di educare davvero, di essere seri prima di tutto con noi stessi e di tornare a scoprire prima di tutto per noi, per cosa vale la pena di vivere.