Segno di contraddizione
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“E’ una scelta personale maturata nel corso di lunghi anni, in cui si sono sommate una conoscenza appropriata dall’interno del mondo cattolico, una riflessione a cui mi ha costretto la difficile condizione in cui verso da cinque anni, facendo una vita blindata per le minacce subite dal terrorismo islamico. L’incontro con personalità del mondo cattolico mi ha convinto della bontà di una religione, che in particolar modo nella figura del Papa, elemento che più di ogni altro mi ha convinto, coniuga fede e ragione come fondamento dell’autentica religione. E’ questo insieme che mi ha portato a rinnegare da un lato l’Islam, e dall’altro ad aderire pienamente alla fede cattolica”. (Magdi Cristiano Allam, intervista a “Otto e mezzo”, La7, 26/03/08).
In questa sintetica dichiarazione del protagonista della conversione al Cattolicesimo nella notte di Pasqua stanno tutte le ragioni di un passaggio così gioioso e al contempo drammatico.
Quando l’anziano ebreo Simeone contemplò il Bambino Gesù condotto al tempio, dopo aver ringraziato Dio per aver potuto conoscere il Salvatore, espresse una profezia che accompagna da duemila anni la storia della Chiesa:
“Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. (Luca, 2, 34-35).
Anche la conversione di Magdi Cristiano Allam ha costituito un segno di contraddizione, e ha svelato i pensieri di molti cuori: l’ostilità preconcetta, l’odio alla Chiesa e al Papa, l’incapacità di vedere il miracolo, l’estraneità carica di livore, la pavidità e l’autoflagellazione; ma anche il giubilo semplice per le grandi opere di Dio, il richiamo alla nostra piccolezza e tiepidezza di cristiani distratti e inconsapevoli, la riconoscenza e l’ammirazione per un gesto di libertà da parte di un grande testimone del nostro tempo...
Non è senza significato che Magdi si sia sempre occupato della libertà religiosa: il suo primo articolo scritto sul Corriere della Sera il 3 settembre 2003 si intitolava «Le nuove catacombe degli islamici convertiti». E suo fu anche l’appello «per una manifestazione nazionale (che si svolse a Roma nel luglio 2007) contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente», ma anche «per la libertà religiosa nel mondo», per il diritto a professare o ad abbandonare la propria fede: «Dopo aver ascoltato e fatto nostro l’“accorato appello” del Papa Benedetto XVI ad agire per porre fine alle “critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane”, abbiamo deciso di promuovere una “Manifestazione nazionale contro l’esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo”. Libertà e verità si coniugano quindi nella scelta di Magdi; e questo mette in gioco anche la nostra libertà e la nostra adesione al vero. Come accadde agli spettatori della resurrezione di Lazzaro operata da Cristo: alcuni credettero in Lui, altri corsero a denunciarlo al Sinedrio per farlo mettere a morte. “Teniamo stretta la mano di Cristo!” ci ha detto il Papa nell’omelia della Veglia pasquale. Ma teniamo stretta anche la mano di Magdi Cristiano, nostro fratello nella fede, perché colga nel popolo glorioso di Cristo la comunione totale, radicale che compie e sublima la vera amicizia.
Questo è per noi il cuore della vicenda, il resto è opinione. Che si può discutere.