Dopo il magistrale discorso del Papa all’Università di Regensburg
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Nell'aula Magna dell'Università di Regensburg martedì, 12 settembre 2006, il Papa ha tenuto una lezione "grandiosa" sul tema del rapporto fede ragione.
A proposito dell'indignazione orchestrata nel mondo arabo per il discorso di Benedetto XVI citiamo:
- il tempestivo, chiaro e sereno comunicato emesso da don Julián Carrón, per il Movimento di Comunione e liberazione, dove in conclusione si legge: «Questa posizione del Papa salva la possibilità di un'autentica esperienza religiosa per ogni uomo e permette un incontro nella pace. Non è questione di scontro di civiltà, ma dell'esperienza elementare dei "poveri di spirito" di ogni religione: questi vivono un rapporto ragionevole con Dio, a partire dalle esigenze di verità, bellezza, giustizia e felicità che ci sono nel cuore di ogni uomo, e proprio per questo non possono seguire le degenerazioni violente di coloro che, in nome di un'ideologia, rinunciano alla ragione per un potere, siano essi in Occidente o da qualunque altra parte».
- l'articolo di Magdi Allam sul Corriere; scrive tra l'altro Allam: «il Papa viene messo alla gogna e minacciato per aver detto ciò che ogni musulmano onesto e raziocinante dovrebbe accettare: la realtà storica.» Prosegue poi con molta lucidità: «Questa è la tragica realtà dell'ideologia dell'odio che riesce a coagulare il consenso tra tutti i musulmani obnubilati dall'antiamericanesimo, dall'antioccidentalismo e dall'ostilità pregiudiziale al diritto di Israele all'esistenza. I pretesti che possono scatenare la loro furia mutano, dall'occupazione israeliana alla guerra americana, dalle vignette su Maometto alle dichiarazioni del Papa. Ma il problema è tutto interno ad un islam trasformato dagli estremisti da una fede in Dio in un'ideologia tesa ad imporre un potere teocratico e totalitario.» E afferma: «La lezione da trarre è che l'Occidente e la cristianità la smettano di considerarsi la causa di tutto ciò che succede, nel bene e nel male, in seno all'islam e nel resto del mondo.»
Non si può non essere completamente d'accordo con Magdi Allam. Nonostante ciò condividiamo tutti i pazienti rispettosi interventi volti a ricondurre l'episodio alla sua vera natura, ad iniziare da quelli della Chiesa cattolica.
Ciò che più opportunamente il mondo Islamico potrebbe e dovrebbe fare, sarebbe dimostrare che le parole del Papa sono superate nella realtà storica attuale, per il loro rifiuto e condanna di ogni forma di violenza, "guerra santa", azioni terroristiche e cancellazione di Paesi dalla carta geografica.
Martedì 12 settembre, il Presidente del Pakistan, Generale Pervez Musharraf, intervenendo al Parlamento europeo, a Bruxelles, ha dichiarato tra l'altro che il Suo Paese è fortemente impegnato contro il fondamentalismo, il terrorismo e la violenza, affermando che il Pakistan non vuole la "talebanizzazione" e nessuno fa di più in tal senso. Tutto ciò non sembra congruente con la risoluzione odierna del Parlamento di Islamabad, adottata all'unanimità.
Se poi l'ondata di reazioni sconsiderate dovesse proseguire, o peggio trasformarsi in aggressioni, allora occorrerebbe serena e pacata fermezza. Senza pensare neppure lontanamente ad inutili ritorsioni, poiché le posizioni del mondo Islamico e di Ankara in particolare, sono in palese flagrante contrasto con la carta dei diritti fondamentali, si sarebbe costretti a sospendere i negoziati in vista dell'adesione della Turchia all'UE, sino al ritiro di tutte le dichiarazioni e richieste ingiustificate.