Ricomincia la scuola
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Giovanni Paolo II all'UNESCO

Se devo essere sincero, non ho mai provato fastidio ad andare a scuola, e questo almeno per tre motivi:
1. Innanzitutto per la curiosità di sapere. È sempre stato (e lo è tuttora) affascinante incontrare il cammino umano della ricerca della verità, e i maestri che ho avuto (e ne ringrazio davvero il Signore) mi hanno sempre comunicato un entusiasmo contagioso, avendoli sempre sentiti, anche quando c’erano contrasti, amici nel cammino.
2. Il rapporto con i miei compagni è stato sempre occasione di confronto, spesso di amicizia, a volte di scontro, ma sempre qualcosa di insostituibile. È sempre stato bello vivere l’amicizia nelle aule scolastiche, e spesso questo andava oltre, nella vita quotidiana.
3. Certo, a volte con gli insegnanti (penso alle scuole superiori) c’erano contrasti sul senso della vita e sui giudizi a proposito della Chiesa: e mi è sempre piaciuto «lottare» per dare le ragioni di quello che credevo. A scuola mi ripetevo spesso quel versetto del salmo che dice: «Mi fai più saggio di coloro che mi vogliono insegnare» [Sal 119 (118), 98s] e questo mi dava coraggio e franchezza. Vivere ogni giorno di scuola come una sfida mi è sempre stata l’occasione per vivere le ore di lezione con un certo entusiasmo.
Oggi tanti maestri augurano ai giovani che la ripresa di quest’anno scolastico sia l’occasione per una sconfitta della paura e della estraneità. Riporto con convinzione alcuni loro auguri perché questo inizio sia fruttuoso, superando le dolorose chiusure cui la pandemia ci ha costretto.