Lezione arcigay al Liceo Fermi di Salò
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Chi sono i veri discriminati?

Un genitore ci scrive per raccontare.
Liceo E. Fermi, Salò (BS), 24 aprile 2015. A mezzogiorno ricevo una mail dal Comitato Genitori (NB: si tratta di un organo a latere, non è la voce della scuola ma solo un gruppo di genitori che svolge un servizio a favore delle famiglie, ad esempio divulgando via mail le circolari dell’Istituto): il giorno precedente è stata emanata una Circolare, la n. 302, nella quale si comunica la Assemblea di Istituto che si svolgerà in data 28 aprile con tema “La diversità”, anche in relazione al progetto “Scuola Amica”, proposto dall’organizzazione UNICEF-onlus, al quale l’Istituto ha scelto di aderire. L’assemblea si articolerà in due momenti, con la proposta di visione di un film a scelta tra “Le fate ignoranti” e “Una separazione” e la successiva conferenza in Auditorium, con la presenza di diversi relatori, che affronteranno vari aspetti del problema (“La diversità del Carcere”, “La diversità di Fede”, “Quando la diversità genera guerra”, “La disabilità come opportunità”, etc. etc.) fra i quali anche “La diversità di genere”, con il dott. Alessandro Pasini presidente Arcigay Brescia.
Scrivo immediatamente una mail al Comitato Genitori, che provvede a diffondere la mia comunicazione a tutti gli indirizzi di posta elettronica a sua disposizione, con una chiosa finale (ALLEGATO 1) da parte di un altro genitore, piuttosto critica nei miei confronti. Alcuni genitori scrivono a loro volta alcune mail alla scuola ed al comitato genitori protestando sia per il metodo antidemocratico sia per la “proposta” culturale, giudicata negativamente. A scuola ne scaturisce una polemica piuttosto accesa, come è inevitabile che sia. La assemblea si svolge comunque regolarmente il giorno 28/04. Per i dettagli della relazione di Arcigay si veda più oltre. Nel frattempo il Dirigente Scolastico, che si dice molto amareggiato, cerca di difendere l’indifendibile con una comunicazione attraverso la stampa, che il giorno successivo (29/04) pubblica un articolo sulla vicenda (http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_29/salo-lezione-diversita-polemica-arcigay-gender-sentinelle-in-piedi-lobby-gay-brescia-0d34bfd0-ee4a-11e4-b322-fe8a05b45a01.shtml). Non vengono invece interessati direttamente i genitori che avevano protestato.
Infine, ultimo atto, insieme ad alcuni altri genitori decidiamo di rispondere. Non si può tacere di fronte a queste cose: pur nel rispetto e nella correttezza nei confronti delle Istituzioni scolastiche, noi genitori abbiamo il diritto (sancito dalla Costituzione e soprattutto dall’Articolo 26 comma 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”) di educare i figli secondo le nostre convinzioni, ed il sacrosanto dovere di difenderli da errori e falsità. Di più: chi si rende conto del pericolo cui vanno incontro i ragazzi se educati in maniera sbagliata ha un preciso dovere sociale, e noi non vogliamo esimerci dal fare almeno quel poco che è nelle nostre possibilità, anche se siamo pochi. Decidiamo dunque di scrivere alla scuola la nostra risposta, lunga ed argomentata. La trovate nell’ALLEGATO 2.
Alcune brevi conclusioni (per l’analisi si rinvia alla lettera):
• fatti del genere ledono gravemente il diritto dei genitori ad educare i propri figli (art. 30 Costituzione Italiana) ed il diritto di priorità nella scelta di educazione (art. 26 Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo);
• la vera discriminazione, dunque, non è verso gli omosessuali ma verso chi intende educare secondo la natura delle cose; si potrebbe parlare di eterofobia, non certo di omofobia!
• particolarmente significativa è la chiosa finale del genitore alla mia mail iniziale (vedi Allegato 1): chi scrive è infatti una persona certamente in buona fede ma che non si rende minimamente conto di ciò che sta accadendo nel silenzio generale e stenta quindi a credere le cose che scrivo. Moltissime persone dicono che s’impegneranno nella battaglia quando l’ideologia gender sarà codificata in leggi dello Stato, come il ddl Cirinnà, il ddl Fedeli e il ddl Scalfarotto. Ma si tratta di una posizione stolta perché, come scriveva G.K. Chesterton nel 1922 (!), “la cosa più saggia del mondo è gridare prima del danno. Gridare dopo che il danno è avvenuto non serve a nulla, specie se il danno è una ferita mortale. Gli storici seri sanno che molte tirannidi sono state possibili perché gli uomini si sono mossi troppo tardi. Spesso è essenziale opporsi a una tirannide prima che essa prenda corpo. Dire, con vago ottimismo, che il pericolo è solo nell’aria, non è una risposta. Un colpo d’accetta si può parare soltanto mentre l’accetta è ancora in aria”. L’ascia del Gender è a meno di 2 millimetri dalla nostra testa. Riusciremo a parare l’accetta?
Referente: FT