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Il muro dell'odio - il ponte della speranza

Fonte:
CulturaCattolica.it

Volevano costruire un ponte. Un ponte atteso dalla gente del luogo. Un ponte che avrebbero inaugurato il 24 novembre. Anche l'italiano Daniele Paladini maresciallo di stanza a Kabul vi aveva lavorato in prima persona. Volevano costruire un ponte ma qualcuno ha innalzato il muro dell'odio. Un kamikaze, forse pakistano, è corso incontro a uomini e bambini per un abbraccio di morte. Ora di fronte a queste morti tanta attesa: attesa di senso, attesa di giustizia, attesa di perdono, attesa di pace. La giustizia da sola non basta a colmare l'attesa, non si tratta semplicemente di individuare i responsabili o i mandanti, si tratta di dare un senso alla parola “fine” caduta su molte vite. Sono innumerevoli le morti così, ma proprio perché innumerevoli, non possono lasciarci indifferenti. La nostra vita, le nostre attese non possono rimanere quelle di sempre. I quotidiani registravano, forse con una vena di sentimentalismo, che Daniele era atteso per Natale dalla famiglia, A casa, per l'avvento tornerà solo il suo corpo. Alle soglie dell'Inizio d'Avvento non possiamo non ricercare dentro le pieghe di questa nostra tormentata storia il valore profondo dell'attesa che nel perdono e nel senso ultimo dell'esistenza trova la sua risposta e la sua giustizia. Benedetto XVI il 30 novembre pubblicherà la sua seconda enciclica che non a caso, avrà come tema la speranza. Speranza e attesa sono strettamente collegate e per dimostrare questo basterebbe citare la lingua spagnola dove il verbo esperar indica sia lo sperare che l'attendere.
Se l'attesa non nutre la speranza allora è angoscia. Se la vita fosse il prolungamento illimitato dell'esistenza sarebbe il tormento della sibilla Cumana: una vecchiezza senza fine. L'attesa è la speranza del compiersi dell'esistenza anche per chi come Daniele o come quelli morti con lui e come lui, hanno visto la loro vita interrompersi bruscamente.
Siamo, dunque, anche noi in attesa di trovare fra le pagine dell'Enciclica del Papa una luce per capire, un fuoco che illumini l'attesa e riaccenda la speranza.

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