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La Chiesa nel Nord Sudan

Autore:
Puttinato, Padre Beppino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Anche gli "anziani" hanno bisogno di attenzioni
e cure
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Un neonato ovviamente richiede attenzioni e cure particolari. La neonata Repubblica del Sud Sudan senza dubbio ha bisogno di tali attenzioni e cure.
Ma anche un anziano richiede attenzioni e cure, se non altro cure palliative! Il vecchio Nord Sudan, in maggioranza arabo-musulmano, non può essere abbandonato in questo momento.
Estremisti dei mass media hanno divulgato la notizia che, in seguito alla partenza di migliaia di Cristiani verso il Sud Sudan, la Chiesa nel Nord Sudan starebbe per chiudere i battenti.
Niente di più falso. Altrettante migliaia di Cristiani (circa 500.000 Cattolici e 150.000 non Cattolici) restano nel Nord Sudan. Né il clero locale né i missionari sono diminuiti.
La Chiesa è sempre stata presente nel Nord Sudan dagli inizi del Cristianesimo, perfino - sebbene di nascosto – durante la Mahdia (1882-1898).
Essere presenti in una Nazione come autentici Cristiani è vera Missione. Il Nord Sudan ha sempre apprezzato la presenza e il servizio dei Missionari nel campo educativo e nell’assistenza medica.
Quindici cosiddette “Scuole Comboni” a livello primario o secondario svolgono la loro attività da oltre un secolo a favore sia di Cristiani che di Musulmani.
Il Collegio Comboni per Scienze e Tecnologie – istituzione a livello universitario, approvata dal Ministero Sudanese dell’Alta Educazione - è al decimo anno nel 2011.
Il CCST (Comboni College of Science and Technology) ha già portato alla laurea 250 studenti. In aprile 2011, 413 studenti hanno fatto gli esami di fine semestre.
Il CCST sta per ricevere dal Ministero dell’Educazione l’approvazione di un quinto programma di studi. Siamo ancora piuttosto lontani dall’essere riconosciuti come università.
Il CCST è gestito dai Comboniani. Potrebbe essere considerato il primo nucleo di una futura Università Comboni del Nord Sudan, la quale non potrà essere gestita soltanto dai Comboniani.
Il CCST è finanziariamente autosufficiente - nel 2011 - tra il 70 e l’80%. Donazioni dall’estero – molto diminuite recentemente – permettono l’assistenza a circa 80 studenti poveri.

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