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La gogna per Marino

Fonte:
CulturaCattolica.it

Una volta c’erano le “forche caudine”, sotto le quali gli sconfitti dovevano passare. E poi l’omaggio ai potenti di turno, con inchino e baciamano. E poi la gogna, per coloro che avevano sfidato le leggi. Sempre l’uomo ha voluto umiliare chi era ritenuto inferiore. Così oggi “forche caudine”, gogna e quant’altro serva ad umiliare deve essere imposto a chi non agisce secondo l’«ovvio dei popoli».
Che tristezza il linciaggio mediatico a Marino (che, a dire il vero, non gode affatto della mia stima, sia chiaro!). Con la scelta di non essere a Roma, oggi, ha osato affermare che l’impegno con la propria famiglia vale di più della partecipazione allo squallido rito dell’esibizione di quell’«orgoglio omosessuale» con cui stanno invadendo le nostre città. E che tristezza vedere tanti pavidi “Don Abbondio” proni a riverire le teorie dei «pari diritti». E accorgersi che magari sono esponenti di spicco della ecclesiasticità. Certo sono coloro che calpestano quotidianamente i set delle televisioni e i salotti dei benpensanti.
Chiariamo una volta per tutte (ma forse è pia illusione) che il rispetto per la persona non implica affatto il rispetto delle sue scelte morali, e a volte neppure delle sue idee.
E chiariamo che un cattolico (almeno lui) può ritenere valido l’insegnamento di San Paolo sugli atti omosessuali, così come si trova nella Lettera ai Romani: «Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne». [Rom 1, 22-28]
Ho trovato questa riflessione che condivido: «Presidentessa Boldrini, per accedere ad un qualsivoglia diritto sono necessarie delle minime condizioni di possibilità.
Poniamo il caso che, per assurdo, due persone dello stesso sesso abbiano l’impossibile ambizione di generare un figlio. Uno stato di diritto, e non di desiderio, non potrà assecondare una richiesta che manca della naturale condizione di possibilità. A meno che, non si comprenda nell’operazione una madre in affitto o un padre invisibile. In tal caso, la logica e la più elementare filosofia del diritto, dovrebbero tenere in considerazione la presenza di una terza persona. Opzione che non viene presa in minima considerazione.
Insomma, è un po’ come se l’associazione nazionale non vedenti si incazzasse a causa dell’esclusione dei suoi soci da un concorso per tiratori scelti.»

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