Ferrara, proposta 'affascinante'
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Parola che fa inorridire certe giornaliste che credono si tratti di presunzione, invece la verità di cui parla Ferrara non è un’opinione, ma l’evidenza del vero.
Ferrara e la sua lista per la vita sono davvero affascinanti.
Chi è davvero giovane o chi non ha perso la giovinezza del cuore, l’entusiasmo per le grandi battaglie, la voglia di lottare per ciò che davvero conta, chi è stufo di chi dichiara che la famiglia è importante, ma poi l’ammazza a forza di tasse, chi non ne può più di dichiarazioni di principio che non hanno attuazione pratica, non può non essere tentato di consegnare il suo voto nelle mani di Ferrara.
Le sue parole in tema di vita hanno il fascino della verità.
Parola che fa inorridire certe giornaliste che credono si tratti di presunzione, invece la verità di cui parla Ferrara non è un’opinione, ma l’evidenza del vero.
Come fai a dirgli che si tratta di una sua opinione, quando dice che in certi paesi si eliminano le bambine con aborti di Stato e il mondo tace, lo stesso mondo che giustamente s’indigna ed ottiene, la moratoria contro la pena di morte.
Come fai a dargli torto quando dice che quel feto di 21 settimane era un bambino, malato ma un bambino.
Come fai a non ammettere che dica il vero, quando dice che l’aborto è diventato un contraccettivo e non la soluzione estrema a casi irrisolvibili con altre scelte.
Se cos’ì fosse, e a tutti gli aborti effettuati dopo i 90 giorni corrispondesse una diagnosi di malformazione grave e pericolosa per la salute della madre, dovremmo chiederci cosa sta accadendo nel nostro paese, possono essere così tanti i casi previsti dall’art. 6 della Legge che ammette l’aborto dopo i 90 giorni nei casi in cui:
a) la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
b) siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Ferrara ha squarciato il velo.
L’omertà di questi trent’anni e la difesa senza se e senza ma, di questa legge hanno perso ogni valore, per chi ha un’onestà intellettuale che gli permette di guardare alle cose e di giudicarne gli effetti.
Se ad ogni aborto nelle prime dodici settimane, corrispondesse una situazione tragica e disperata della donna costretta a rinunciare a suo figlio per cause di forza maggiore, dovremmo chiederci ma che uomini e donne siamo se non riusciamo ad essere di supporto a queste donne, se lasciamo che si disfino di quel bambino, per paura, per fame, per disagio sociale, senza che nessuno dica: “Dallo alla luce, dagli la vita me ne prendo cura io”. Oppure, “mettilo al mondo, se è il problema è economico, lo Stato ti garantirà sostegno”
Se invece come sosteneva – Liberazione – il giornale del partito comunista, qualche tempo fa, “l’aborto non è un dramma, il feto non è un essere umano”, allora bisogna ripensare all’uomo, alla vita, al futuro, bisogna ammettere che non è vero ciò che vedo, ma ciò che voglio vedere.
Ferrara con la sua mole pachidermica, si siede davanti a Lucia Annunziata che lo definisce “l’animatore di una delle più efficaci campagne culturali”e tu capisci che è molto di più, che ha sdoganato pensieri che sino a qualche mese fa erano le “stigmate” dei centri di aiuto alla vita.
Ferrara si fa intervistare da Daria Bignardia LE INVASIONI BARBARICHE e capisci che la brava Daria sembra seduta su una poltrona di carboni ardenti, vorrebbe fargli dire cose che lui non ha detto, pecca di presunzione, perde la sua verve ironica, cerca di sostenere tesi logore sino al limite del ridicolo, sostiene che le immigrate abortiscono non per mancanza di sostegno economico, non per paura di perdere il posto di lavoro, ma perché il figlio impedirebbe loro di realizzarsi come donne, come lavoratrici… suvvia Bignardi, a chi la racconta?
Ferrara dice che non è contro l’aborto, non vuole abolire la Legge 194, non è contro la donna che abortisce, ma contro chi la mette in condizione di farlo.
Leggi i 12 punti del suo programma e sono tutti di “buonsenso”, come dargli torto.
E allora perché non stare con lui?
E allora perché non votare la sua lista?
Spero ancora che il PdL gli apra le porte, perché altrimenti mi toccherà inneggiare a Ferrara e al suo coraggio, alla sua idea geniale di sdoganare il tema dell’aborto (è vero che ne parlano anche al bar, sabato ne parlavano dal parrucchiere) e votare PdL.
Perché voglio ancora sperare che Ferrara difenda la vita obbligandoci a guardarla in faccia e il PdL con leggi che non facciano della Vita un "caso a sè", leggi che permettano ai figli di non essere un lusso, all’educazione di non essere un costoso macigno, alle tasse di non essere un disincentivo per fare famiglia.
Attendo con ansia che le tasse vengano pagate in base al quoziente familiare, che l'educazione sia una libera scelta, che la vita venga difesa dal concepimento alla morte naturale, credo insomma sia ancora possibile una politica umana.